Ne abbiamo discusso con Vincenzo Pepe, presidente dell’associazione ambientalista Fare Ambiente, che proprio oggi è a Cefalù per partecipare al convegno ‘Verso il Nucleare Pulito’. Nell’intervista al Qds, il presidente di Fare Ambiente invita il mondo scientifico e politico ad una riflessione lontana dagli isterismi del momento.
“Possiamo intanto affermare come non esista energia sicura al 100%. Pensiamo ad esempio al petrolio che a causa delle polveri sottili provoca 8 mila morti l’anno e attenta in generale alla sostenibilità ambientale. Purtroppo in questa fase è difficile discutere con ragionevolezza su un tema così importante per il futuro energetico del nostro Paese, perché tutto è avvelenato dalla demagogia del momento, figlia dell’effetto della tragedia in Giappone. Però bisogna sempre ricordare che il nucleare ha un impatto ambientale minimo”.
“Certamente bisognerà fare delle scelte in accordo con le Regioni e valutare attentamente i siti idonei alla costruzione. Il Piemonte e la Campania hanno già offerto la loro disponibilità in tal senso”.
“Il discorso di Raffaele Lombardo di fatto non risolve il problema, perché sarebbe come dire va bene il nucleare ma non nel mio giardino. Invece bisognerebbe affrontare il tema con la consapevolezza di avere di fronte un’energia pulita, che inquina certamente meno del petrolio”.
“L’Italia attualmente importa il 20% del suo fabbisogno energetico e basti pensare che se altrove, come sta accadendo in Germania, dovessero far scemare la produzione elettrica, le esportazioni verso il nostro Paese comincerebbero a ridursi. A quel punto l’unica scelta sarebbe la candela. Attualmente nemmeno le rinnovabili, che tuttavia rappresentano una strada importante, possono garantire una soluzione perché incidono troppo poco nel bilancio energetico nazionale”.
“Mediamente possiamo calcolare circa dieci anni, ma il problema sta proprio nel fatto che la discussione è ancora completamente avvolta in questa spirale di demagogia e finché non si deciderà di cominciare i tempi si allungheranno sempre di più. In Svizzera hanno votato favorevolmente al referendum (nel febbraio scorso sulla nuova centrale di Mühleberg II, ndr) e non vedo perché lo stesso non si possa fare da noi. Del resto la scelta è tra la candela e il nucleare”.