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Messina – Disastro raccolta differenziata, ma pagano soltanto i cittadini

Francesco Torre

Messina – Disastro raccolta differenziata, ma pagano soltanto i cittadini

giovedì 04 Novembre 2010

Mentre il servizio non decolla, i cda di Ato3 e MessinAmbiente continuano a mantenere ricche poltrone. Ultimo posto in Italia, secondo Legambiente, con un misero 3,3 per cento

MESSINA – Novantacinquesimo posto su centotre comuni capoluogo.
Questo lo sconfortante ma ormai abituale esito della classifica sulla qualità della vita nelle città italiane condotta da Legambiente e denominata “Ecosistema urbano”. Rispetto all’anno precedente, Messina guadagna una posizione ma riconquista la maglia nera nella classifica parziale riguardante la raccolta differenziata (103° posto con il 3,30% sul totale dei rifiuti prodotti ogni giorno dai cittadini). E non si tratta certo dell’unico dato preoccupante.
Il quadro generale. L’Italia è in forte regressione per quanto riguarda la qualità della vita, soprattutto in alcuni settori specifici. È questo il dato che emerge in modo lampante dai dati pubblicati qualche giorno fa da “Il Sole 24 ore”. Legambiente – che cura con Ambiente Italia il rapporto Ecosistema urbano, giunto alla 16ª edizione – non usa mezzi termini e si spinge oltre, parlando di “vistoso rallentamento delle politiche ambientali urbane”. Il dossier, a questo proposito, distingue però tra città lepri (in anticipo sui tempi per le soluzioni adottate), città tartarughe, città formiche (capaci di costruire nel tempo un solido piedistallo ambientale) e città cicale. Messina, ovviamente, è “tartaruga”.
Focus sulla città. Il 95° posto nella classifica generale è il risultato di una lunga serie di dati parziali. Un risultato leggermente “drogato” dalla mancanza dei dati riguardanti i settori “Trasporto pubblico – passeggeri”, “Solare fotovoltaico” e “Solare termico fotovoltaico su edifici comunali”, “Pianificazione e partecipazione ambientale”, che avrebbero anche potuto peggiorare il risultato finale, e per giunta “mitigato” dai vantaggi climatici apportati dalla pregevole posizione geografica della città. Spicca, infatti, su tutti i dati locali, il 1° posto ottenuto dalla città per quanto riguarda la presenza di ozono, con neanche un giorno di superamento della media mobile in un anno.
Dell’ultimo posto in Italia per quanto riguarda la raccolta differenziata (complimenti ad Ato3 e a MessinAmbiente e ai loro presidenti che continuano a sedere sulle loro poltrone da 65 mila euro l’anno nonostante il fallimento su tutta la linea delle loro non-politiche sui rifiuti) abbiamo già detto. Altri dati molto negativi riguardano però anche la “capacità di risposta delle amministrazioni locali” (98° posto), la presenza di “verde urbano” (96° posto) e l’incidenza del biossido di azoto nell’atmosfera (89° posto).
Sia ben chiaro, le classifiche non sono un vangelo. Ma servono a far riflettere. Qualsiasi azienda privata, con questi dati, avrebbe dichiarato fallimento e cambiato dirigenza. A Messina, invece, la classe politica prospera senza vergogna.
 

 
Numeri. Le cifre di un disastro annunciato
 
MESSINA – Tra gli altri dati parziali evidenziati dalla graduatoria “Ecosistema Urbano 2010” (vinta quest’anno da Belluno su Verbania e con tutti i comuni siciliani agli ultimi posti) su Messina, selezioniamo: 85° posto nell’offerta del trasporto pubblico, con appena 14 km percorsi a vettura per ogni abitante in un anno; 84° posto per consumi idrici domestici, con 201,9 litri per abitante al giorno; 82° posto per presenza di piste ciclabili, con 0,62 metri ogni 100 abitanti; 80° e ultimo posto (perché condiviso con altri 23 comuni) per quanto riguarda le Zone a traffico limitato. Le Ztl comunali (quelle della sosta a pagamento, per intenderci) presenti, infatti, non vengono ritenute tali; 78° posto per verde urbano fruibile (4,43 metri quadri per abitante); 71° posto per perdite nella rete idrica (il 38% dell’acqua immessa non viene consumata); 67° posto per consumi elettrici domestici (1196 kWh/abitante/anno – consumo pro capite); 55° posto per isole pedonali (0,18 mq per abitante).

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