Superiamo le carenze credendo nel lavoro - QdS

Superiamo le carenze credendo nel lavoro

Melania Tanteri

Superiamo le carenze credendo nel lavoro

giovedì 17 Febbraio 2011

Forum con Antonio Sireci, dirigente Polizia stradale comparto Sicilia orientale

Com’è organizzato il territorio siciliano relativamente all’attività di Polizia stradale? Vi sono differenze tra le varie aree dell’Isola?
“Il territorio su cui si svolge la nostra azione è suddiviso in due comparti, quello della Sicilia orientale, che comprende le cinque province di Messina, Catania, Siracusa, Ragusa ed Enna, e quello della Sicilia occidentale, che comprende le altre quattro province, Palermo, Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Certamente, la Sicilia orientale è un’area più dinamica dal punto di vista della viabilità e più vivace dal punto di vista commerciale: la provincia di Messina, poi, presenta delle peculiarità ancora più evidenti, in quanto territorio di passaggio e snodo di due importanti autostrade”.
Qual è la situazione relativamente al personale? È sufficiente per svolgere le numerose attività? Avete abbastanza risorse?
“Quello che abbiamo ce lo facciamo bastare. Abbiamo una montagna di difficoltà ed esiste un problema di gestione complessiva delle risorse, ma noi cerchiamo di superarle operando sulla “dignità” dell’operatore. Martedì, ad esempio, abbiamo avuto la visita del presidente Berlusconi e del ministro Maroni, un fatto non ordinario di cui noi abbiamo avuto notizia il giorno prima. Di certo un fatto non ordinario che ricade al 99 per cento su di noi, perché bisogna organizzare tutto, oltre gli spostamenti, anche sotto l’aspetto protocollare e formale. Abbiamo lavorato fino a tardi il lunedì notte e la mattina eravamo regolarmente sul luogo di lavoro. È un fatto di formazione: chi lavora con lo Stato e per lo Stato sente dentro di sé questa spinta. Una volta si chiamava missione, io dico che noi crediamo nel lavoro che facciamo. Noi da qualche tempo, come tutti d’altronde, soffriamo di carenze sull’aspetto finanziario, tecnologico, di risorse umane, però questo non ci impedisce, in molti casi, di incrementare la nostra attività. Può sembrare paradossale, ma è così”.
Con che numeri avete chiuso lo scorso anno? Ha inciso la carenza di risorse sulla vostra attività?
“Rispetto al 2009 abbiamo addirittura aumentato le nostre pattuglie sulla strada pur avendo un decremento di personale: si rivedono certi meccanismi, certe organizzazioni interne all’ufficio, e si chiede qualcosa in più al personale. E il personale, in queste occasioni, devo dire che, tutto sommato, risponde abbastanza bene. Un esempio ancora più significativo potrebbe essere quello della ricerca dei latitanti: negli ultimi due anni, malgrado le premesse di cui abbiamo parlato, i risultati sono migliorati”.
Qual è la situazione dei controlli sulle strade dal punto di vista numerico?
“Dovrebbero e potrebbero andare sicuramente meglio: rispetto al 2009 noi abbiamo aumentato la nostra presenza sulle strade di oltre 300 pattuglie, malgrado il personale sia sceso complessivamente come compartimento Sicilia orientale, siamo riusciti a incrementare quello presente sulla strada. un risultato sicuramente importante, anche per il messaggio che si lancia alla cittadinanza e all’interno. Questo significa che riusciamo, comunque, a superare le difficoltà”.
“In tema della sicurezza stradale, noi ci muoviamo intorno a quelle che sono le linee guida della Comunità Europea, cui fa riferimento la legislazione nazionale. Per quanto riguarda proprio la sicurezza stradale, la UE ha preso coscienza di questo problema molto serio tra il 1999 e il 2000, tanto che nel 2000 fu fatta una direttiva in cui si diceva che si doveva abbattere il fenomeno infortunistico del 40 per cento. Nel 2001 si passò al 50 per cento entro il 2010. Adesso c’è una nuova direttiva che vuole l’abbattimento di un ulteriore 50 per cento, cosa molto difficile, seppur in nove anni: la qualità e la quantità di traffico, lo stato delle strade, renderanno la cosa difficile. C’è da considerare, poi, che il fenomeno infortunistica si gioca intorno all’aspetto utente, cioè il guidatore: è lui il nodo principale, il modo di guidare, il grado di civiltà”.
 

 
Non è concepibile che sull’autostrada Messina-Palermo esista un doppio senso di marcia da due anni
 
Qual è la situazione sulle autostrade siciliane, ad esempio la Messina-Palermo, in cui la percentuale dell’aumento degli incidenti è del 37 per cento rispetto alla media nazionale delle autostrade che fa registrare una diminuzione del 7 per cento?
“Dobbiamo aprire la parentesi Consorzio per le autostrade siciliane, dove i problemi sono notevoli. Il Consorzio ha sofferto e continua a soffrire di problemi gestionali, legati sia all’aspetto economico, che a quello della gestione vera e propria di importantissime arterie autostradali. Sulla Messina-Palermo, ad esempio, c’è un doppio senso di marcia da due anni, e non è concepibile che passi così tanto tempo per risolvere un problema. L’autostrada è bella se le cose funzionano, ma basta una piccolissima anomalia per creare grossi disagi”.
Cosa servirebbe in Sicilia, quali provvedimenti si potrebbero adottare?
“Purtroppo in Sicilia non abbiamo l’esperienza del tutor, un’esperienza fantastica soprattutto perché incide sulla mentalità della gente e funziona. Nei tratti in cui c’è il tutor abbiamo avuto un abbattimento ormai consolidato del 51 per cento dei morti, e non è poco. Purtroppo da noi questa tecnologia ancora non c’è, speriamo nel futuro che possa arrivare perché incidendo proprio sui comportamenti rappresenta uno strumento prezioso. I deterrenti sono indispensabili”.
Quali obiettivi avete per il prossimo futuro?
“Speriamo di ottenere risultati migliori rispetto a quelli già buoni del 2010, ad esempio rispetto al numero di controlli. Non ci importa fare cassa, ma di dare maggiore sicurezza ai cittadini”.

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