Ponte sullo Stretto, si inizia nel 2011. 40 mila posti e indotto da 6 miliardi - QdS

Ponte sullo Stretto, si inizia nel 2011. 40 mila posti e indotto da 6 miliardi

Massimo Mobilia

Ponte sullo Stretto, si inizia nel 2011. 40 mila posti e indotto da 6 miliardi

martedì 09 Novembre 2010

Rispettato il cronoprogramma, avviate le indagini geognostiche nelle località dove sogeranno le torri di sostegno. Messina aprirà le porte al colossale investimento, con notevoli ricadute economiche ed occupazionali

MESSINA – “Entro dicembre sarà presentato il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto, che la sinistra aveva liquidato in cinque minuti di seduta”. L’annuncio del premier, Silvio Berlusconi, è arrivato il 29 settembre scorso di fronte al Parlamento nel corso dell’intervento sul programma di governo per il Sud. L’esecutivo ha riconfermato, quindi, la decisa volontà di realizzare l’opera che i siciliani aspettano da oltre mezzo secolo e che rappresenterebbe un grande passo in avanti per la modernizzazione dell’Isola. Vale sempre il principio secondo cui senza infrastrutture non c’è sviluppo e il Ponte sullo Stretto è la madre di tutte le opere di cui ha bisogno non solo la Sicilia ma tutto il Mezzogiorno.
Ci si avvia dunque a grandi passi verso l’effettiva realizzazione, e la scadenza di fine anno sulla presentazione del progetto definitivo annunciata da Berlusconi (passo che anticipa di poco l’avvio dei lavori previsto nel 2011), ha trovato conferma anche nelle parole del presidente dell’Anas e amministrato delegato della società “Stretto di Messina”, Pietro Ciucci, che ha preso lo stesso impegno di fronte alla commissione Ambiente della Camera. “Stiamo lavorando con grande impegno e procediamo secondo il cronoprogramma – ha detto Ciucci, nell’audizione di fine settembre. Già dall’inizio dell’anno prossimo potremo attivare le procedure previste dalla legge Obiettivo”.
Il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenterà una grande ricchezza a partire dall’avvio dei cantieri. Secondo le stime dell’Anas, infatti, è previsto l’impegno di circa 40 mila unità lavorative per la realizzazione dell’opera, con benefici economici per tutto l’indotto legato alla costruzione che sono stati calcolati intorno ai 6 miliardi di euro. Notevoli, quindi, le positive ricadute socioeconomiche che dal prossimo anno (se i tempi saranno rispettati) cadranno su tutta l’area dello Stretto. Insomma, una vera manna in questi tempi di crisi e soprattutto per la città di Messina che aprirà le proprie porte a questo colossale investimento.
Benefici anche per gli studenti dell’area dello Stretto. Le Università di Messina e Reggio Calabria, hanno sottoscritto, infatti, un Protocollo d’intesa con la società Stretto di Messina, il contraente generale Eurolink, il project management Consultant Parsons Transportation Group e Sviluppo Italia Sicilia, finalizzato a creare opportune forme di collaborazione per tutta la durata della realizzazione dell’opera, utilizzando ciascuna parte le proprie risorse umane, strutture e competenze.
Intanto, da un mese sono partite le indagini geognostiche, propedeutiche alla redazione del progetto definitivo del Ponte. Sono stati estratti i primi campioni di terreno con il metodo del congelamento nel cantiere di via Circuito, a Messina e a Villa San Giovanni, in località Cannitello, ovvero i luoghi in cui sorgeranno le torri che manterranno in piedi la struttura. È stata utilizzata una tecnica all’avanguardia che ha permesso prelievi con diametro di 30 centimetri e lunghezza pari a 70 centimetri. Per onor di cronaca, all’avvio dei sondaggi effettuati a Messina, nelle zone di Due Torri e Torre Faro, i cittadini del luogo, preoccupati per le fondamenta delle proprie abitazioni, avevano manifestato la volontà di bloccare gli scavi. Alla fine ha prevalso il metodo del dialogo e i lavori sono stati avviati senza ulteriori rimostranze. Un metodo, quello del dialogo costante col territorio, che sarà necessario per evitare futuri scontri con gli abitanti dei luoghi in cui verranno aperti i cantieri.
 

 
Sistema intermodale. Matteoli: “Migliorare le ferrovie siciliane”
 
MESSINA – Da sempre si discute sul fatto che attorno alla realizzazione del Ponte vadano dapprima potenziate le altre infrastrutture siciliane, soprattutto stradali e ferroviarie. A tal proposito, si è espresso il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, alla sessione autunnale dell’assemblea parlamentare dell’Osce. “Il Ponte sullo Stretto – ha detto – va realizzato nell’ottica di migliorare il sistema dei trasporti italiano. Per quanto riguarda le ferrovie, sarebbe sciocco dire che in Sicilia non ci sia molto da fare. Bisogna migliorare il sistema”.
Sulla stessa linea il neopresidente di Rete Ferroviaria Italiana, Dario Lo Bosco, secondo cui, “Attorno al Ponte sullo Stretto bisognerà realizzare un progetto di ammodernamento della rete al Sud anche per valorizzare i traffici che provengono dal Nord. Se cresce il Sud anche il Nord e l’economia potranno avere un concreto sviluppo. Il Ponte rappresenta la cerniera strategica del più grande corridoio plurimodale, cioè il Berlino-Palermo”.

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