PRIOLO (SR) – Il Comune di Priolo utilizzerà la struttura abbandonata dell’Es.pe.si. (Estrazioni petrolifere siciliane), ubicata sull’istmo della penisola di Magnisi, per la realizzazione di un centro di ricerca per la biodiversità marina. La struttura, che comprende alcuni stabili in passato adibiti ad uffici ed i locali dell’industria, si estende per un’area di 1000 metri quadrati.
Per il recupero delle strutture e la realizzazione del centro di ricerca sono stati chiesti i finanziamenti con fondi europei. Lo stabilimento dell’Es.pe.si. costruito negli anni Sessanta del secolo scorso, produceva bromo, estraendolo dalle acque marine ma, a causa di un dissesto finanziario, venne chiuso negli anni Settanta. Dopo anni di controversie giudiziarie l’area è stata assegnata al Comune di Priolo. Quest’ultimo ha stipulato una convenzione con l’Università “Kore” di Enna che si è impegnata a redigere il progetto del centro di ricerca ed a realizzarlo.
Detto progetto è stato presentato alla Regione Sicilia, per il finanziamento con fondi europei che l’Unione Europea ha destinato alle università che intendono realizzare questo tipo di strutture. Nel progetto del centro di ricerca verranno coinvolti enti scientifici locali, nazionali e internazionali. Esso ricoprirà un ruolo importante in una zona dove purtroppo il mare è fortemente inquinato.
Suo compito sarà quello di studiare, valutare, gestire e valorizzare l’ambiente marino e costiero del litorale siracusano, con particolare attenzione agli aspetti della biodiversità marina. Inoltre si occuperà delle attività di coordinamento e attuazione di progetti scientifici per la valorizzazione del territorio, con particolare riferimento alle specie animali e vegetali che popolano il mare e le acque interne del mare siracusano.
Il sindaco di Priolo, Antonello Rizza, ha dichiarato che: “Sul tema della biodiversità marina del nostro mare assistiamo da tempo a numerosi e dotti convegni che non si sono mai tramutati, fino a questo momento, in qualcosa di concreto. Un progetto di questo tipo ha un grandissimo potenziale formativo e occupazionale, e non ha particolari problemi di reperibilità delle risorse. Il progetto si propone di identificare le problematiche e le priorità di azione, al fine di individuare le opportune strategie di intervento per la tutela degli habitat e di tutti gli organismi in condizioni di precario equilibrio”.