L’autunno caldo dell’emergenza rifiuti - QdS

L’autunno caldo dell’emergenza rifiuti

Rosario Battiato

L’autunno caldo dell’emergenza rifiuti

venerdì 03 Settembre 2010

In lungo e in largo l’Isola riesplode il problema dei mancati pagamenti dei Comuni alle aziende che si occupano di smaltimento. Entro il 21 settembre Lombardo deve adeguare il Piano regionale secondo l’ordinanza di Berlusconi

PALERMO – Le tappe più recenti della querelle rifiuti in Sicilia non fanno altro che ribadire lo stato di confusione che regna sovrano nel settore. Poco più di un mese fa l’assessore Pier Carmelo Russo aveva fissato in circa un anno i tempi per la completa sostituzione delle 27 Ato con liquidazione, secondo l’articolo 45 della Finanziaria, di competenza dell’assessorato all’economia, dipartimento bilancio, attestando come la Regione nel passaggio avrebbe dovuto coprire il 50% dei passivi delle società d’ambito. La definitiva conclusione dell’era Ato, uno dei tanti debiti gestionali portato in dote dall’era Cuffaro, che era stata fissata nella riforma dei rifiuti stabilita nella legge 9/2010 dello scorso aprile, sarà quindi definitivamente completata per aprile 2011.
Intanto, però i problemi si moltiplicano e l’emergenza non si ferma. Oltre i ben noti fatti del collegamento tra ciclo dei rifiuti e criminalità organizzata – denunciato alla Istituzioni nazionali sia dal governatore Raffaele Lombardo che dall’assessore Pier Carmelo Russo – continuano le proteste locali per le difficoltà finanziarie delle società d’ambito. Nelle ultime settimane si sono moltiplicati scioperi e disagi degli addetti al settore: ad Agrigento hanno incrociato le braccia i lavoratori delle ditte dell’Ato Gesa senza stipendio da diversi mesi, a Trapani gli addetti alla raccolta della Belice Ambiente hanno disertato le ore di lavoro a causa dell’assenza dello stipendio da tre mesi, a Enna i frati si sono improvvisati raccoglitori di rifiuti per consentire una celebrazione religiosa dato lo sciopero dei lavoratori dell’Ato Rifiuti locale. A Caltanissetta è giunta la fine per la discarica Siculiana che chiuderà in questa settimana con conseguente ed inevitabile crisi dell’intero sistema.
Un destino che potrebbe essere comune a molte altre discariche isolane – secondo i tecnici dell’ormai ex Agenzia regionale Rifiuti e Acque le discariche siciliane dovrebbero chiudere i battenti entro il 2011 – e che rischia di far collassare l’intero sistema, dal momento che circa l’88% dei rifiuti vengono ancora smaltiti in maniera indifferenziata.
La questione resta pertanto fortemente correlata alla strategia che il governatore vorrà adottare nel breve periodo – dopo aver fortemente voluto la riforma che fissa il 50% di differenziata da raggiungere entro il 2015 – soprattutto in virtù della sua recente nomina a commissario delegato dell’emergenza rifiuti in Sicilia. Nominato dal Cdm lo scorso 9 luglio la prima scadenza del neo commissario è quella di presentarsi entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell’ordinanza PCM sulla Guri del 23 luglio con un piano regionale dei rifiuti adeguato alle nuove esigenze e garantire così almeno il 35% di differenziata entro il 2011 (attualmente l’Isola oscilla intorno al 6%). Gli appuntamenti di Lombardo sono parecchio stringenti: adeguamento del piano da attuare entro la terza decade di settembre, saturazione delle discariche, liquidazione Ato, differenziata, costruzione di impianti di smaltimento (non escluse forme più recenti di termovalorizzatori).
L’estate è finita ma i giorni più caldi per il governatore devono ancora arrivare.

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