In Sicilia si può morire ancora per episodi di malasanità - QdS

In Sicilia si può morire ancora per episodi di malasanità

Liliana Rosano

In Sicilia si può morire ancora per episodi di malasanità

venerdì 29 Ottobre 2010

Le rivelazioni dal Rapporto della Commissione parlamentare errori in campo sanitario. La nostra Isola in coppia con la Calabria per il primato negativo

Palermo – In Sicilia si può ancora morire di malasanità. Un dato triste e sconfortante che mette in rilievo le carenze sociosanitarie e strutturali dell’Isola che si piazza al secondo posto (dopo la Calabria) per l’alto numero di decessi o presunti casi di errori in campo medico legati ad errore diretto del personale sanitario, disservizi o carenze strutturali.
I numeri, allarmanti e preoccupanti, sono il risultato del rapporto della Commissione errori (una delle commissioni parlamentari d’inchiesta) sui casi di malasanità in Italia da fine aprile 2009 a metà settembre 2010. La commissione parlamentare ha esaminato 242 casi di cui 163 hanno fatto registrare la morte del paziente con il risultato che in Italia, in media, ogni mese, si contano 15 errori in campo sanitario. Uno ogni due giorni. Su 163 morti, 88 vittime di errori  si concentrano in due sole regioni: Calabria (50) e Sicilia (38).
Fuori dalla classifica restano solo cinque regioni. In Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria e Marche non si sono, infatti, registrati casi di malasanità di tipo strutturale. Nel particolare dall’analisi emerge che su 242 casi ‘attenzionati’, 64 si sono verificati in Calabria, 52 in Sicilia, 24 nel Lazio, 15 in Campania, Puglia e Lombardia, 14 in Veneto, 12 in Toscana, 9 in Emilia Romagna, 8 in Liguria, 6 in Piemonte, 2 in Friuli Venezia Giulia e in Abruzzo, 1 in Trentino Alto Adige, Umbria, Marche e Basilicata.
La Calabria quindi è al primo posto anche per quanto riguarda i decessi. Tra gli episodi all’esame della Commissione errori, i morti legati a presunti (fino all’accertamento della magistratura) casi di malasanità in terra calabrese sono stati 50. Ma la Sicilia, con 38 vittime, non è da meno. Seguono il Lazio con 14 morti, Campania 12, Puglia 9, Liguria 8, Emilia Romagna e Toscana 7, Veneto 6, Lombardia 4, Piemonte 2, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Basilicata 1.
Scorrendo le tabelle della Commissione, su un totale di 242 casi di malasanità, 186 riguardano presunti errori da parte dei medici e del personale sanitario. Errori che potrebbero aver causato 123 decessi. Anche qui, esaminando il dato su base territoriale, si evidenziano le situazioni più critiche in Calabria e Sicilia. Nelle strutture sanitarie calabresi si contano 56 presunti errori all’esame della Commissione, in Sicilia se ne registrano invece 36. Al terzo posto si colloca invece il Lazio con 15 casi di presunti errori.
I casi di malasanità non sempre però hanno a che fare con l’errore diretto del medico. Spesso nascono da disservizi, carenze, strutture inadeguate. Tutte lacune del Servizio sanitario nazionale che la Commissione cataloga come ‘altro’. Infine, su 56 casi totali registrati in tutto il Paese – che hanno portato a 40 vittime, 16 riguardano gli ospedali siciliani, 9 le strutture del Lazio, 8 quelle della Calabria. Un rapporto, quello appena redatto, che getta numerose ombre sul sistema sanitario isolano, ponendo numerosi interrogativi sulla qualita’ dell’assistenza e delle prestazioni mediche.

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