Tanti progetti, pochi aeroporti e il turismo stenta a decollare - QdS

Tanti progetti, pochi aeroporti e il turismo stenta a decollare

Michele Giuliano

Tanti progetti, pochi aeroporti e il turismo stenta a decollare

giovedì 01 Luglio 2010

La Sicilia soffre dell’assenza di scali in grado di farsi concorrenza: colpa delle solite pastoie burocratiche. In attesa di Comiso, stroncata sul nascere l’idea di uno scalo nella Valle del Mela

PALERMO – Niente infrastrutture uguale niente turismo. Se la Sicilia vuole tentare di sovvertire il trend negativo dell’ultimo biennio, che ha visto calare notevolmente le presenze, sembra proprio che la strada intrapresa non sia affatto quella giusta. Infatti uno dei principali punti su cui investire per avere un ritorno devono essere i trasporti, grande debolezza della Sicilia. Cominciando proprio dagli aeroporti: in realtà di scali realmente utilizzati in Sicilia ce ne sono due dalla grande massa di turisti, quello di Palermo e quello di Catania, mentre sta emergendo in questi ultimi anni anche quello di Trapani che punta al milione di passeggeri in un anno.
Evidentemente troppo poco per un territorio che dovrebbe vivere di turismo. Oltretutto l’assenza di aeroporti fa venir meno la concorrenza tra le compagine e di conseguenza i prezzi dei biglietti restano abbastanza alti. Appare quindi abbastanza chiaro che si dovrebbe cominciare a pensare a qualche altro aeroporto in aree strategiche, ma l’intenzione sembra essere tutt’altra. Resta infatti assolutamente bloccata sul nascere l’idea progettuale di costruire uno scalo in provincia di Messina e, in particolare della Valle del Mela o al confine tra Milazzo e Barcellona.
 
Secondo l’Enac questo aeroporto non potrebbe mai raggiungere l’eventuale “limite di profittabilità” ed il problema degli aiuti allo sviluppo, che ne conseguirebbe, sarebbe nefasto per l’economia siciliana. In sostanza non sarebbe in grado di autofinanziarsi. C’è poi un altro aeroporto che invece sembra sempre lì, ad un passo dalla sua costruzione. Stiamo parlando di quello di Comiso. Questo scalo dovrebbe avere funzione di supporto a Catania, aprendo così le porte a nuove compagnie e nuovi tragitti, permettendo all’aeroporto Etneo di potenziarsi sempre più. Ma anche su questo punto la politica siciliana sta andando a passo di lumaca, con effetti annuncio della grande opera che vanno avanti oramai da anni.
La costruzione di questo aeroporto è rimasta bloccata in attesa della consegna alla società di gestione. “Non è stato ad oggi possibile sottoscrivere questo protocollo – rende noto il deputato regionale Pippo Di Giacomo – a causa degli ennesimi dubbi dell’agenzia del Demanio. Tutto ciò non mi stupisce perché troppo spesso, infatti, i ritardi delle pubbliche amministrazioni hanno bloccato opere importanti. Anche stavolta impediscono l’operatività di una struttura che  potrebbe rilanciare in breve tempo l’economia della zona”.
Una questione su tutte si evidenzia in modo abbastanza prorompente: l’assenza di questo tipo di strutture mette in crisi un sistema naturale di concorrenza che porterebbe senza dubbio ad un abbassamento dei prezzi dei biglietti invitando quindi ulteriormente il turista a visitare la Sicilia. Effettivamente la chiave per combattere la crisi può essere solo quella dell’abbattimento dei costi di viaggio. Ma questa possibilità oggi nell’Isola appare lontana.
 


L’approfondimento. E ora si parla anche di uno scalo a Licata
 
PALERMO – C’è un terzo aeroporto di cui si parla con insistenza dal punto di vista della progettualità. Dopo Comiso e San Filippo Mela, adesso si spinge insistentemente per un aeroporto a Licata. “I territori della Sicilia centromeridionale  che hanno proposto la costituzione dei distretti turistici potrebbero essere coinvolti  nel progetto dell’aeroporto da realizzare in territorio di  Licata”.  Lo ha detto il parlamentare regionale del Partito Democratico, Giovanni Panepinto, nel corso dell’audizione del presidente della provincia di Agrigento, Eugenio d’Orsi, in IV commissione avvenuta nei giorni scorsi in commissione Territorio ed Ambiente all’Assemblea regionale siciliana. “Non dimentichiamo – sottolinea Panepinto – che l’opera  di cui parliamo è certamente di grande valenza e significato economico. Nel progetto esecutivo dello scalo si potrebbe prevedere la ‘linea del freddo’ necessaria per il trasporto aereo dei prodotti della serricoltura dell’area Palma”. Un’ipotesi quindi di scalo anche commerciale per rilanciare l’agricoltura del territorio che soffre di una generale crisi di mercato. Da parte delle istituzioni, Provincia regionale in testa, c’è l’assoluta disponibilità  a riconoscere le ragioni degli agricoltori e dei proprietari dei terreni individuati  per ospitare l’aeroporto e la disponibilità a lavorare per la realizzazione del progetto”.

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