Differenziata, Sicilia maglia nera mentre altrove il sistema evolve - QdS

Differenziata, Sicilia maglia nera mentre altrove il sistema evolve

Rosario Battiato

Differenziata, Sicilia maglia nera mentre altrove il sistema evolve

giovedì 26 Agosto 2010

Nell’Isola la raccolta di materiale da riciclare è al 6,7% e aumenta la produzione conferita in discarica. In provincia di Lucca messo a punto un sistema che avverte gli utenti scorretti

FIRENZE – Mentre la Sicilia produce sempre più immondizia ed è all’ultimo posto in Italia per la raccolta differenziata, altrove il sistema di riciclo si evolve. Da settembre Capannori, una cittadina in provincia di Lucca dove è già attivo il servizio di raccolta porta a porta, adotterà una sorta di “semaforo dei rifiuti” per comunicare con gli utenti e dire loro se hanno realizzato, o meno, in modo corretto, la raccolta differenziata.
Gli addetti lasceranno sul posto un cartellino di colore giallo in caso di scorrettezze lievi e di colore rosso in caso di scorrettezze gravi. Il nuovo sistema di controllo è già stato sperimentato con successo nella frazione di Marlia dove è emerso che gli errori più gravi consistono nel gettare nell’indifferenziato i materiali che vanno differenziati. “Grazie a questi passi avanti – spiega l’assessore all’ambiente di Capannori Alessio Ciacci – potremo migliorare la qualità del riciclo e aumentare la sostenibilità dei nostri comportamenti continuando a costruire una politica che guarda al futuro e al benessere, puntando sui corretti comportamenti’’.
Tra le novità che saranno adottate a Capannori, il cui sindaco è Giorgio Del Ghingaro, c’è anche l’introduzione della tariffa puntuale nel 2012 con l’obiettivo di “‘dar vita a un nuovo regime tariffario, che si baserà solo sulla quantità dei rifiuti prodotti da ciascun cittadino, nelle prossime settimane sarà individuata una frazione-pilota del territorio comunale dove iniziare a sperimentare il nuovo sistema”.
E nell’Isola? La raccolta differenziata non riesce a decollare: appena il 6,7%, dato che fa rimediare all’isola la maglia nera in Italia, mentre l’88,9% finisce in discarica. Siracusa, la città del ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacono, è all’ultimo posto in classifica: solo il 3,8% della spazzatura viene differenziata, Agrigento addirittura arretra di 2 punti percentuali. Male anche altri sei capoluoghi di provincia, tra cui Catania e Palermo.
L’impietosa fotografia sulla gestione dei rifiuti nell’isola emerge dall’ultimo studio, aggiornato a luglio 2010, dell’Istat sugli indicatori ambientali urbani. I dati evidenziano come in Sicilia sia ancora la discarica la destinazione principale dei rifiuti; negli ultimi 13 anni l’isola ha fatto registrare appena 6 punti di crescita del tasso di raccolta differenziata (era 0,7% nel 1996), a fronte di una media nazionale di 30,4 punti.
Su 116 comuni capoluogo, solo 26 hanno raggiunto l’obiettivo del 50% di differenziata nel 2009, come previsto dalla legge 296 del ‘96 e tra questi non c’è alcuna città siciliana. I dati confermano la difficoltà della pubblica amministrazione a imprimere una svolta decisiva nella gestione e nel trattamento dei rifiuti in Sicilia, dove il sistema delle Ato Spa ha fallito determinando un debito pubblico di oltre 1 miliardo di euro. Nel 2009 nei capoluoghi di provincia in Italia sono stati raccolti 604,3 chilogrammi di rifiuti urbani per ogni abitante (non pericolosi, vegetali etc.), 37,9 chilogrammi in più rispetto al 2000. Nel Sud l’aumento è stato di 31,4 chilogrammi, nelle isole di 25,6 chilogrammi. In Sicilia in nove anni la produzione di rifiuti è aumentata di 15,4 chilogrammi. Catania è al primo posto in assoluto nel Paese con 746 chilogrammi di spazzatura per abitante.

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