Case, in frenata prezzi e transazioni siamo tornati ai livelli di sette anni fa - QdS

Case, in frenata prezzi e transazioni siamo tornati ai livelli di sette anni fa

Francesco Torre

Case, in frenata prezzi e transazioni siamo tornati ai livelli di sette anni fa

venerdì 12 Giugno 2009

Immobili. L’andamento del mercato nelle province siciliane.
L’analisi. I dati dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia del Territorio è la fonte maggiormente autorevole per avere un’idea di come si evolvono le cifre del settore in tutta l’Italia.
Tendenza. Un certo rallentamento si nota con più evidenza esaminando il trend degli ultimi tre anni, anche se non si può parlare di una vera e propria crisi data la varietà del comparto.

Palermo – “C’è la crisi, non si comprano e non si vendono più case”. “La mia abitazione sta perdendo valore”. “Le banche non fanno più mutui”. In una società basata sulla famiglia e sugli investimenti sicuri come quella italiana e siciliana in particolare, la “casa” rappresenta da sempre qualcosa di fondamentale: un obiettivo di vita, un valore assoluto, quasi sacro, un bene che produce reddito senza rischi. è per questo che l’allarme generale che si è abbattuto sul fronte economico, con la crisi delle banche americane, non poteva che gettare ombre foschissime sul nostro mercato immobiliare, dando luogo alle dicerie – più o meno vicine alla realtà – che abbiamo sopra accennato.
In realtà, però, una frenata c’è stata e continua ad esserci. Parziale, con forti distinguo tra aree geografiche e tipo di immobili, ma c’è e i dati la registrano in modo inequivocabile. Anche in Sicilia.
Basta leggere con attenzione i dati pubblicati recentemente dall’Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia del Territorio, la fonte più autorevole del settore in Italia.
VOLUMI – Per quanto riguarda l’intero anno 2008 si è segnalato un decremento complessivo del 13,7% rispetto al 2007. Complessivamente, nel 2008 si sono registrate un totale di 1.519.796 transazioni, un livello che ha fatto tornare il mercato ai volumi del 2001/2002. Tale tendenza negativa, poi, è risultata in aumento con il suo culmine nel IV trimestre 2008, che ha visto rispetto all’anno precedente una diminuzione del 16,5% (492.453 transazioni nel IV trimestre 2007; 411.423 nello stesso periodo del 2008). Tale calo di compravendite, inoltre, è risultato maggiore nel Nord e nel Centro (-16,4%) e più contenuto al Sud (-11,6%), e in generale particolarmente accentuato nei comuni minori. In questo senso, il dato di Palermo è indicativo: nel 2007 in città sono state registrate 6.447 transazioni, l’anno successivo 5.741, con una flessione dell’11%; in provincia, invece, le transazioni 2007 sono state 6.683 contro le 5.880 del 2008, con un decremento del 12%. Percentuali che crescono di molto a Catania, dove la flessione tra il numero di transazioni del III trimestre 2008 rispetto al medesimo periodo dell’anno 2007 è addirittura del 16,8% in città e del 14,1% in provincia.
QUOTAZIONI – Nel II semestre 2008 è stata registrata una lieve variazione del valore medio nazionale, per unità di superficie commerciale, degli immobili residenziali con la quotazione media che sale a 1.582 €/mq, crescendo così solo del +0,2% rispetto al primo semestre 2008. Le quotazioni, quindi, sono mediamente stazionarie, in netto contrasto con le variazioni al rialzo dei semestri precedenti (+1,4% del I semestre 2008 rispetto al II semestre 2007). Su base annua, invece, nel II semestre 2008 le quotazioni sono cresciute mediamente del 1,6% contro il 4,3% registrato lo scorso semestre. Nelle grandi città sopra i 250 mila abitanti, e questa è la vera notizia, è avvenuta la prima, seppur lieve, flessione delle quotazioni (- 0,6% il decremento dei prezzi delle abitazioni, rispetto al +1,1% registrato nel I semestre 2008). Negli articoli di approfondimento della pagina analizzeremo il dato siciliano nel dettaglio.
Fatturato – Tutto ciò si è ripercosso inevitabilmente sul fatturato complessivo. Pari a circa 127 mld di euro nel 2007, si è ridotto infatti a 112 mld nel 2008, con una flessione pari al 12% circa.
Cosa dobbiamo dedurre? Che le voci di popolo accennate sopra nascondevano più di un fondo di verità? Forse. O forse no. Se certamente possiamo considerare un certo rallentamento nel mercato immobiliare italiano da circa 3 anni a questa parte, pure la parola “crisi” sembra assolutamente esagerata, e ciò è dimostrato da livelli di compravendita comunque piuttosto elevati (che coinvolgono mediamente quasi due italiani su 50 all’anno). La casa, in Italia, è ancora un bene troppo prezioso per perdere valore e interesse sul mercato. Ma già il dato delle grandi città ci presenta una società in evoluzione. Dati parziali, che andranno verificati nel tempo.

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