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Messina – Servizi sociali: vertenze irrisolte, debiti accumulati per 750 mila euro

Francesco Torre

Messina – Servizi sociali: vertenze irrisolte, debiti accumulati per 750 mila euro

giovedì 23 Settembre 2010

In attesa di individuare le soluzioni burocratiche, i dipendenti restano senza stipendio. Coop. Futura e Don Orione, le vicende e la leggerezza. Penalizzati i più deboli

Messina – Quest’amministrazione comunale non ha a cuore i servizi sociali. Non ha a cuore i più deboli, i più anziani, i più malati, i più poveri. Non ha a cuore la solidarietà e il rispetto del diritto alle cure mediche. Ciò è ormai evidente e ulteriore dimostrazione è venuta dalla lettura del Documento di linee guida del nuovo Prg dove – a fronte di notevoli cenni a futuri campi da golf, alberghi e casinò – le parole “anziani”, “infanzia”, “asilo”, “ospedale” non sono nemmeno accennate. Semplice “dimenticanza”? Difficile crederlo, vista la gestione del settore in questi anni e la leggerezza talvolta dimostrata nel dirimere vicende che continuano a trascinarsi da tempo senza nessuna prospettiva di soluzione o quasi.
Coop. Futura. La vertenza dai risvolti più squallidi, che mette insieme profili di malapolitica e cattiva gestione del servizio pubblico. A giugno si era arrivati ad un accordo tra le parti ma – come previsto dalla Cgil – i vertici della cooperativa hanno pensato bene di incassare le fatture dal Comune senza corrispondere quanto dovuto ai lavoratori. Dal canto suo, l’amministrazione ha replicato con la decisione di non rinnovare l’affidamento del servizio di trasporto dei disabili presso i centri riabilitativi alla Futura, e di procedere al pagamento diretto degli stipendi ai lavoratori. Il quadro attuale è questo: la cooperativa preannuncia azioni legali, il Comune non dà seguito alle promesse, i dipendenti muoiono di fame (e non per il recente sciopero).
Istituto Don Orione. Il capolavoro della Giunta Buzzanca. Nel febbraio scorso, infatti, l’amministrazione si accorge della scadenza della concessione alla cooperativa Faro85 solo un giorno prima della deadline. La struttura è virtuosa e continua a servire i disabili nell’attesa di sviluppi, la Regione si pronuncia sfavorevolmente nei confronti di una nuova proroga e invoca un bando, si tenta maldestramente di mediare tra le parti e intanto i debiti accumulati da Palazza Zanca aumentano, galoppano. In estate, però, l’ipotesi bando tramonta e da Palermo si vorrebbe la trasformazione dell’Istituto da Centro riabilitativo a Casa protetta per disabili, con relativo risparmio netto sui trasferimenti. L’Istituto non ci sta e chiede che una commissione dell’Asp valuti le necessità degli ospiti della struttura e la qualità dei servizi. La commissione si pronuncia: “i servizi non si toccano”. L’Asp fa un passo indietro e promette di garantire gli standard di sempre. La questione economica e organizzativa, però, non si risolve. E partono i decreti ingiuntivi da parte dei legali dell’Istituto. Da febbraio anticipati ai lavoratori della cooperativa 750 mila euro. Il Comune dovrà trovarli, ma pare che disponibili ve ne siano solo 500 mila.
Dilettanti allo sbaraglio.
 

 
Nodi critici. Sfuma il trasferimento delle famiglie Rom
 
Messina – Non si possono non citare almeno altre due situazioni alquanto paradossali. La prima riguarda un aspetto prettamente burocratico. Evidenti da mesi erano diventati gli attriti tra l’assessore al ramo Pinella Aliberti dell’Mpa e il dirigente Antonino Cama, quest’ultimo responsabile di aver esitato per ben tre volte il bando per l’affidamento dei servizi e di averlo ritirato altrettante volte per vizi formali. Bene, il dirigente in questione è stato “spostato” da Buzzanca al Dipartimento Cultura e al suo posto è arrivato il capace e volenteroso Giacomo Leotta. Vedremo se saprà sbrogliare la matassa. Altrettanto fallimentare su tutta la linea il tentativo di risolvere la questione Rom. L’ignoranza e il razzismo di una parte della cittadinanza hanno avuto il sopravvento sul volere della Giunta, il trasferimento delle 11 famiglie nei locali stabiliti da Palazzo Zanca non ha avuto luogo e adesso non si sa bene cosa succederà. E intanto l’assessore Aliberti convoca una conferenza dei servizi dichiarandosi “soddisfatta”.
Beata lei!

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