Siremar indebitata, traghetto sequestrato - QdS

Siremar indebitata, traghetto sequestrato

Rosario Battiato

Siremar indebitata, traghetto sequestrato

venerdì 08 Ottobre 2010

Le casse della compagnia sono vuote. Il sindaco dell’Isola, Aldo Messina: “Gravi disagi per la popolazione”. Il mezzo che collega Ustica a Palermo fermato dalla magistratura, a rischio i beni di prima necessità

USTICA (PA) – Ancora a rischio i collegamenti con le isole minori in Sicilia a causa dell’irrisolta questione della privatizzazione della Siremar, la propaggine regionale del gruppo Tirrenia. Stavolta le proteste arrivano da Ustica e fanno capo al primo cittadino Aldo Messina.
“Il mancato ripristino del collegamento tra Ustica e Palermo sta creando gravi disagi alla popolazione: con il traghetto Siremar, infatti, vengono trasportati anche i farmaci, i viveri e altri beni di prima necessità”.
Lo stop ai collegamenti deriva dal sequestro del traghetto ordinato dalla magistratura a causa dei debiti contratti dalla Siremar. Ma il sindaco dell’isola non ci sta. “L’atto – ha sostenuto Messina – appare peraltro in contrasto con l’art 645 comma C del codice di navigazione, che proibisce il sequestro di mezzi navali adibiti a trasporto pubblico, senza la preventiva autorizzazione del competente ministero”.
Il problema in ogni caso resta tutto vincolato alle case della compagnia di navigazione, da anni ormai sommersa dai debiti. Proprio questa situazione debitoria ha coinvolto gli operatori portuali di Ustica, che non percepiscono stipendi da almeno tre mesi, e le casse del Comune che non ricevono gli importi derivanti dai ticket dei viaggiatori. Un blocco che di fatto ferma una parte dell’economia isolana, anche se a breve si dovrebbe concludere il processo di privatizzazione che dovrebbe poter innescare una gestione virtuosa. Intanto si prova a correre ai ripari. Il sindaco ha già chiesto all’assessorato regionale ai Trasporti di aumentare il numero di corse con la motonave traghetto della compagnia NG.
Del resto, sulla compagnia di navigazione ha come socio maggioritario Tirrenia i cui debiti ammontano complessivamente a 646,6 milioni di euro, e la situazione contabile, aggiornata al 4 agosto 2010, ha già registrato 15 milioni di euro di debito scaduti, mentre ci sono altri 227 milioni di debiti verso banche a breve, e 182 milioni che rappresentano la quota debitoria a medio e lungo termine.
La società di navigazione siciliana, anch’essa in amministrazione controllata come il gruppo madre, è stata oggetto nei giorni scorsi di una pubblicazione su alcuni quotidiani nazionale a cura di Giancarlo D’Andrea, commissario straordinario, che richiedeva la presentazione delle manifestazione di interesse per la sola Siremar entro la prossima scadenza del bando il prossimo 20 ottobre all’advisor Rotschild. Adesso si attendono armatori siciliani di buona volontà. Fino a qualche tempo fa si era fatto il nome della famiglia Franza, armatori messinesi, che però sulla questione non è si è mai sbilanciata in maniera netta. Si è fatta avanti anche la Mediterranea Holding che punta all’acquisizione del duo Tirrenia e Siremar, nonostante la stessa Regione Siciliana, che ha costituito la holding specificatamente per tentare l’assalto alla compagnia, ne avesse già rifiutato la componente regionale circa un anno fa in quanto non convinta della bontà dell’affare e dei pesanti oneri economici data la situazione debitoria della compagnia.

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