Marco Venturi: “Sulla vicenda Fincantieri la Regione ha fatto la propria parte” - QdS

Marco Venturi: “Sulla vicenda Fincantieri la Regione ha fatto la propria parte”

Marco Venturi: “Sulla vicenda Fincantieri la Regione ha fatto la propria parte”

martedì 21 Settembre 2010

Ieri a Palermo la protesta degli operai dell’indotto. Circa 1.000 persone rischiano il posto per mancanza di commesse. L’assessore: “Garantite risorse per avviare la ristrutturazione dei bacini di carenaggio”

PALERMO – Si è svolta ieri la protesta degli operai dell’indotto, circa 300 persone, davanti ai cancelli della Fincantieri a Palermo. In raccordo con le Rsu di Fim Fiom e Uilm i lavoratori avevano scioperato, interrompendo i lavori sulla piattaforma Scarabeo 8 della Saipem, ferma in banchina. All’esterno della fabbrica ci sono stati momenti di tensione tra i lavoratori preoccupati per il loro futuro. Sono circa 1.000 gli operai che lavorano per le ditte dell’indotto Fincantieri, per il quale svolgono attività di riparazione. Gli operai temono di perdere i posti di lavoro non appena sarà trasferita la piattaforma della Saipem – andrà via il 10 ottobre – poiché al momento non ci sarebbero altre commesse.
In merito alla crisi del gruppo Fincantieri e delle proteste di stamattina nello stabilimento di Palermo, l’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi ha detto: “Ritengo utile ribadire l’importanza strategica degli storici Cantieri navali di Palermo per la loro posizione fondamentale, nel cuore del mare Mediterraneo. Abbiamo garantito risorse per avviare la ristrutturazione dei due bacini di carenaggio e, con la firma del protocollo di intesa, nel giugno scorso, tutti gli attori coinvolti – Regione, Comune, Autorità portuale e la stessa Fincantieri – hanno condiviso il progetto di rilancio dello stabilimento.
 
L’ipotesi di ridimensionamento, nell’ambito di un piano industriale che non e’ ancora stato ufficializzato, potrebbe comunque essere legato alla crisi economica e finanziaria, alla mancanza di commesse. Ma da Fincantieri è stato ribadito l’impegno nei confronti dei Cantieri di Palermo, non è stata annunciata nessuna chi usura e qualunque provvedimento comunque potrebbe essere sempre revocato a seconda dell’evoluzione del mercato”. “Invito tutti a rispettare gli accordi, ciascuno per la propria parte – ha concluso Venturi – nel rispetto anche dei lavoratori diretti e dell’indotto. è chiaro che faremo tutto il possibile per difendere lo status del Cantiere navale di Palermo e ci auguriamo che il Governo nazionale ci conceda finalmente i fondi Fas che ci permetteranno di completare la somma necessaria per coprire la ristrutturazione dei bacini di carenaggio”.
“A quale ministro devono rivolgersi i 300 operai della Fincantieri in sciopero a Palermo? Da chi devono attendere risposte concrete? Che cosa sta facendo il governo per sostenere le aziende, rilanciare il sistema industriale e tutelare l’occupazione?”, chiede intanto il senatore del Pd, Giuseppe Lumia. “In tutti i Paesi industrializzati – aggiunge – i governi hanno affrontato la crisi sviluppando una politica industriale. In Italia, invece, regna l’improvvisazione: da più di quattro mesi il ministero dello sviluppo economico è vacante, il governo ritarda l’assegnazione dei fondi per le aree sottoutilizzate. Nel frattempo le aziende continuano a licenziare e a chiudere, lasciando, soprattutto al Sud, situazioni drammatiche”.
Per l’eurodeputato del Pd Rita Bosellino, “la vicenda dei Cantieri navali di Palermo rischia di diventare una storia infinita, a danno degli operai che già sopportano il peso della cassa integrazione e l’incertezza per il futuro. La Regione siciliana ha una responsabilità importante. Si faccia pertanto carico degli impegni presi e finora mancati con Fincantieri, che prevedevano una serie di investimenti nelle infrastrutture dell’area cantieristica, in particolare la ristrutturazione dei bacini da 19 mila e da 52 mila tonnellate. Bisogna mettere fine a questa situazione – ha aggiunto – e garantire le commesse necessarie per salvaguardare il ruolo del sito industriale e il lavoro degli operai e dell’indotto”.

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