Tassa di igiene ambientale non è dovuto pagare l’Iva - QdS

Tassa di igiene ambientale non è dovuto pagare l’Iva

Sebastiano Attardi

Tassa di igiene ambientale non è dovuto pagare l’Iva

martedì 24 Agosto 2010

La richiesta di restituzione va inoltrata al giudice di pace o al tribunale

CATANIA – Un lettore ha inviato, alla redazione della nostra associazione “Veroconsumo”, una lettera firmata con la quale fa  presente  d’aver ricevuto dalla Serit Sicilia sede di Catania, una cartella di pagamento relativa alla TIA ( tassa igiene ambientale) per l’anno 2008.
Il lettore, nella citata lettera,  si lamenta del fatto che la Simeto Ambiente – applicando l’iva su detta tassa, il che è illegittimo atteso che, come è stato statuito dalla Corte Costituzionale, essa non è dovuta in quanto si è in presenza di un tributo e non già del corrispettivo di una prestazione  di servizio – chieda ancora il pagamento  della predetta iva. Infine, chiede “ cosa bisogna fare per aver rimborsata l’iva già pagata”? 
La risposta – alla luce delle  numerose sentenze emesse dalla Cassazione – è che la richiesta di restituzione dell’iva non va inoltrata alla Commissione Tributaria Provinciale, bensi  al Giudice di Pace o Tribunale, e ciò a seconda dell’importo chiesto in restituzione. Personalmente sono del parere, però,  che se ancora “la bolletta” non sia stata pagata dall’interessato, occorrerà rivolgersi alla Commissione Tributaria Provinciale (il costo del ricorso è costituito da una marca da bollo di € 14,62, oltre al costo della notifica del ricorso a mezzo posta), mentre se la “bolletta” è stata già pagata, occorrerà rivolgersi, come dianzi è stato detto, invece,  alla giurisdizione ordinaria (G. di Pace o Tribunale), con un costo della procedura che sarà certamente più elevato rispetto a quello della Commissione Tributaria. Tuttavia, se l’interessato si rivolgerà all’associazione “Veroconsumo, il costo sarà soltanto limitato alle suddette  spese vive, mentre sarà gratuita l’assistenza legale.

Avv. Sebastiano Attardi
collegio dei professionisti di Veroconsumo

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