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Palermo – Sull’Università la scure di Lagalla. “Piano di rientro, conti in ordine”

Agostino Laudani

Palermo – Sull’Università la scure di Lagalla. “Piano di rientro, conti in ordine”

venerdì 01 Ottobre 2010

Un indebitamento di 28 mln € da azzerare con mutui e dismissioni immobiliari entro il 2012. Approvato il consuntivo 2009. Deficit dimezzato e contenimento delle spese

PALERMO – L’Università di Palermo chiude il bilancio consuntivo 2009 dimezzando il deficit, programmando nuove assunzioni di ricercatori e mettendo un punto fermo nel difficile compito della definizione dei debiti pregressi. Il saldo negativo, comprensivo dei debiti ereditati dai passati bilanci, è di 28 milioni di euro, cifra che sarà “spalmata” attraverso un piano di rientro pluriennale che è stato contestualmente approvato.
“Chiudiamo così- commenta il rettore, Roberto Lagalla – un biennio molto difficile in cui si inseguivano voci sulla tenuta finanziaria dell’Ateneo e cifre a tre zeri sui debiti. Possiamo dire adesso con serenità, un pizzico di soddisfazione e la gratitudine per tutti coloro che si sono impegnati nel risanamento, che l’Università ha rimesso i suoi conti a posto, nonostante i pesantissimi tagli inferti dal governo centrale”.
Il lavoro sul 2009, si legge nella nota, ha dato una brusca frenata a una corsa verso l’indebitamento. Ogni anno, dal 2003 in poi, l’Università chiudeva i suoi conti con 31 milioni di euro di deficit, che fino al 2008 è stato assorbito dall’avanzo di amministrazione, cioè da riserve che si sono prosciugate. La situazione, nel 2009, si è appesantita ulteriormente con gli 8 milioni tagliati dal Fondo di finanziamento ordinario, con i 5,2 sopravvenuti per sentenze, e con altre partite derivanti dai precedenti esercizi: in totale circa 60 milioni. “Nonostante questo, oggi, il consuntivo 2009 riesce a dimezzare il deficit a 28 milioni complessivi, meno della metà di quanto sarebbe stato senza la manovra”, dice il rettore.
Adesso – grazie a un dettagliato programma di contenimento delle spese da qui al 2013 – l’Università, prosegue la nota, conta da un canto di mettere il bilancio in pareggio nel 2012 e, dall’altro, di azzerare il deficit pregresso grazie a mutui, vendita di immobili, attrazione di risorse esterne. Ma soprattutto grazie a un’operazione innovativa di valorizzazione del patrimonio immobiliare condotto avvalendosi del “fondo Aristotele” attivato dall’Inpdap e rivolto alle Università.
In termine tecnico si chiama lease-back: una particolare forma di finanziamento che consiste nella vendita dei beni all’Istituto previdenziale, che contestualmente li assegna all’Ateneo in locazione finanziaria (una sorta di leasing). Al termine del contratto, l’Università potrà riscattarli.
E quindi, ecco il futuro illustrato nel piano pluriennale. Un futuro di rigore nel quale però, si legge nella nota, si definisce – quale indirizzo politico – lo stanziamento di risorse per nuove assunzioni già prima dell’equilibrio dei conti. Le economie sul personale, per gli anni 2011, 2012 e 2013 verranno utilizzate, rispetto a ogni esercizio immediatamente precedente, in ragione rispettivamente, del 14, del 27, del 25 per cento per nuove assunzioni.
“Grazie alla chiarezza e la certezza del piano finanziario – dice il rettore – è possibile adesso fare una programmazione intelligente. Già martedì il Senato accademico sarà chiamato a deliberare su 28 posti da ricercatore messi a disposizione dal Consiglio di amministrazione, che si aggiungono ai 59 programmati.
Inoltre abbiamo messo proceduto alla stabilizzazione degli ottanta precari aventi titolo, in servizio da oltre dieci anni presso l’Università. Cinque le voci previste nel piano di rientro: funzionamento e gestione, spese obbligatorie (personale, tasse, mutui), didattica e servizi collegati, servizi agli studenti, ricerca e sviluppo. In complesso, da qui al 2013, previsti circa 50 euro di risparmi, con una particolare attenzione alla razionalizzazione delle spese di funzionamento e l’attenzione su due settori strategici come servizi agli studenti e ricerca”.

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