Severa autocritica sulle tappe della filiera - QdS

Severa autocritica sulle tappe della filiera

Raffaella Pessina

Severa autocritica sulle tappe della filiera

giovedì 08 Luglio 2010

Forum con Giambattista Bufardeci, assessore regionale delle Risorse agricole

Qual è la situazione del settore agricolo in Sicilia?
“Le politiche della nostra agricoltura subiscono una condizione strutturale di crisi che non è soltanto siciliana, ma per lo meno continentale. Tant’è vero che Francia e Germania hanno investito grosse risorse proprio per  aiutare il settore dell’agricoltura con specifiche  misure. Questa crisi in Sicilia ha tante cause, che non sono state curate e guarite negli anni precedenti, nonostante grandi sforzi e  grandi risorse a disposizione, perché anche noi siciliani, come imprenditoria agricola, dobbiamo operare una serissima e grave autocritica. Tra le varie cause della crisi in agricoltura  vi è quella che la proprietà terriera è assolutamente frammentaria (una media di estensione agricola inferiore ai cinque ettari) ed il territorio è quindi molto parcellizzato. Un’altra causa è che non abbiamo saputo fare grandi operazioni di miglioramento, ricerca ed innovazione, nonostante i fondi messi a disposizione. Uno degli iceberg di quello che sto dicendo sono i risultati degli studi che i vari centri di ricerca  ed i vari consorzi di ricerca. Mi chiedo ancora quanto sono costati e quanto hanno prodotto in termini di miglioramento per i singoli settori  dove hanno operato i loro studi. Troppe volte questi istituti sono stati esclusivamente autoreferenziali e scollegati rispetto al contesto dell’azienda agricola. Insieme a queste cause vi è il grave problema che in Sicilia fino adesso non siamo stati capaci di attingere a tutte le risorse  comunitarie che vi sono in materia di conservazione e trasformazione del prodotto. Si fa tanto il discorso sulla filiera, ma la filiera per noi fino ad oggi, con tutte le eccezioni del caso, è rappresentata soltanto da una produzione primaria, che riteniamo sufficiente nella sua qualità, che consideriamo assoluta ed impareggiabile rispetto alla produzione degli altri. Non abbiamo minimamente curato la conservazione, la trasformazione e la  commercializzazione del prodotto. Viceversa, i finanziamenti del Feaog e del Psr, sono stati oggetto di progettazione dell’industria del Centro Nord, ad esempio nel settore lattiero caseario, dove l’80% del nostro prodotto viene ancora oggi  trasformato da Parmalat o da Latte Sole, i quali hanno realizzato i loro stabilimenti a Enna e a Caltanissetta, permettendosi molto spesso di non pagare il prezzo del latte ai nostri allevatori tanto quanto stabilito da Assolatte. E quindi le loro industrie hanno pagato agli allevatori del Lazio o della Lombardia prezzi diversi di quelli della Sicilia. Quindi noi dobbiamo cominciare a porre rimedio. Mentre oggi c’è la crisi e, quindi, teoricamente l’imprenditore può essere meno portato ad un investimento che non sia soltanto quello della riqualificazione e della produzione e della propria impiantistica e strumentazione ai fini della produzione primaria, negli anni ‘90 le condizioni dell’agricoltura erano certamente migliori. Perché a quel tempo non hanno utilizzato queste risorse per fare conservazione e trasformazione? Perché in alcuni casi siamo arrivati addirittura ad esportare le macchinette spremiagrumi e non gli agrumi ? Io sono arrivato da meno di sei mesi, non sono un agricoltore, non sono un tecnico, ma ho capito una serie di situazioni che vado denunziando, nel senso che vado a fare appello al Governo e agli imprenditori, che deve essere di una logica di  una filiera dell’agroalimentare. La filiera deve avere tutti gli anelli impegnati da un protagonismo della nostra agricoltura. Ad aggravare  lo stato di crisi nel quale noi  oggi viviamo è certamente questo Psr (Programma di sviluppo rurale) che è stato pensato in maniera troppo ottimistica. E non si è pensato che l’agricoltura poteva andare in crisi. Un piano assolutamente inadeguato”.
Cosa ne pensa delle energie alternative?
“Non capisco perché per alcune attività connesse alla fruizione delle energie alternative o rinnovabili, noi abbiamo parametri inferiori, in termini di Dia, Dichiarazione inizio attività, a quelli che sono applicati in altre regioni”.
 

 
Calo di redditività è pari al 30%, ma le misure anticrisi sono contemplate solo per le calamità naturali
 
Come si sta muovendo a livello europeo?
“Faccio il capofila delle regioni del Meridione nei confronti del Governo e della Commissione Europea per dimostrare che per la maggioranza  dei prodotti dell’agricoltura nell’ultimo triennio c’è stato un calo di redditività di oltre il 30%. Tutto questo non fa scattare un automatismo in conseguenza del quale vi è una equiparazione dello stato di crisi del mercato, è normato solo lo stato di crisi per calamità naturale. Questi approfondimenti meritano una disponibilità dichiarata del Governo Nazionale e della Commissione Europea per una rimodulazione del Psr. Una quota verrebbe utilizzata  anche per misure anticrisi. Se noi investissimo anche solo 150 milioni del nostro Psr, forti della deroga e forti dell’autorizzazione che ci viene da Roma, come stato membro che fa la battaglia per noi nei confronti di Bruxelles, potremmo dare un aiuto alle due questioni principali che sono il consolidamento del debito e l’accesso al credito, che attualmente sono costretti a vivere i nostri agricoltori. Solo così possiamo avere speranza di far sopravvivere quanta più agricoltura e soprattutto pensare ad un rilancio del settore”.
Come reagiscono a questo stato di crisi gli agricoltori?
“Troppe volte ci siamo accontentati  della disgrazia del vicino piuttosto che di un processo di emulazione in positivo, che stiamo cercando di risolvere. Anche per superare l’eccesso di individualismo abbiamo messo una norma nella finanziaria a proposito del settore vitivinicolo che porta a beneficio delle cantine che si accorpano. La grande distribuzione, che considero uno dei grandi problemi della nostra agricoltura, vive di tre principi: quantità, qualità e tempi certi”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017