Cresce il turismo crocieristico in Sicilia - QdS

Cresce il turismo crocieristico in Sicilia

Antonio Borzi

Cresce il turismo crocieristico in Sicilia

giovedì 03 Febbraio 2011

Secondo l’analisi dell’Otie, dal 2007 al 2009 si è registrato un aumento del 10 per cento di visitatori nell’Isola. Fra le città siciliane il ruolo da leone è svolto da Palermo con una quota del 51% di turisti

PALERMO – Il settore turistico risente della crisi economica che porta i consumatori a risparmiare non dedicandosi al divertimento. Una crisi che sta colpendo le diverse ramificazioni del settore ma che non intacca minimamente la crescita di quello crocieristico che, complice la sua particolare offerta all inclusive, sta attraendo un numero sempre crescente di consumatori.
Nell’ambito di questa crescita non viene esclusa anche la Sicilia che, grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo, si classifica progressivamente come viatico principale per i flussi che toccano le coste dell’Africa o indirizzate verso la Grecia o la Spagna. I numeri parlano chiaramente di un aumento del 10% fra il 2007 e il 2009 dei visitatori provenienti dalle crociere che toccano le sponde sicule.
Ad affrontare l’argomento è stato un report dell’Otie (Osservatorio turismo isole europee) svolto per Confesercenti sicilia. Sono infatti ben 830.431 i turisti in transito dalla Sicilia toccando i porti di Palermo, Messina, Catania, Trapani e Porto Empedocle. Dei numeri che piazzano la nostra isola al terzo posto europeo dopo Grecia e Spagna e al primo posto nazionale. Fra le città siciliane il ruolo del leone è svolto da Palermo con una quota del 51%.
Un dato che cela fra le righe anche particolari risvolti economici. Infatti da più parti si indica la Sicilia come luoghi principe per le vacanze da svolgere per tutta la durata dell’anno grazie al clima particolare che permette di godere di bel tempo 9 mesi su 12. Un dato che sembra essere stato colto al volo dalle compagnie che sbarcano nell’isola da Novembre a Marzo.
Le particolari bellezze siciliane sembrano essere apprezzate dai turisti che decidono per il 64% di approfittare di escursioni guidate per approfondire il patrimonio storico architettonico delle città isolane. Soltanto il 5% decide di restare a bordo mentre il 31% decide di visitare in modo indipendente le città.
Ovviamente con la visita avviene anche la spesa. Una spesa che potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno fondamentale per l’asfittica economia siciliana. Delle entrate che hanno raggiunto un valore complessivo di oltre 42milioni di euro con una media di 60 euro per visitatore. Quelli che si affidano a percorsi guidati raggiungono un dato di 37 euro mentre gli indipendenti circa 80. Anche in questo caso la città dove si spende di più è Palermo con una quota del 54%.
Quella condotta dall’Otie è un’indagine molto approfondita che fa emergere come vengono spesi 12 milioni di euro per l’acquisto di prodotti tipici e souvenir. Sono oltre 9 milioni quelli spesi per mangiare in bar e ristoranti  mentre raggiungono gli 8 milioni gli acquisti per abbigliamento, calzature ed accessori.
Dei dati che fanno emergere chiaramente come in Sicilia si possa sfruttare ancora in modo maggiore questa risorsa che attualmente occupa un numero complessivo di circa 1.112 esercizi commerciali.
L’apprezzamento degli utenti nei confronti del mix offerto dalla nostra isola appare dunque alto. La particolare posizione geografica, il patrimonio storico architettonico dato dal passaggio delle differenti culture e quello naturale che riesce, come a Catania, a creare il giusto connubio fra montagna e mare consente ai visitatori di passare una serena vacanza. Rimangono, come vedremo, delle carenze evidenti che non consentono a questo settore di spiccare il volo ed essere pienamente sfruttato.
 

 
Le lamentele. Difficile trovare prodotti tipici e noleggiare auto
 
Emerge chiaramente come i turisti siano soddisfatti dalla nostra offerta ma lamentino una mancanza di attenzione per le proprie esigenze. Ironia della sorte vorrebbero spendere ma non sanno come fare. Ad essere interessati da questa mancanza sono i venditori di souvenir e tipicità locali. In questo settore abbiamo soltanto 5 esercizi su 100 turisti. Il rapporto Otie infatti sottolinea come si possa ancora crescere a patto che si avviino delle interessanti proposte in grado d’attrarre la spesa dei visitatori. Ma non solo lamentele per la vendita di prodotti locali. Per i crocieristi emergono anche molte difficoltà per noleggiare automobili e biciclette. Dei mezzi che permetterebbero di visitare in modo più agevole la città. Pecche anche per il settore ottico e fotografico.
Dei dati che fanno da cornice alla perenne mancanza di attenzione da parte delle Istituzioni a questo settore. Turisti spesso scippati, sperduti, che non sanno dove andare a causa di una carenza di indicazioni e punti informazione. Turisti che quando tornano in patria non potranno parlare in modo positivo del modo in cui è gestita la città visitata. Una città spesso sporca, insicura e soprattutto bella per natura ma amministrata in malo modo. Unica speranza che gli imprenditori colgano questi dati e si attivino per aprire le attività richieste con la conseguente crescita economica di tutto l’indotto.

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