Politica del risparmio per i deputati regionali - QdS

Politica del risparmio per i deputati regionali

Raffaella Pessina

Politica del risparmio per i deputati regionali

mercoledì 21 Luglio 2010

Forum con Gaspare Vitrano, deputato segretario  all’Assemblea regionale siciliana

Nel suo ruolo di deputato segretario di quali attività mi vuole parlare?
“Di risparmio. Fino ad un pò di tempo fa era possibile per chi era stato deputato regionale e poi deputato nazionale percepire contemporaneamente entrambe le indennità. Nell’ultimo consiglio di Presidenza abbiamo voluto abrogare questa norma sia, per così dire, in entata che in uscita, cioè per chi da nazionale diventa deputato regionale e viceversa. E questo lo considero un segnale chiaro nella direzione di voler attuare una politica contro gli sprechi. Abbiamo anche previsto tutta un’altra serie di provvedimenti dell’amministrazione dell’Assemblea regionale e che riguardano le indennità, che già in precedenza sono state ridotte rispetto alle legisalture precedenti, e poi tutta un’altra serie di correttivi sull’utilizzo delle autovetture, le missioni, budget di carburante, e che verranno definite al più presto”.
Quindi esistono delle spese delle quali si può fare a meno?
“Dipende dalla lettura che si dà alle cose, soprattutto per quanto riguarda le missioni. C’è chi ritiene che una missione fatta all’estero di due o tre deputati sia una fatto inutile. Dipende dalle finalità e dai risultati che si ottengono con tali missioni. A volte se i risultati sono ottimali, tali missioni non andrebbero ridotte, ma addirittura intensificate. Il problema è la qualità e i vantaggi chè determinate azioni portano. L’attenzione andrebbe concentrata su questo: e lo spirito della missione deve essere legato ad un incontro istituzionale importante che possa favorire la Sicilia come, ad esempio, l’imprenditoria o le esportazioni. è per questo che non si può dare un giudizio globale su tutte le mssioni, se sono utili oppure no. L’obiettivo è quello di dare un contributo a questa terra e, a seconda del contesto e delle opportunità, tale contributo lo si può dare anche attraverso missioni all’estero”.
Cosa ne pensa della norma che equipara i deputati regionali ai senatori della Repubblica, non andrebbe abolita secondo lei ?
“Si tratta di una norma costituzionale. In linea di principio siamo equiparati al Senato, ma in realtà in tante cose non lo siamo: ad esempio i deputati regionali sono tre scatti indietro rispetto alle indennità dei senatori. Abbiamo scelto noi di non farlo. Inoltre le indennità dello staff che hanno i componenti del Consiglio di Presidenza del Senato rispetto a quelle che hanno i componenti del Consiglio di Presidenza dell’Ars sono triple e noi non le abbiamo mai adeguate. Nei fatti quindi vi sono molte differenze. Inoltre, in questi giorni stiamo valutando tecnicamente anche alcune modifiche per quanto riguarda il personale dell’Assemblea, per portare altro risparmio (circa un milione di euro). Stiamo verificando anche il taglio delle indennità di trasporto su gomme a chi utilizza macchine per venire all’Ars dal luogo di residenza. Ciascun deputato infatti percepisce una cifra che è legata alla distanza del luogo di residenza. Vorremmo applicare questo sistema anche per i colleghi che ricoprono la carica di assessore.
Stiamo cercando di razionalizzare la spesa dei cosiddetti “notturnisti”. Per ora vi è un gruppo di commessi che presidia il palazzo di notte: questo personale percepisce ovviamente una indennità ed un riposo compensativo. Si tratta di fare un servizio di sorveglianza perchè il posto di polizia non c’è più. E’ un lavoro molto delicato, una ronda che dura tutta la notte nei corridoi del Palazzo. Tra l’altro tutta la notte vi è un movimento di auto che entrano ed escono dal parcheggio del palazzo, perchè può capitare che qualche deputato per impegni istituzionali torna la sera tardi e l’autista riporta la vettura in sede e ci vuole qualcuno che li assiste”.
Come vede la situazione politica attuale in Sicilia?
“Molto confusa. Almeno secondo noi del Pd. Noi vogliamo capire se vogliamo fare un accordo di legsilatura o solo un accordo per fare tre quattro riforme importanti e, su queste cose, credo che dobbiamo avere l’esigenza, ma soprattutto il dovere di essere chiari, con noi e con tutti gli elettori”.

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