Cascio convoca l’Aula alle 9.30 del mattino - QdS

Cascio convoca l’Aula alle 9.30 del mattino

Raffaella Pessina

Cascio convoca l’Aula alle 9.30 del mattino

martedì 08 Marzo 2011

Il presidente per snellire i tempi rompe la prassi Ars di sedute pomeridiane. Si discute il Ddl di riforma della legge elettorale

PALERMO – Oggi comincia la battaglia in Aula e il Presidente dell’Ars per accelerare i lavori, ha deciso di convocare in maniera insolita, i deputati già di mattina. Infatti normalmente la mattinata viene utilizzata per i lavori delle Commissioni legislative ed il pomeriggio e la serata ai lavori di Sala d’Ercole. Invece oggi si svolgeranno contemporaneamente le due attività, perché in Aula si chiuderà la discussione generale sul documento di riforma della legge elettorale e contemporaneamente entro le ore 13 verranno presentati gli emendamenti al disegno di legge agli uffici dell’Ars.
A questo proposito le donne del Pd hanno presentato un emendamento per tutelare le donne favorendone la partecipazione alla vita democratica attiva, promuovere iniziative e progetti, per tutelarle e fare in modo che possano esprimersi a pieno rendendo concreto il principio delle “pari opportunità”. è uno dei punti di un programma che il Pd ieri ha presentato alla stampa.
“L’elettore per i Consigli comunali e provinciali – si legge nell’emendamento – può esprimere due preferenze: una per ciascun rappresentante di genere. Qualora le due preferenze siano espresse entrambe per rappresentanti dello stesso genere la seconda preferenza è nulla”.
“Vogliamo – ha detto Concetta Raia, prima firmataria dell’emendamento – che anche in Sicilia sia concreta. La rappresentanza femminile nelle Giunte nell’Isola è ancora troppo bassa: basti pensare che all’Ars siamo solo tre donne su novanta deputati. Nelle Giunte comunali le donne sono solamente il 14 % e nei Consigli comunali si arriva intorno all’11%”. Un ordine del giorno a sostegno della doppia preferenza di genere è stato presentato anche alla Provincia di Palermo da Teresa Piccione.
Non solo legge elettorale, ma anche la nomina di un Garante per l’infanzia e l’adolescenza e iniziative per incrementare il numero di asili nido in tutta le regione nell’agenda delle donne democratiche. Tra gli impegni assunti anche quello di portare avanti all’Assemblea regionale siciliana il Ddl per la nascita di centri antiviolenza nelle nove province.
“L’Italia – aggiunge Angela Bottari – è un Paese strano. Siamo stati i primi a chiedere che ci fosse una legge contro la violenza sulle donne, ma anche gli ultimi in Europa ad approvarla. Vogliamo fare in modo che l’attenzione sui problemi delle donne sia sempre alta, non solo in date come l’otto marzo, e che si dia una risposta concreta ai loro problemi”.
Cateno de Luca, il leader di Sicilia Vera, tornato al gruppo misto dopo la parentesi in Forza del Sud, ha promesso battaglia ed ha presentato un emendamento che prevede l’incompatibilità tra le cariche di deputato regionale o di assessore regionale e quelle di consigliere comunale circoscrizionale o provinciale e di sindaco e presidente della provincia. “In ossequio a quanto ribadito dalla Corte Costituzionale – ha dichiarato De Luca – che si è già espressa in tal senso. Ritengo che chi ricopre delle cariche pubbliche deve avere rispetto per gli elettori ed evitare di disperdere la propria azione politica in differenti ruoli”.
“Considero il doppio incarico – prosegue De Luca – come l’occasione di un conflitto di interessi. Un sindaco cerca di avvantaggiare come può la sua comunità, non parliamo poi di un assessore regionale che è anche sindaco”. De Luca ha presentato anche un emendamento, poi sottoscritto anche dal deputato regionale Nicola D’Agostino dell’Mpa, affinché fosse abolito il divieto del terzo mandato consecutivo di tutti i sindaci siciliani, ad esclusione di quelli dei comuni capoluogo.
Intanto Nunzio Cappadona ha reso note le motivazioni che lo hanno spinto ad aderire al gruppo misto dopo essere subentrato a Pippo Gianni. “Ho deciso di aderire al Gruppo misto – ha detto il deputato regionale, Cappadona – perché dopo aver militato nell’Udc, non ho condiviso il passaggio al Pid per alcune questioni. Inoltre, sono stato costretto a fare un ricorso per ottenere ciò che mi spettava dopo il mio impegno alle elezioni del 2008 a sostegno di Gianni. In questi due anni di lavoro è mancato l’impegno politico nei miei confronti e certo, per la mia esperienza, non credo che non avrei potuto ricoprire un ruolo”.

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