Commissione lavoro all’Ars cerca soluzioni al bluff della L. 407/91 - QdS

Commissione lavoro all’Ars cerca soluzioni al bluff della L. 407/91

Michele Giuliano

Commissione lavoro all’Ars cerca soluzioni al bluff della L. 407/91

giovedì 07 Ottobre 2010

Imprenditori senza scrupoli aggirano la norma, imponendo dimissioni in bianco al termine delle agevolazioni. La Regione come intermediaria per chiedere il ripristino della L. 188/07

PALERMO – La legge 407 per l’assunzione agevolata di lavoratori a tempo indeterminato? In Sicilia è soltanto un bluff. Proprio nella terra in cui questa misura agevolativa per le imprese sembrava essere la più calzante, considerato il periodo di grandi difficoltà e l’altissima percentuale di disoccupati, si scopre invece che la norma è stata trasformata in un vero e proprio business.
Lo ha potuto appurare direttamente la Commissione Lavoro all’Assemblea regionale siciliana che ha deciso di mettere al centro dell’agenda proprio questo problema. A spiegare dove sta l’inganno il vicepresidente della Commissione stessa, Totò Lentini: “In una terra affamata di lavoro, paradossalmente, – dice – alcuni strumenti di agevolazione per le assunzioni si sono trasformati in strumenti che generano disoccupazione e ledono i diritti dei lavoratori. Penso alle agevolazioni della Legge 407/1990, che dimezza i contributi da versare in caso di assunzione di disoccupati di lunga durata e cassintegrati. Spesso però, imprenditori senza scrupoli pretendono la sottoscrizione di lettere di dimissioni ‘volontarie’ in bianco. In pratica utilizzano questi lavoratori per due anni, che poi è il termine di durata dell’agevolazione, per poi sbatterli fuori e, magari, sostituirli con altri”. Effettivamente, nonostante in Sicilia comunque i dati sulla disoccupazione siano addirittura peggiorati, il ricorso alle assunzioni con la legge 407 ha trovato un certo riscontro. Però se davvero questo ricorso a pratiche scorrette fosse realmente stato applicato si può dire che realmente nell’Isola non è cambiato nulla, sia sotto il profilo lavorativo che anche culturale.
 
“Questa situazione suona come una doppia beffa – aggiunge Lentini – visto che alla tragedia della perdita di un’occupazione, sostenuta con fondi pubblici, si somma l’impossibilità di accedere al trattamento di disoccupazione ed alle altre misure per l’assunzione! Di tale pratica criminale – prosegue il deputato – deve essersi accorto qualcuno, visto che il legislatore nazionale con legge 188/2007 aveva imposto che le dimissioni del lavoratore dovessero essere sottoscritte di fronte ai competenti uffici pubblici dei Centri per l’Impiego, proprio per garantire che fossero effettivamente ‘volontarie’. Incredibilmente tale norma è stata abolita l’anno successivo. Perché si ponga fine a questo scempio che arricchisce imprenditori senza scrupoli a danno di chi ha bisogno di lavorare, mi sono fatto promotore di una mozione parlamentare, che impegna il Governo regionale ad intervenire presso le istituzioni centrali per ripristinare la legge 188 e svolgere, tramite gli Ispettorati del Lavoro, una speciale azione di vigilanza e repressione di tali abusi. è tempo – conclude Lentini – che i fondi pubblici sostengano le imprese serie intenzionate a realizzare occupazione stabile, senza più foraggiare chi, come alcune grandi imprese commerciali fanno, sfrutta e beffa i lavoratori”.
Alla Regione dunque spetta l’ultima parola per mettere fine a questo fenomeno che ancora una volta penalizza il mercato del lavoro siciliano.
 

 
L’approfondimento. Come funziona la legge 407 del 1990
 
La legge 407 ha ovviamente dei limiti e dei parametri da rispettare. I beneficiari sono imprese e loro consorzi, enti pubblici economici, associazioni professionali, socio culturali, sportive, fondazioni, datori di lavoro iscritti agli albi professionali (quando il progetto di formazione venga predisposto dagli ordini e collegi professionali) alla condizione che abbiano confermato il 50 per cento dei lavoratori assunti il cui Contratto sia scaduto nei 24 mesi precedenti, enti pubblici di ricerca. Un ulteriore requisito è rappresentato dal fatto che non devono essere in atto sospensioni dal lavoro con richiesta di intervento della Cigs (Cassa integrazione guadagni) e non devono essere state realizzate riduzioni di personale nei 12 mesi precedenti, per le medesime professionalità. Sono inoltre esclusi i datori di lavoro che non hanno confermato almeno il 60 per cento dei (contratti di formazione lavoro) scaduti nei 24 mesi precedenti. Le finalità di questa norma è quella di incentivare l’assunzione e l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. E’ inoltre prevista l’assunzione, a tempo determinato, di giovani di età compresa fra i 16 e i 32 anni senza qualificazione nel settore.

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