Turismo, piano settoriale “fuori tempo” - QdS

Turismo, piano settoriale “fuori tempo”

Michele Giuliano

Turismo, piano settoriale “fuori tempo”

martedì 05 Ottobre 2010

La Regione concede finanziamenti ai Comuni tenendo però conto dello stato in cui si trovavano quattro anni fa. Restano fuori, tra gli altri, Carini e Isola delle femmine a Palermo e Alcamo a Trapani

PALERMO – In provincia di Palermo restano tagliati fuori Trappeto, Carini e Isola delle Femmine. Un po’ a sorpresa, in provincia di Trapani, Alcamo. Molte altre le “vittime illustri” un po’ in tutte le province siciliane del Piano settoriale del Turismo, strumento che costituisce la programmazione per l’individuazione delle località a vocazione turistica riferibile alle linee di intervento del P.O. FESR 2007-2013 di competenza dell’Assessorato al Turismo della Regione siciliana.
Un piano che riserva non poche amarezze specie ai Comuni costieri. In base al decreto assessoriale pubblicato ufficialmente nei giorni scorsi, numerosi Comuni a vocazione turistica non sono riusciti ad entrare in questo ambito, il che vuol dire che dalla Regione e dall’Unione Europea non arriveranno fondi e quindi investimenti. In provincia di Palermo sono entrati nel Piano, ovviamente assieme al capoluogo, Bagheria, Monreale, Termini Imerese, Cefalù, Terrasini, Castelbuono, Balestrate, Petralia Soprana, Ustica, Piana degli Albanesi, Collesano, Castellana Sicula, Campofelice di Roccella, Cinisi, Capaci.
In provincia di Trapani, invece, l’ok è arrivato per Castellammare del Golfo mentre la vicina Alcamo si ritrova fuori. Scelte che hanno lasciato un po’ di perplessità se si considera che molti territori sono cresciuti in questi ultimi anni. Appare dunque evidente che le città escluse non hanno raggiunto i parametri di eccellenza richiesti dalla Regione. Infatti ad incidere positivamente su questo riconoscimento non solo il mare pulito, ma anche paesaggi da cartolina, spiagge incantevoli, arte, buona cucina, servizi e la pista ciclabile.
In realtà c’è l’inghippo dietro: infatti questo riconoscimento è stato dato in base all’ultima rilevazione fatta dagli stessi uffici competenti della Regione e dagli enti interessati e risale al 2006. Un piano settoriale dunque che risulta abbastanza datato e non tiene conto di molte novità nel panorama turistico siciliano. Basti pensare al recupero di 7 chilometri di costa ad Alcamo, sino a un anno fa non balneabili, oppure alla nascita della Cantina Borbonica a Partinico, grande struttura Ottocentesca fatta costruire da Re Ferdinando I. Ma questi sono solo alcuni esempi.
Secondo quanto si evince dallo stesso decreto i parametri di riferimento sono quindi quelli di quattro anni fa. Troppi per dare un giudizio oggi con la conseguenza di penalizzare magari chi ha investito molto sul turismo per poi ritrovarsi senza neanche un appoggio economico dagli enti sovracomunali.
Alla luce delle decisioni adottate dalla Giunta di Governo regionale con deliberazione del 6 marzo 2009, l’attuale disponibilità finanziaria per gli interventi previsti in questo ambito ammonta a circa 4 milioni di euro.
Soldi destinati “ai centri a maggiore attrattività turistica – come si legge nel decreto approvato dalla stessa Regione – e nei siti di interesse per la migliore fruizione da parte dei visitatori, quali la realizzazione di adeguata segnaletica stradale e pannelli informativi esplicativi”.
 

 
L’approfondimento. Soldi utili per il completamento delle infrastrutture
 
Secondo il Dipartimento del Turismo della Regione Siciliana, “il turismo continua ad essere un settore trainante per l’economia regionale che negli ultimi anni ha proseguito nella sua crescita, anche in termini più favorevoli rispetto ai valori medi nazionali”.
In realtà, il giudizio si rifà sempre a prima del 2006. Non tiene quindi conto dell’ultimo triennio durante il quale si sono registrate notevoli contrazioni di arrivi e presenze nell’Isola. Questo significa in parole povere che si rischia di garantire finanziamenti a territori che in realtà sono storicamente a vocazione turistica ma che hanno finito per perdere attrattività. Quindi il rischio concreto è quello di far scivolare via i soldi in mille rivoli senza magari potenziare quel territorio che sta risultando negli ultimi anni un’innovazione nel mercato.
Chi è stato riconosciuto in questo Piano Settoriale potrà usufruire di finanziamenti per la realizzazione di interventi nei centri a maggiore attrattività turistica e nei siti di interesse per la migliore fruizione da parte dei visitatori, quali la realizzazione di adeguata segnaletica stradale e pannelli informativi esplicativi o la realizzazione di nuovi parcheggi, anche con il concorso di risorse finanziarie private.
Quindi, soldi che fanno comodo in un territorio, come quello siciliano, che di carenze di infrastrutture ancora oggi ne soffre fortissimamente.

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