Aria, rifiuti e mancanza di verde, perché Catania e Palermo ultime - QdS

Aria, rifiuti e mancanza di verde, perché Catania e Palermo ultime

Liliana Rosano

Aria, rifiuti e mancanza di verde, perché Catania e Palermo ultime

mercoledì 20 Ottobre 2010

“Ecosistema urbano 2010” di Legambiente conferma l’arretratezza ambientale delle città siciliane. Qualità ecologica scadente dopo l’esame di 125 parametri: sindaci sotto accusa

PALERMO – Triste primato per Palermo e Catania, le due città siciliane che si trovano rispettivamente al penultimo e all’ultimo posto della classifica finale di “Ecosistema Urbano 2010”, l’annuale ricerca di Legambiente sulla sostenibilità delle città italiane.
Il rapporto, che mette nero su bianco la qualità ecologica dei 103 capoluoghi di provincia italiani, è il risultato dell’incrocio di oltre 125 mila dati ricavati da informazioni e statistiche riferite a ben 125 parametri che vanno dall’affidabilità del trasporto urbano alla superficie verde per abitante, dall’efficienza del sistema idrico alla qualità dell’aria, dai chilometri di piste ciclabili alla quantità di acque reflue depurate, dalla diffusione delle energie rinnovabili alla gestione dei rifiuti e alla loro raccolta differenziata
Drammatica la situazione  per il capoluogo etneo che si piazza ancora una volta ultimo in classifica confermando la carenza nella politiche ambientali: dalla gestione dei rifiuti, alla mancanza di spazi verdi, alla scarsa qualità dell’aria.
Il quadro complessivo ci dice che Catania peggiora sempre di pù nelle sue performance ambientali: ha una qualità dell’aria non ottimale, perdite della rete idrica che arrivano al 50%, alti consumi idrici procapite, una depurazione che copre poco più del 20% dell’utenza, un trasporto pubblico scarsamente utilizzato, sempre più auto in circolazione, una elevata produzione di rifiuti, una percentuale ridicola di rifiuti raccolti in maniera differenziata, pochissimi centimetri di suolo urbano destinati a pedoni, ciclisti e ztl e meno di 5 metri quadri di verde per ogni abitante (sono 4,79 mq/abitante). Unica nota positiva è rappresentata dai metri quadrati di solare termico installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti, indice nel quale Catania anche quest’anno si conferma quinta assoluta con 4,77 metri quadrati installati ogni 1.000 abitanti.
Non va meglio a Palermo che perde 11 posizioni rispetto allo scorso anno scivolando al 101 esimo posto in classifica. Una posizione, quella del capoluogo siciliano, “in via di miglioramento” come assicura Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, grazie all’avvio della raccolta differenziata che in alcuni quartieri del capoluogo sta funzionando bene”. E se l’immagine della Sicilia e delle sue città in materia ambientale è quella di un Sud disorganizzato e sepolto da cumuli di rifiuti e da discariche abusive, non puo’ dirsi lo stesso per alcune realtà siciliane, che in questa classifica guadagnano posizioni grazie ad una diversa gestione in materia ecologica e di sostenibilità. Stiamo parlando di Ragusa che ha fatto un balzo in avanti più che significatico, posizionandosi al 72 esimo posto grazie alle politiche ambientali efficienti messi in atto dall’amministrazione comunale. Da sottolineare anche i passi in avanti fatti da Caltanissetta (+8); da Agrigento (+ 4) ed Enna (+ 5).
In cima alla classifica ancora una volta sono le “green cities” del Nord con Belluno in testa che si guadagna il primato di città più sostenibile d’Italia, seguita da Verbania e Parma. Un rapporto che conferma un’Italia a due velocità, con un centro Nord non solo ricco e produttivo ma anche sostenibile e un Sud povero che fatica a mettere in atto politiche ambientali adeguate.

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