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Palermo – Per depositare i propri risparmi i palermitani scelgono i “grandi”

Luca Insalaco

Palermo – Per depositare i propri risparmi i palermitani scelgono i “grandi”

venerdì 16 Luglio 2010

Osservatorio economico della Provincia con Camera di Commercio e Istituto Tagliacarne. Una crescita del 28,8% in cinque anni. Forte decelerazione per via della crisi

PALERMO – Per depositare i propri risparmi, i palermitani si affidano alle banche, meglio se appartenenti a grandi gruppi. Vengono snobbate dunque, le Poste, privilegiate in gran parte da un’utenza in età avanzata.
Tra il 2003 ed il 2008, la crescita del valore dei depositi bancari nel Palermitano è stata piuttosto sensibile, attestandosi ad un tasso del 28,8%, un dato più alto della media siciliana e meridionale, e pari a quella nazionale. L’accumulazione del risparmio ha subito un brusco rallentamento con la crisi economica che ha investito il territorio: fra il 2008 ed il primo semestre 2009, i depositi bancari sono cresciuti solamente dello 0,7%, circa quattro volte meno che nel resto della Sicilia, e quasi otto volte meno che nella media nazionale. I dati emergono dall’ultima edizione dell’Osservatorio economico della Provincia di Palermo, realizzato dalla Camera di Commercio in collaborazione con l’Istituto Tagliacarte di Roma.
Come detto, i residenti nella provincia, privilegiano i grandi gruppi bancari a discapito degli istituti di credito di piccole dimensioni o locali, la cui capacità di raccolta è nettamente inferiore alla media nazionale. Ben il 61,8% dei depositi risulta concentrato nelle banche maggiori o grandi, un valore di circa 5 punti superiore alla media regionale e di circa 20 rispetto a quella nazionale.
Gli sportelli appartengono quasi esclusivamente (l’89% circa) a grandi gruppi bancari (S.p.A.), una percentuale superiore anche alla media nazionale (78,1%), mentre le banche minori, del circuito del credito cooperativo, rappresentano una quota piuttosto modesta degli sportelli presenti sul territorio.
In questo modo, le imprese bancarie più grandi hanno maggiori disponibilità finanziarie da utilizzare, almeno in teoria, a vantaggio dello sviluppo economico locale. Le banche più piccole, invece, vengono private del loro punto di forza maggiore, ovvero della conoscenza e sulla relazione personale con i propri clienti.
“In ogni caso – si legge nel rapporto – l’elevato valore dei depositi bancari per sportello mostra come il risparmio accumulato negli anni in cui l’economia palermitana era più dinamica, costituisca ancora oggi un’importantissima “riserva di valore” a servizio delle famiglie e delle imprese locali, per sostenersi durante la crisi economica in atto. In qualche modo, quindi, il risparmio bancario di Palermo costituisce una sorta di ammortizzatore rispetto agli effetti della crisi sul livello dei consumi e del tenore di vita”.
– “Il sistema bancario palermitano – si legge nel documento redatto dalla Camera di Commercio di Palermo – in linea con quanto verificatosi a livello nazionale, è stato investito, negli ultimi anni, da un processo di ristrutturazione e concentrazione, che ha portato alla nascita di gruppi bancari di dimensioni idonee ad operare con le economie di scala e di scopo che la concorrenza sul mercato finanziario globale impone, riducendo di conseguenza anche il numero degli istituti in virtù di processi di aggregazione e fusione”.
Nonostante la riduzione delle aziende, tuttavia, il grado di sportellizzazione è aumentato in maniera decisa. Gli sportelli sono passano dai 381 del 2003 ai 428 del 2008, con una crescita del 12,3%, superiore alla media regionale, e anche, leggermente, a quella nazionale. Palermo ha raggiunto un grado di sportellizzazione leggermente superiore alla media siciliana sia rispetto alla popolazione (4 sportelli ogni 10.000 abitanti) che rispetto alle imprese (4,7 sportelli ogni 1.000 imprese, a fronte di una media regionale dell’ordine di 4,6). I numeri evidenziano un certo dinamismo nel sistema dell’intermediazione creditizia: Palermo è 11ma fra le 103 province italiane per valore medio dei depositi per sportello, e 50ma per valore medio degli impieghi per sportello.

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