Ars, l’esercizio provvisorio in Aula per l’approvazione - QdS

Ars, l’esercizio provvisorio in Aula per l’approvazione

Raffaella Pessina

Ars, l’esercizio provvisorio in Aula per l’approvazione

giovedì 23 Dicembre 2010

Il Governo ha inserito e poi ritirato i finanziamenti per l’informazione. Per la Sanità debito consolidato al 31/12/2010 di 400 mln €

PALERMO – Seduta d’Aula questa mattina a Palazzo dei Normanni per la definitiva approvazione del disegno di legge governativo (N. 659) sull’esercizio provvisorio.
Nella relazione del ddl si motiva la richiesta della gestione in dodicesimi perché i documenti finanziari sono stati trasmessi il 1° ottobre del 2010 dalla Giunta di Governo all’Assemblea Regionale e non hanno ancora concluso l’iter parlamentare.
“Al fine di evitare il blocco dell’attività amministrativa della Regione – è scritto nella relazione – il Governo ritiene di adempiere ad un suo preciso dovere costituzionale, predisponendo l’unito disegno di legge con il quale, prevedere l’autorizzazione all’esercizio provvisorio fino al 31 marzo 2011”.
All’interno del ddl 659, comunque, sono previste delle deroghe alle limitazioni all’assunzione degli impegni finanziari, imposte dalla normativa contabile. Tali deroghe riguardano le spese concernenti la realizzazione degli interventi comunitari, previsti sia nei programmi operativi dei fondi strutturali per la Sicilia 2007-2013 che nel Par- Fas 2007-2013; la spesa destinata al piano regionale dell’offerta ormativa, la prevenzione e gli interventi per il controllo degli incendi boschivi, per gli interventi nel settore della forestazione e della protezione civile, nonché i trasferimenti in favore dei Comuni.
All’articolo due viene prevista la copertura del debito consolidato al 31 dicembre 2010 nel settore della sanità pari a 398.570.640,80  euro. 
“La stima dei relativi oneri a carico del bilancio della Regione – prosegue la relazione – è stata determinata calcolando un piano di rientro in 10 anni ed applicando al predetto importo il tasso di remunerazione attualmente vigente, stimato all’l per cento, sulle giacenze di cassa della Regione”.
All’art. 3 del disegno di legge erano stati inseriti dei finanziamenti per favorire l’informazione ai cittadini e alle imprese ma il Governo nella seduta dello scorso 20 dicembre ne ha comunicato il ritiro.
Intanto, il Commissario dello Stato ha impugnato, come è ormai noto, la tanto discussa legge sui precari e le reazioni politiche si sono fatte sentire. Il Governatore ha dichiarato che sapeva che alcune parti della norma potevano essere impugnate “ma adottando i necessari provvedimenti – ha detto Lombardo – si raggiungerà l’obiettivo prefissato. Ne siano certi gli interessati perchè l’impegno preso verrà mantenuto”.
Così Salvino Caputo del Pdl: “Avevamo avvisato il governo che questo disegno di legge cosi’ come predisposto sarebbe stato stravolto dal commissario dello Stato. Adesso si e’ compromesso un percorso che avrebbe consentito di stabilizzare i precari siciliani”. Sorpreso si mostra l’assessore al Lavoro Andrea Piraino per la motivazione del Commissario dello Stato. Il vice presidente della Regione Camillo Oddo (Pd) si dichiara fiducioso e in una nota specifica dichiara che anche con l’intervento del Commissario dello Stato si è dato l’avvio ad un percorso di stabilizzazione che non si fermerà. Propenso a ricorrere alla Corte Costituzionale il capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici.
Rudy Maira, capogruppo dei Popolari di Italia domani all’Assemblea regionale siciliana ha dichiarato che l’intervento del Commissario era prevedibile: “In Sicilia l’economia è ferma a causa di una politica che sta alimentando solo clientele a tutto svantaggio di chi produce e crea occupazione”.

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