Ars, l’Aula ha approvato la legge sulla trasparenza - QdS

Ars, l’Aula ha approvato la legge sulla trasparenza

Raffaella Pessina

Ars, l’Aula ha approvato la legge sulla trasparenza

mercoledì 23 Marzo 2011

Dal Viminale ieri: “Alle Regioni 1.000 profughi ogni milione di abitanti”. Alla Sicilia spetterebbero 5 mila immigrati, ma sono già 6 mila

PALERMO – La seduta dell’Assemblea regionale siciliana ha dato ieri il via libera alla legge sulla trasparenza, portata in aula come un unico maxi emendamento a firma del Governo e approvato precedentemente dalla commissioni Affari istituzionali. Trascorsi cinque giorni senza interventi del Commissario dello stato, si aspetterà la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
La Regione Siciliana intanto cerca le soluzioni per l’emergenza profughi che arrivano in massa di giorno in giorno sull’isola di Lampedusa, in attesa che intervengano massicciamente il Governo centrale nonché gli altri Paesi dell’Unione Europea.
Mentre è stato istituito a Roma il coordinamento che gestirà tale emergenza e nel quale è stato coinvolto anche Vincenzo Fontana, già presidente della Provincia di Agrigento, a Palermo il governatore Lombardo ha reso noto il criterio base proposto alle Regioni dai tecnici del Viminale per far fronte all’eventuale afflusso di un massimo di 50mila migranti dal nord Africa per la crisi in Libia: 1000 profughi ogni milione di abitanti. “Alla Sicilia, che ha 5 milioni di abitanti, ne toccherebbero 5mila – ha spiegato Lombardo – ma sarà valutata tutta una serie di correttivi rispetto ai problemi e alle situazioni delle singole Regioni: il conto – ha proseguito Lombardo – sarà pronto solo tra qualche giorno e ci sarà dato per quando torneremo ad incontrarci per ribadire la disponibilità, condivisa da tutti, ad affrontare l’eventuale emergenza umanitaria e nel rispetto di quanto ci ha chiesto il capo dello Stato”.
Anche il Presidente dell’Ars Francesco Cascio interviene sulla situazione: “L’Ars guarda con molta attenzione alla vicenda libica, è nostra intenzione dedicare un’apposita seduta alla questione e, in tal senso, verificheremo la disponibilità del Governo nazionale al fine di stabilire una data precisa”. “Nessuno, e quindi neppure la Sicilia – ha detto – può sottrarsi ai doveri umanitari, perciò ho fatto una proposta, su cui ho avuto ampia rassicurazione dal ministro Alfano, a cui ho consegnato una lettera, che stamane sarà posta all’attenzione del Presidente del Consiglio, in merito alla strategia da adottare. Ritengo fondamentali tre passaggi: rinunciare ad aumentare la capacita’ recettiva di Lampedusa con tendopoli, trasferire gli immigrati entro 48 ore dal loro sbarco nell’Isola e trasformare l’ex base Nato di Mineo in semplice centro di accoglienza”. Ma “Lampedusa, Mineo e la Sicilia – ha concluso Cascio –  non possono fronteggiare lo “tsunami umano” che si sta velocemente approssimando alle nostre coste. Dopo avere subito l’impatto di un numero crescente di sbarchi, dai 16 mila del 2002 ai 37 mila del 2008, Lampedusa e la Sicilia hanno beneficiato del blocco degli sbarchi stessi, a seguito degli accordi con Tripoli, ma oggi dobbiamo fare i conti con milioni di persone spinte da un incontrollabile istinto di sopravvivenza”.
Intanto sul fronte politico non sembra esserci nulla di nuovo, almeno in apparenza, se non la necessità di approvare il prima possibile i documenti finanziari. Invece, sotto sotto si assiste ad un governatore che, nato con il suo movimento autonomista, l’Mpa, e cresciuto ed eletto insieme con il Pdl, oggi decide di cambiare rotta fondando un nuovo partito con nuove alleanze, per adeguarsi ai cambiamenti che si sono succeduti nel tempo dal 2008 ad oggi.
Anche l’ex ministro Lillo Mannino, ex democristiano ha dato vita ad un nuovo movimento politico, cui ha dato il nome di Iniziativa democratica avrà due interlocutori privilegiati, l’Unione di centro di Casini e l’Mpa di Lombardo, come dichiarato dallo stesso Mannino. Si tratterebbe dell’ufficializzazione dell’alleanza di tutti quei piccoli partiti nati in questi ultimi tempi e che hanno dato filo da torcere ai grandi partiti da cui si sono distaccati. Un unico gruppo politico di centro.  Il berlusconismo, sostiene Mannino, oggi è in declino, sopravviverà un anno o due, poi nel Pdl ognuno prenderà la sua strada. Mannino guarda con interesse all’area cattolica.

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