Mediterranea: Tirrenia vale 545 milioni di euro - QdS

Mediterranea: Tirrenia vale 545 milioni di euro

Mediterranea: Tirrenia vale 545 milioni di euro

mercoledì 28 Luglio 2010

La holding ha aumentato il capitale sociale, portandolo a 25 mln, per finalizzare l’acquisto della compagnia di navigazione. La Regione siciliana disponibile a ridimensionare la propria quota di maggioranza (37%)

CATANIA – Due novità nel processo di privatizzazione della Tirrenia e della controllata Siremar che effettua i collegamenti dalla Sicilia alle isole minori e viceversa. Ovviamente, non possono che riguardare l’unica concorrente, la Mediterranea holding, della quale la Regione siciliana detiene il pacchetto di maggioranza relativa, con il 37% delle azioni. Lunedì scorso, nel giorno in cui era attesa la decisione di Fintecna sull’aggiudicazione della gara, Mediterranea holding ha fatto sapere di avere aumentato l’offerta, più che raddoppiando il capitale sociale, da dieci a 25 milioni. A cui si deve aggiungere il debito di Tirrenia, pari a 520 milioni. Pertanto, l’acquisto di Tirrenia, secondo Mediterranea holding, vale 545 milioni di euro.
La mossa ha fatto slittare l’annuncio dell’esito da parte della finanziaria controllata dal Tesoro, che sempre lunedì ha riunito il consiglio di amministrazione e che, alla presentazione della prima offerta da parte di Mediterranea Holding, ne aveva obiettato l’insufficienza.
Come si sa, la procedura deve comunque concludersi entro il 30 settembre, secondo quanto stabilito dall’Unione europea. Nei giorni scorsi, secondo alcune notizie, l’Ue avrebbe fatto sapere di non gradire una privatizzazione della compagnia di navigazione alla compagine societaria che ha quale azionista di riferimento un’amministrazione pubblica, com’è la Regione siciliana.
La seconda novità è in realtà una conferma: la Regione siciliana intende  ridimensionare nel tempo la propria partecipazione lasciando spazio a privati, anche stranieri, e con interessi nel Mediterraneo. Una precisazione, quella della Regione guidata da Raffaele Lombardo, che ha l’obiettivo di rassicurare chi afferma si sia di fronte una “finta privatizzazione”, vista la quota di maggioranza (37%). Insomma, una risposta ai dubbi sull’andamento della gara, espressi in sede comunitaria.
La cordata guidata dalla Regione Sicilia (37%) e di cui fanno parte Ttt lines (30,5%) di Alexandros Tomasos, Lauro (18,5%), Isolemar (8%), Nicola Coccia (3%) e la famiglia Busi-Ferruzzi (3%), ha anche rafforzato la propria compagine societaria attribuendo la delega di consigliere delegato a Tomasos e con l’ingresso in consiglio di gestione di Cristina Busi Ferruzzi. Resta presidente del cda Salvatore Lauro.
L’aumento dell’offerta è stato annunciato da Tomasos a Sky Tg 24 economia spiegando che “purtroppo, reduci e memori degli errori commessi con Alitalia, i debiti ora rimangono a chi se li compra. Per questo abbiamo scelto la cifra simbolica di 25 milioni di euro”. Mediterranea ha spiegato di attendere “con fiducia che Fintecna, continuando a svolgere il lavoro puntualee rispettoso del procedimento di gara che fin qui ha egregiamente svolto, possa completare la gara con esito favorevole alla stessa Mediterranea, visto che sono stati assolti tutti gli adempimenti e le prescrizioni” previsti per conseguire l’aggiudicazione finale.
I sindacati, però, continuano a non fidarsi, perché il piano industriale resta un mistero. Almeno in pubblico. “Nulla è trapelato sulle garanzie per l’accollo dei debiti dei circa 520 milioni di euro – ha osservato il segretario generale della Uiltrasporti Giuseppe Caronia -. Quello che in particolare a noi interessa, e Tomasos non ha detto, è se intende garantire gli attuali livelli occupazionali e le condizioni contrattuali dei lavoratori, e se ha abbandonato l’idea manifestata in precedenza di licenziarne 540”.
Nel piano di rientro, ha confermato Tomasos, sono compresi i contributi statali. Si tratta di 72,6 milioni l’anno (per 8 anni) a Tirrenia, e di 55,7 milioni l’anno (per 12 anni) a Siremar. “Se dovessero cadere, la nostra offerta sarebbe ritirata”, ha precisato Tomasos.

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