Servizi idrici: Lombardo vuole l’Authority - QdS

Servizi idrici: Lombardo vuole l’Authority

Marina Pupella

Servizi idrici: Lombardo vuole l’Authority

venerdì 02 Luglio 2010

A Palazzo dei Normanni convegno di Confindustria Anfida, Federgestori Sicilia e Federutilty sul “Servizio idrico integrato” siciliano. Obiettivo: tariffe ragionevoli e servizi di qualità. Intervenire anche sulle gravi carenze infrastrutturali

PALERMO – La Sicilia rischia una pesantissima sanzione di un miliardo e 100 mila euro, se entro il 2013 non verranno messi in campo gli investimenti programmati dalla Comunità europea per la realizzazione di depuratori e per interventi contro l’inquinamento proveniente dalle reti fognarie. Già nel 2002 l’Ue aveva stanziato dei fondi ad hoc molti dei quali sono rimasti inutilizzati.
È quanto emerso nel corso di un convegno sul “Servizio idrico integrato” in Sicilia, organizzato nella sala gialla di palazzo dei Normanni da Anfida Confindustria, Federgestori Sicilia e Federutlity. Ad aprire i lavori, il presidente della Regione Raffaele Lombardo che si è soffermato sulla necessità di “istituire un’Authority in Sicilia che vigili sul servizio idrico e garantisca i cittadini che chiedono di avere tariffe ragionevoli e servizi di qualità”.
Il governatore ha poi rivolto l’attenzione alle gravi carenze infrastrutturali. “Sotto molti aspetti siamo all’anno zero – ha detto senza tanti giri di parole – c’é da intervenire pesantemente: in molte zone il servizio non funziona, e come se non bastasse c’é il problema dei debiti lasciati dagli Ato. Ma, come abbiamo visto anche nel settore dei rifiuti, è molto complicato mettere a regime il sistema. Le reti idriche, ad esempio, in molte zone sono da rifare: per rimodernarle senza pesare sulle tasche dei contribuenti stiamo pensando alla rimodulazione dei Por”.
Il quadro tracciato da Lombardo, di una rete idrica siciliana colabrodo, trova conferma nei dati forniti da Federgestori Sicilia, secondo cui vi è una situazione di perdite nelle condotte che supera il 60 per cento. Fatto, questo, che fa riemergere la querelle sulla ripubblicizzazione del servizio, fortemente voluta dalla Regione ed inserita nell’articolo 50 della legge Finanziaria (poi impugnato dal Commissario di Stato).
Ipotesi, quella di tornare alla gestione pubblica che, secondo gli organizzatori dell’incontro, “rappresenterebbe un ritorno al passato, nel quale le tariffe sono sembrate più basse solo perché i Comuni rinviavano sine die l’esecuzione dei nuovi impianti e la manutenzione di quelli esistenti, con 40 anni di età media, ed indebitavano le casse pubbliche caricando impropriamente i rispettivi bilanci ordinari a copertura delle mancate sanzioni. Ciò che continuano a fare gli attuali comuni gestori”.
“In Sicilia ed in tutto il Centro-Sud vi è una situazione molto seria di mancanza di infrastrutture capaci di portare l’acqua a tutti e di portarla con continuità – ha spiegato Mauro D’Asseinzi, vicepresidente Federutility Roma. A questo si aggiungono pure i gravi problemi di depurazione dell’acqua, che ci sottoporrà sicuramente a procedure d’infrazioni costosissime da parte della Comunità europea”.
“C’è poi un problema che riguarda tutti – ha aggiunto – che è quello di mantenere la risorsa energetica l’acqua, per noi e per le generazioni future. A differenza che al Nord, dove l’acqua rappresenta una risorsa economica, in Sicilia l’acqua viene dispersa nonostante vi sia la stessa quantità, se non addirittura di più, di piogge che in California. Occorrono investimenti e capacità di gestione. Non importa – ha concluso – che la gestione sia pubblica o privata, basta che sia efficace”.
 


Legalità. Protocollo d’intesa tra le aziende associate
 
PALERMO – Nel corso del convegno, Confindustria Anfida, Federgestori Sicilia e Federutility, hanno sottoscritto un protocollo di legalità. Il documento impegna le aziende associate a “non sottomettersi a qualunque forma di estorsione, usura, favoreggiamento, concussione o ad altre tipologie di reato poste in essere da organizzazioni criminali o mafiose”. “Le aziende associate – si legge nel protocollo – impegnandosi a valorizzare il proprio ruolo di presidio di trasparenza in quanto operatori di servizi di pubblica utilità, ripudiano i comportamenti omissivi e reticenti che possano costituire fertile terreno su cui far attecchire comportamenti e azioni illecite delle organizzazioni criminali” e si impegnano a “denunciare ogni episodio illegale chiedendo la collaborazione delle forze dell’ordine e delle istituzioni”.
Durante il convegno, la Cisl ha proposto che l’Authority di vigilanza sul sistema ipotizzata dal governatore Raffaele Lombardo “sia incentrata su organismi a cui prendano parte rappresentanti di lavoratori ed enti locali”. Per Franco Parisi, segretario regionale della Femca-Cisl, “l’acqua è un bene sociale che deve avere un prezzo equo e questo comporta che siano azzerati inefficienze e sprechi”.
La Cisl ha chiesto che “entro tre mesi ripartano gli investimenti nel territorio regionale bloccati dalla Finanziaria e dall’Ars sulle autorità d’ambito”.

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