Tutela di specie animali e vegetali. Corpo forestale aumenta i controlli - QdS

Tutela di specie animali e vegetali. Corpo forestale aumenta i controlli

Rosario Battiato

Tutela di specie animali e vegetali. Corpo forestale aumenta i controlli

giovedì 03 Febbraio 2011

Presentato nei giorni scorsi il rapporto Cites, nel 2010 l’Isola teatro di importanti operazioni. Sequestrati integratori alimentari, caviale contraffatto, pellame vietato

ROMA – Un voluminoso giro d’affari basato su animali e vegetali protetti è quanto fotografa il rapporto CITES del Corpo forestale dello Stato presentato nei giorni scorsi. Lombardia e Toscana le regioni maggiormente sotto controllo, ma anche la Sicilia è stata teatro di importanti operazioni.
Nell’ultimo anno sono cresciuti di oltre il 90% rispetto al 2009 i sequestri di esemplari di specie animali e vegetali protette dalla Convenzione di Washington. Si tratta di un valore complessivo di 2 milioni e 950mila euro per 40mila controlli effettuati da Corpo forestale tra cui 1500 realizzati in ambito nazionale e 39 mila in ambito doganale. “La Convenzione Internazionale di Washington – si legge in un documento del corpo forestale – denominata in sigla C.I.T.E.S., è nata dall’esigenza di controllare il commercio degli animali e delle piante in quanto lo sfruttamento commerciale è, assieme alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, una delle principali cause dell’estinzione e rarefazione in natura di numerose varietà”. Toscana (12.822) e Lombardia (7.631) sono state le regioni più controllate perché legate alla presenza di aziende manifatturiere e di lavorazione dei prodotti in questione, nonché punto di passaggio di specie protette negli scali doganali dove sono dislocati i Nuclei Operativi CITES del Corpo forestale dello Stato.
Ecco i numeri dei sequestri: 30mila confezioni tra integratori alimentari, medicine alternative orientali e cosmetici, 73 articoli in avorio, circa 3mila articoli di pellame di rettile oltre a centinaia di pelli grezze di pitone e 29 chilogrammi di caviale di origine selvatica e 5 quintali di caviale contraffatto. Tra le principali operazioni compiute nel 2010 dai nuclei operativi CITES figura anche un intervento siciliano. La cosiddetta Operazione “Bonelli” è stata compiuta tra Agrigento e Caltanissetta per prelievo in natura e traffico di rapaci minacciati di estinzione. Le indagini, dirette dalla Procura di Caltanissetta e coordinate a livello nazionale dal Servizio CITES centrale dell’Ispettorato Generale e condotte dal personale delle Sezioni Investigative CITES del Corpo Forestale dello Stato di Roma e Palermo, hanno portato alla luce una centrale italiana, collegata con soggetti in Belgio, Spagna, Austria e Germania, che da anni “era dedita – si legge nel dossier – a procurare certificazioni false, contraffate o basate su false dichiarazioni atte a coprire animali di cattura prelevati da habitat protetti della regione Sicilia ovvero di provenienza illegale”.
L’inchiesta, realizzata con la collaborazione del Network Traffic del WWF e dei tecnici dell’Università di Palermo, ha sinora portato al sequestro di 45 esemplari di aquile del Bonelli, gipeti, aquile reali, falchi lanari e pellegrini, capovaccai e cicogne nere. Le certificazioni fasulle hanno permesso la realizzazione di un giro d’affari particolarmente succulento: un documento CITES riciclato da un esemplare morto veniva pagato anche 2000 euro, una coppia illegale di aquile 6000/8000 euro e fino al triplo se sanata con certificati riciclati; una esemplare di Gipeto, con certificato riciclato, arrivava anche a 20.000 euro. Sono 17 le persone indagate e rischiano la pena dell’arresto da tre mesi ad un anno e un ammenda da 7mila a 75mila euro, nonché la confisca obbligatoria degli esemplari.

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