“Non c’è energia sicura al 100%, sull’atomo si fa molta demagogia” - QdS

“Non c’è energia sicura al 100%, sull’atomo si fa molta demagogia”

Rosario Battiato

“Non c’è energia sicura al 100%, sull’atomo si fa molta demagogia”

sabato 02 Aprile 2011

Intervista al presidente di Fare Ambiente, oggi a Cefalù per il convegno sul tema Verso il Nucleare pulito. Pepe: il petrolio causa 8 mila morti l’anno, ma nessuno protesta in piazza

PALERMO – Dopo la tragedia di Fukushima il dibattito sul nucleare in Italia ha preso una piega spietata, che annienta la discussione e presta il fianco a operazioni demagogiche che poco possono servire alla crescita energetica del Paese. La moratoria imposta dal Governo servirà forse a riaprire nei tempi giusti una riflessione meno emotiva e più ragionevole, ma, intanto, in vista del referendum di giugno, il nucleare, anche per ragioni squisitamente elettorali data la vicinanza delle amministrative, è diventato un tema tabù tra i politici italiani.
Ne abbiamo discusso con Vincenzo Pepe, presidente dell’associazione ambientalista Fare Ambiente, che proprio oggi è a Cefalù per partecipare al convegno ‘Verso il Nucleare Pulito’. Nell’intervista al Qds, il presidente di Fare Ambiente invita il mondo scientifico e politico ad una riflessione lontana dagli isterismi del momento.
Tutte le modalità di produzione di energia hanno forme di rischio di varia natura. Adesso sull’onda emotiva della tragedia giapponese il nucleare viene dipinto come il male assoluto: davvero non c’è più  margine per una discussione serena su questa forma di energia?
“Possiamo intanto affermare come non esista energia sicura al 100%. Pensiamo ad esempio al petrolio che a causa delle polveri sottili provoca 8 mila morti l’anno e attenta in generale alla sostenibilità ambientale. Purtroppo in questa fase è difficile discutere con ragionevolezza su un tema così importante per il futuro energetico del nostro Paese, perché tutto è avvelenato dalla demagogia del momento, figlia dell’effetto della tragedia in Giappone. Però bisogna sempre ricordare che il nucleare ha un impatto ambientale minimo”.
Però bisognerebbe trovare dei siti adeguati…
“Certamente bisognerà fare delle scelte in accordo con le Regioni e valutare attentamente i siti idonei alla costruzione. Il Piemonte e la Campania hanno già offerto la loro disponibilità in tal senso”.
Ma non la Sicilia, dove lei parlerà proprio oggi. Il governatore Lombardo, pur non dichiarandosi contrario al nucleare, ha però tassativamente negato qualsiasi disponibilità a trattare per un sito nell’Isola.
“Il discorso di Raffaele Lombardo di fatto non risolve il problema, perché sarebbe come dire va bene il nucleare ma non nel mio giardino. Invece bisognerebbe affrontare il tema con la consapevolezza di avere di fronte un’energia pulita, che inquina certamente meno del petrolio”.
Il petrolio, tra l’altro, non durerà per sempre e l’Italia ha fame d’energia. Cosa significa dire no al nucleare?
“L’Italia attualmente importa il 20% del suo fabbisogno energetico e basti pensare che se altrove, come sta accadendo in Germania, dovessero far scemare la produzione elettrica, le esportazioni verso il nostro Paese comincerebbero a ridursi. A quel punto l’unica scelta sarebbe la candela. Attualmente nemmeno le rinnovabili, che tuttavia rappresentano una strada importante, possono garantire una soluzione perché incidono troppo poco nel bilancio energetico nazionale”.
Insomma, se domani l’Italia dovesse svegliarsi con l’impegno del nucleare, quanto tempo ci vorrà per poter godere dei frutti di una centrale?
“Mediamente possiamo calcolare circa dieci anni, ma il problema sta proprio nel fatto che la discussione è ancora completamente avvolta in questa spirale di demagogia e finché non si deciderà di cominciare i tempi si allungheranno sempre di più. In Svizzera hanno votato favorevolmente al referendum (nel febbraio scorso sulla nuova centrale di Mühleberg II, ndr) e non vedo perché lo stesso non si possa fare da noi. Del resto la scelta è tra la candela e il nucleare”.

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