L’eolico siciliano fa gola ai cinesi - QdS

L’eolico siciliano fa gola ai cinesi

Rosario Battiato

L’eolico siciliano fa gola ai cinesi

giovedì 10 Marzo 2011

Il dirigente generale del dipartimento Affari extraregionali: “Grande interesse per il mercato”. Attaguile: grazie al Piano energetico ipotesi estese ad altre fonti rinnovabili e rifiuti

PALERMO – La Regione chiude le porte all’eolico, almeno così si dice, ma i cinesi sono pronti a sbarcare in Sicilia proprio per sfruttare la preziosa risorsa del vento che tante perplessità ha generato a causa degli effetti perversi della speculazione e dell’interesse mafioso, oltre che dal punto di vista paesaggistico. Da Bruxelles arriva la notizia dell’avvio di una serie di incontri bilaterali organizzati in Sicilia dall’Istituto per il commercio estero e dalla Presidenza della Regione con i rappresentanti di una decina di aziende cinesi interessate al mercato delle energie alternative.
I cinesi si avvicinano al mercato isolano per sfruttare tutte le potenzialità presenti in Sicilia. “Il mercato siciliano – ha spiegato Francesco Attaguile, direttore generale del dipartimento degli affari extraregionali – è di grande interesse per gli operatori cinesi, che guardano con curiosità sia alle applicazioni tecnologiche, che a quelle finanziarie”. Tuttavia non solo eolico nei programmi dei nuovi potenziali soci siciliani dell’Impero del Sole perché nel programma di visite verranno illustrate tutte le varie tappe dello sviluppo energetico sostenibile che le amministrazioni Lombardo hanno tentato di realizzare.
“Il nuovo Piano energetico regionale, le interessenze con il piano regionale dei rifiuti, l’avanzato livello di progettazione e sperimentazione caratteristico dell’Etna valley, sono gli elementi di un grande, nuovo, mercato dell’energia che ha come fulcro la Sicilia che – ha proseguito Attaguile – rappresenta il luogo fisico in cui in modo del tutto naturale, convergono gli interessi del mondo della ricerca, della produzione, della finanza e del mercato”.
Il programma ha previsto come prima tappa una visita degli imprenditori presso il parco tecnologico e scientifico di Catania, dove Marco Romano, dirigente del dipartimento attività produttive, ha illustrato le prospettive di sviluppo del settore dell’energia in Sicilia. Poi una serie di interventi sulle opportunità di internazionalizzazione offerte alle imprese, mentre ampia parte della giornata è stata concessa all’illustrazione del piano energetico regionale e ai sistemi di produzione energetica a zero emissioni in atmosfera e della loro applicazione in Sicilia.
Il fitto programma di incontri è poi proseguito con approfondimenti tecnici e finanziari con gli operatori siciliani del settore. Nel resto della settimana previste inoltre delle visite alle avanguardie siciliane in termini di energie sostenibili: il cantiere dell’autostrada Catania-Siracusa, realizzato su un modello energeticamente autosufficiente, e alcuni impianti fotovoltaici sia nel settore industriale che in quello dell’agricoltura.
Sul futuro energetico dell’Isola incombono però diverse incognite ancora da sanare. In primo luogo l’effettivo impatto del Piano energetico partorito nel 2009 ancora poco concreto sul territorio, come denunciano imprenditori e addetti ai lavori, e persino sconfessato da Jeremy Rifkin che lo aveva tenuto a battesimo a Palermo. Nelle scorse settimane è stato presentato il regolamento attuativo che dovrà essere approvato in sede governativa nazionale. Inoltre il nuovo decreto sulle rinnovabili, nonostante l’effetto negativo sia stato depotenziato rispetto l’idea originaria del ministro Romani, potrebbe comunque arrecare danni permanenti al sistema degli incentivi al fotovoltaico che nell’Isola stava ben prosperando.

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