Cascio: stop deputati come senatori - QdS

Cascio: stop deputati come senatori

Raffaella Pessina

Cascio: stop deputati come senatori

sabato 23 Ottobre 2010

Privilegi. L.r. 44/65 e un deputato ogni 55 mila abitanti.
Regione pachiderma. Cascio, presidente Ars: “Contrasto tra un Esecutivo che proclama lo slogan di una Regione snella e il fatto che quest’ultima invece assuma sempre più la mole di un pachiderma”.
Gruppi parlamentari. Ai gruppi parlamentari all’Assemblea regionale per assunzione di assistenti e attività di supporto è destinata per ogni deputato una cifra tre volte quella del Consiglio della Lombardia.

Il Parlamento siciliano è l’organo rappresentativo regionale più caro d’Italia. Le casse della Regione non ce la fanno più a sostenere spese pazze e dunque è giunta l’ora di intervenire a porre fine al costo di 170 milioni di euro dell’Ars. Abrogando l’equiparazione al Senato (vedi legge regionale n. 44/1965) e riducendo i deputati a 80, si avrebbe un’assemblea che potrebbe costare 97 milioni di euro in meno, tanto quanto il Consiglio regionale della Lombardia. Un passo importante che andrebbe accompagnato con la trasparenza di tutte le spese sul sito internet dell’Ars a partire da stipendi e curricula dei dirigenti, alle spese per i gruppi parlamentari, ai quali attualmente vanno cifre tre volte superiori a quelle dei gruppi del Consiglio della Lombardia. Il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, da noi intervistato, ha manifestato una grande disponibilità sia per ridurre le spese che per aumentare la trasparenza.
 
“Vacche magrissime per la Regione” lo ha detto in commissione Bilancio Ars questa settimana l’assessore all’Economia Gaetano Armao. In cassa ci sono solo 15 milioni di euro mentre servono 1 miliardo e 266 milioni.
La finanziaria 2011 ha tenuto fuori il Parlamento siciliano dal taglio della spesa inutile, mentre, come già richiamato altre volte dal Quotidiano di Sicilia, il Parlamento regionale potrebbe fare risparmiare fino a 97 milioni di euro all’anno.
Infatti, l’Ars spende ad esempio per deputati e dipendenti il triplo di quanto spende la Regione Lombardia (127 contro 42 mln di euro all’anno) e questo grazie alla legge 44/65 che equipara il trattamento economico dell’Ars a quello del Senato della Repubblica.
In questi giorni, è emerso anche un numero abnorme di assistenti dei deputati assunti nei gruppi parlamentari, in numero superiore al necessario, per cui sono stati accumulati debiti per quasi 2 milioni di euro. Eppure, leggiamo dal bilancio preventivo 2010 all’Ars per ogni deputato vengono trasferiti ai gruppi parlamentari circa 150 mila euro all’anno contro 50 mila euro a consigliere nel Consiglio regionale della Lombardia.
Per di più l’attività legislativa appare bloccata. Abbiamo chiesto al Presidente dell’Ars, Francesco Cascio, perché l’Assemblea non porta avanti la sua iniziativa legislativa e la sua attività ispettiva a prescindere dal Governo.
“L’Assemblea porta avanti l’attività legislativa – ha  risposto Cascio – sia in commissione, sia in Aula. Lo ha sempre fatto a prescindere dal Governo, laddove, però, ciò è possibile. Nel senso che, il Parlamento ha come interfaccia il Governo e non svolge la sua attività come se si esprimesse in un monologo. Il frutto finale dell’organo legislativo è la votazione sì in Aula come in commissione, ma prima di pervenire a quest’ultima va evidenziato che, il rapporto tra le due istituzioni Governo-Parlamento è complementare, perciò l’interlocuzione è fondamentale. Se manca il Governo, interlocutore coprotagonista e non certo opzionale, come sovente è accaduto in Aula come in Commissione, naturalmente, in alcuni casi, non è possibile procedere e di questo non si può scaricare la responsabilità sul Parlamento. In Aula i deputati sono stati molto presenti così come nelle Commissioni. La mole di lavoro svolta dalle commissioni di merito in questa legislatura è poi testimoniata anche, aspetto non secondario, dal fatto che, in meno di 2 anni si sono espletate ben 400 audizioni, che sono il terreno di viva operosità anche ai fini del costante rapporto con il territorio, con i cittadini e con i rappresentanti delle categorie del tessuto socio-economico di questa terra”. “Per ciò che attiene l’attività ispettiva poi, – continua Cascio –  basti guardare il rapporto sullo stato della legislazione, che abbiamo presentato lo scorso maggio, per vedere che già allora, quindi senza conteggiare quelle successive, eravamo a quota 1294 per quanto riguarda le interrogazioni presentate e a 95 per le interpellanze. I numeri non depongono per un parlamento che non lavora, sempre se vogliamo parlare in termini di numeri, anche se personalmente trovo riduttivo impostare un ragionamento solo sulla quantità di leggi e atti ispettivi prodotti”. 
A proposito di crisi economica, il Governo Lombardo da un lato ha sospeso la “spesa” regionale perché non ha liquidità e taglia circa 770 milioni di euro, dall’altro assume 5.000 precari, operazione da 350 mln euro, avvenuta in barba a sentenze del Consiglio di Stato e della Corte costituzionale, l’Ars non intende intervenire avviando un’attività ispettiva?
“Sul punto va rilevato che, in sede di discussione, in Commissione prima e in Aula poi, avevamo specificatamente sollevato al Governo la questione, chiedendo cioè a quet’ultimo, poiché è ad esso e non a noi che spetta operare questa ricognizione, di stimare il fabbisogno dell’amministrazione regionale, prima di procedere ad aumenti dell’organico. Ebbene, il Governo ha portato dei numeri, cioè ha calcolato, stimato, il proprio fabbisogno (sul punto peraltro la legge finanziaria reca nel testo l’apposita tabella riguardante la pianta organica come delineata dal Governo) e sulla scorta di ciò, abbiamo proceduto. Cioè, l’Assemblea Regionale Siciliana ha legiferato sulla stabilizzazione dei precari in base a questa stima, ovvero in virtù della quantificazione fatta dal Governo. Quindi abbiamo agito correttamente, come d’altronde dimostra il fatto che, questa disposizione della legge finanziaria ha superato anche la verifica di legittimità costituzionale da parte del Commissario dello Stato”.
“Se oggi quei numeri dati dal Governo – puntualizza Cascio – risultano sovrastimati rispetto al fabbisogno, non parlerei di attività ispettiva dell’Ars; piuttosto è condivisibile un ragionamento politico che ponga delle perplessità sul contrasto che si viene a delineare tra un Esecutivo che proclama lo slogan di una Regione snella e il fatto che quest’ultima invece assuma sempre più la mole di un pachiderma. Su questo, quindi, appunto perché, come ho detto sopra, non li abbiamo quantificati noi i numeri dell’organico regionale, non essendo ciò di nostra pertinenza, e abbiamo altresì preteso che ci fossero indicati prima di varare una normativizzazione di questo processo di stabilizzazione, la responsabilità politica, se si vuole avviare un confronto sul punto, è del Governo e non del Parlamento”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017