Protezione civile sul rischio sismico - QdS

Protezione civile sul rischio sismico

Angela Carrubba e Melania Tanteri

Protezione civile sul rischio sismico

mercoledì 01 Luglio 2009

Terremoti. In Sicilia dai siti web poca comunicazione.
La mappa dell’Ingv. Elaborata dall’Istituto di geofisica e vulcanologia nel 2006 nel sito della Regione siciliana non è pubblicata. Mancano anche le classificazioni dei singoli Comuni dell’Isola.
Un telegiornale settimanale. Lo strumento informativo del Dipartimento regionale è “Drpc informa”, diffuso da 23 emittenti siciliane ma sconosciuti nomi e frequenze da sintonizzare

PALERMO – Come dimostrato – ancora una volta – dal recente evento sismico in Abruzzo, il problema della Protezione civile è un problema di organizzazione. Non a caso esiste la figura del “disaster manager” e l’Associazione nazionale disaster manager.
Le prime figure di disaster manager italiani furono formate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile a partire dal 1995/96. Successivamente, in ragione del trasferimento delle competenze dallo Stato agli enti territoriali, anche l’attività di formazione fu trasferita alle regioni. Nel mese di marzo 2003 nasce l’Assodima – onlus che rappresenta l’Associazione Italiana che riunisce i disaster manager con sede nazionale a Bagnoregio (VT).
La Regione siciliana ha approvato la legge 14 del 31 agosto 1998 (recependo la legge nazionale 225 del 1992 che istituì il Servizio nazionale di protezione civile), che all’articolo 1, comma 2, recita: “Sono recepiti dalla Regione siciliana i principi e le norme recati dalla legge 24 febbraio 1992, n. 225 “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”, nonché esercitate le funzioni attribuite alle Regioni, alle Province ed ai Comuni dall’articolo 108 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, in materia di protezione civile”.
All’art. 2 della stessa legge viene stabilita l’istituzione dell’Ufficio regionale di protezione civile che deve “Nell’imminenza del verificarsi di una situazione di emergenza di cui all’articolo 2 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, attivare la propria struttura per la gestione della crisi con personale tecnico, reperibile 24 ore su 24, composto anche da disaster managers provenienti, se necessario, anche da amministrazioni diverse da quella regionale. I relativi oneri sono posti a carico delle amministrazioni di appartenenza”.
Come cittadini ci si aspetterebbe quindi che nel sito web della protezione civile regionale fosse possibile trovare innanzitutto i nomi di coloro che rispondono dell’organizzazione dell’ufficio, disaster managers e non, tecnici e non, esperti e consulenti, responsabili della comunicazione; ma non è così.
Nel sito web non esiste una pagina riassuntiva della composizione del funzionigramma né esiste una pagina riassuntiva che riporti i Piani operativi che l’ufficio deve seguire. La solita sottovalutazione della comunicazione ai cittadini o la solita “oscurità” nel dire chi deve fare cosa?
Che l’Italia sia un paese ad elevato rischio sismico non è certo una novità, così come non lo è il fatto che le Regioni lungo la dorsale appenninica sono quelle a più alto rischio, secondo la più recente mappa di pericolosità sismica messa a punto dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
Nonostante la mappa sia stata elaborata dal 2006, ad oggi sono solo tre le Regioni che si sono adeguate alla nuova mappatura: Molise, Toscana e Veneto.
La Regione Sicilia, la cui parte orientale rappresenta una delle zone dove la possibilità che si verifichino terremoti è maggiore, oltre a non aver recepito la mappa diffusa dall’Ingv, a livello informativo non trasmette attraverso il sito il  piano per affrontare i rischi potenziali di ogni porzione di territorio.
Nel sito regionale della Protezione Civile, quello che risalta immediatamente è l’assenza di una mappa a zone  della classificazione dei comuni e dei piani di emergenza in caso di calamità, così come non vi è presenza delle informazioni pratiche al cittadino, che (sempre nel sito web) sono costituite da un manuale illustrato (buono soprattutto per i bambini) e null’altro.
“La mappa realizzata su incarico della Protezione Civile Nazionale e diffusa dal’Ingv è di tipo probabilistico – spiega Raffaele Azzaro, Responsabile dell’U.F. Sismologia dell’Ingv di Catania –  dunque rappresenta essenzialmente uno strumento che il legislatore, in questo caso il Ministero dei Lavori Pubblici, traduce in specifiche tecniche necessarie alla costruzione ed adeguamento degli edifici che vengono indicate nella classificazione del rischio sismico”.
In effetti, uno strumento informativo sul sito web della Protezione Civile siciliana c’è ed è anche innovativo. Si tratta del telegiornale settimanale – Drpc informa – diffuso da 23 emittenti regionali, di cui una satellitare. Unico in Italia, si è classificato primo al Compa (Salone europeo della comunicazione pubblica, dei servizi al cittadino e alle imprese) nel 2006. Sicuramente uno strumento utile ed evoluto anche se sarebbe necessario pubblicare nel sito l’elenco delle frequenze delle reti che lo trasmettono in modo che – chi voglia – possa sintonizzare il proprio televisore.
È anche vero, comunque, che il modo più immediato che i cittadini hanno a disposizione è rappresentato dai piani comunali di Protezione Civile, obbligatori per legge, ma non sempre aggiornati e molto spesso non diffusi adeguatamente dagli stessi comuni.
Insomma, la comunicazione tramite web può essere ancora migliorata imitando quanto hanno fatto altre regioni. È il caso della Protezione Civile della Regione Marche, il cui sito internet presenta, nella sezione terremoti, un menù intero dedicato solo alle comunicazioni al cittadino.
Oltre a dare le informazioni sull’attività sismica in tempo reale, infatti, il menù di destra della pagina sui terremoti è esclusivamente pensato e realizzato per l’utenza, con informazioni generali sui terremoti, la loro origine, tipologia ecc, e soprattutto con indicazioni pratiche su cosa fare prima, durante e dopo un sisma.
Evidentemente, il ricordo del terremoto che colpì Ancona nel 1972 ha lasciato un segno evidente sull’importanza dell’informazione corretta, o come la regione Friuli Venezia Giulia dove è presente una mappa sullo stato di allerta regionale in tempo reale, così come in tempo reale è possibile verificare su una mappa la sismicità zona per zona.

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