RAGUSA – Il Piccolo Principe Onlus, un’associazione iscritta al Registro Regionale del volontariato, fondata nel ‘03, opera nel settore della Disabilità Infantile con l’obiettivo primario di sostenere lo sviluppo e la crescita di bambini diversamente abili. Promuove interventi individualizzati e mirati nella prima infanzia, finalizzati a costruire e potenziare le abilità di ciascun bambino, con il fine, primo ed ultimo, di migliorare la qualità della loro vita.
Il Piccolo Principe è stata la prima realtà in Provincia di Ragusa ad accogliere bambini affetti da varie forme di disabilità psico – fisica appena nati, a partire dall’accertamento dell’handicap. Il bimbo più piccolo che l’associazione ha in carico ha solo 6 mesi. L’invio in struttura di bambini molto piccoli da parte dei reparti di maternità degli ospedali o dei centri di riabilitazione sanitaria presenti sul territorio, denota come, in pochi anni, sia cambiato l’approccio alla disabilità, non più tardivo, in età adolescianziale, ma precoce e mirato, per permettere quel recupero di inabilità ancora non stabilizzate altrimenti difficile da ottenere.
L’associazione ha accolto in questi giorni una delegazione proveniente dalla Calabria che ha visitato le due sedi operative di Ragusa e Donnalucata per valutare l’opportunità di realizzare qualcosa di similare nella propria Regione.
Un piccolo grande successo che si somma ai tanti apprezzamenti ricevuti in questi anni da operatori di importanti strutture socio-sanitarie del Nord Italia con cui l’associazione ha avuto modo di collaborare in varie occasioni. L’attività è rivolta a bambini diversamente abili di età compresa tra 0-12 anni perché come afferma la Presidente Melania Firrito “l’Associazione parte dal convincimento che ognuno di questi bimbi, qualunque sia la forma di disabilità da cui è affetto, ha comunque delle possibilità di recupero e di crescita, anche minime, che se si riescono a sfruttare possono garantirgli un futuro migliore e una maggiore integrazione con il mondo esterno”.
Per raggiungere questi obiettivi l’associazione applica programmi socio – educativi individuali, elaborati da professionisti del settore, con un costante monitoraggio dei risultati ottenuti. Ogni bambino è quotidianamente seguito da un operatore qualificato, in rapporto di uno a uno, con il compito di applicare il programma di lavoro assegnato. Nulla è però stabilito a priori ed in maniera meccanica, perché spesso sono gli stessi bambini ad indicare la strada da seguire e quindi la metodologia da applicare.
“L’idea è nata per volontà di un gruppo di volontari che, avendo maturato una lunga esperienza con i disabili adulti, hanno compreso l’importanza di applicare un efficace programma di riabilitazione sociale in età infantile, al fine di accelerare il percorso d’integrazione con il mondo esterno, obiettivo difficile da raggiungere quando si è già adulti”. – Illustra la presidente – Si tratta di un servizio che integra quello offerto dal sistema sanitario pubblico, incentrato quest’ultimo prevalentemente sulla riabilitazione fisica (logopedia, fisiokinesiterapia, ecc.). In un momento in cui molte associazioni chiudono i battenti per mancanza di fondi, il Piccolo Principe, su specifica richiesta delle famiglie, sta aprendo nuove sedi nella provincia di Ragusa, attingendo all’autofinanziamento delle famiglie stesse, alle donazioni dei privati e agli introiti del 5×1000 la nostra prima fonte di sostentamento, mentre residuale è l’apporto finanziario degli Enti Pubblici.
Focus. Fondi per la qualità della vita
RAGUSA – Attualmente, l’associazione eroga servizi a più di 45 bambini residenti in tutta la Provincia di Ragusa. “La richiesta crescente di sostegno da parte di famiglie residenti fuori provincia ci ha spinti a realizzare nell’ottobre ‘09 una seconda sede in Scicli, per accogliere bambini residenti anche a Modica, Scicli e Donnalucata. Per raggiungere gli obiettivi, il Piccolo Principe si avvale della consulenza di rinomati professionisti che operano a livello nazionale i quali definiscono per ciascuno di essi un piano di lavoro individualizzato. “I Trattamenti Educativi Individuali – dice la Firrito – ci permettono di conseguire molteplici risultati in poco tempo. La difficoltà, di un mondo che cresce e meraviglia, è sostenere l’onere economico della gestione, quasi totalmente a carico delle famiglie dei bambini diversamente abili che fruiscono del servizio. Gli enti locali purtroppo contribuiscono solo nella misura dell’ 8% alle spese necessarie a garantire una riabilitazione sociale di qualità. Dall’anno scorso gli introiti derivanti dal 5×1000, ci hanno permesso di sperare in un futuro diverso, di accogliere bambini appartenenti a nuclei familiari svantaggiati che rischiavano altrimenti di essere esclusi da una preziosa opportunità di recupero solo perché lo Stato non garantisce ad ogni bambino la possibilità di costruire una qualità di vita migliore”.