I sindaci della zona, con la supervisione del prefetto, hanno siglato un documento per azioni coordinate. Il Residence degli Aranci diventa Cara con decreto firmato dal ministro Maroni
CATANIA – Un’emergenza per affrontare la quale agire separatamente non è sicuramente produttivo, ma in cui occorrono operazioni mirate e condivise per riportare, per quanto possibile, la normalità nei paesi della provincia di Catania limitrofi al Residence degli Aranci di Mineo, dove da settimane, ormai, vengono portati parte dei migranti che stanno sbarcando sulle coste di Lampedusa.
Questa la filosofia che ha spinto, ieri mattina, al termine di un lungo incontro in Prefettura, quattordici sindaci del Calatino, insieme a quello di Catania, Raffaele Stancanelli, e al presidente della Provincia regionale, Giuseppe Castiglione, a sottoscrivere un documento congiunto, un’integrazione al Patto per la sicurezza, per promuovere, con progetti mirati, azioni coordinate volte a garantire la sicurezza interna al Residence degli Aranci ed esterna, su tutto il territorio provinciale.
Il documento prevede, tra le altre cose, un aumento consistente, oltre che una rimodulazione, dei presidi di controllo e di polizia, per cui è previsto un ampliamento dell’organico e una cabina di regia, che si riunitrà periodicamente. La Prefettura farà da collante a quelle che saranno le esigenze espresse dal territorio.
“Il centro di Mineo – ha spiegato il Prefetto di Catania, Vincenzo Santoro – è stato individuato come progetto pilota per i richiedenti asilo, con un provvedimento del ministro Maroni, che gli ha dato dignità di Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo). Chi non appartiene a questa categoria Prefettura non potrà più essere accolto qui”.
Non si illudono di risolvere gli enormi problemi che li vedono coinvolti nella grande emergenza umanitaria di queste settimane, i sindaci sottoscrittori, ma ritengono che la cooperazione sia l’unica arma a disposizione per affrontarla, dando, nello stesso tempo, un’immagine al mondo intero di risposta positiva.
“Finalmente – ha commentato il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania – non ci saranno equivoci: chi non avrà i requisiti del richiedente asilo verrà mandato nei Cei (Centri identificazione ed espulsione)”.
Intanto, continuano a essere alte le preoccupazioni in ordine alla sicurezza, aumentate anche in seguito alle numerose fughe dal Residence – centinaia sarebbero gli immigrati scappati dal centro di Mineo – e ai ripetuti atti di saccheggio, in particolare delle campagne e delle case periferiche.