E il vecchietto dove lo metto, non si sa - QdS

E il vecchietto dove lo metto, non si sa

Antonella Guglielmino

E il vecchietto dove lo metto, non si sa

sabato 09 Aprile 2011

Il grande affare delle case di riposo. Negli elenchi telefonici delle 9 province individuate 810 residenze per anziani, ma in realtà sono di più

CATANIA – Ricordate il motivo de Il vecchietto di Domenico Modugno? E il vecchietto dove lo metto, dove lo metto, non si sa mi dispiace ma non c’è posto, non c’è posto per carità…Bene, perché i tempi sono cambiati e in Sicilia, nel nome del dio denaro, i posti ci sono. Basta pagare.
Secondo gli indicatori demografici Istat del 2010 sono in calo le nascite, con la conseguenza che aumenta la vita media, che compie ulteriori progressi: 79,1 anni per gli uomini, 84,3 anni per le donne. Di conseguenza, oggi le case di riposo private per anziani si sono trasformate in un business sempre più fiorente: in quattro anni, dal 2005 al 2009, quelle iscritte agli elenchi delle Camere di commercio sono passate da 2.555 a 2.906 unità. E i loro ricavi sono aumentati in un anno del 18%.ù
A tal proposito parla chiara la prima ricerca nazionale dell’Auser, associazione di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e a far crescere il ruolo dei senior nella società, sulle case di riposo in Italia. Dal rapporto si evince una giungla di servizi e residenze, dove al concetto di adeguatezza prevale la carenza di  trasparenza e regolamentazione.

Quante sono
Le consistenze delle Case di riposo variano a seconda delle fonti ufficiali e informali che si occupano delle strutture residenziali. La ricostruzione degli elenchi regionali (parziali) restituisce un valore pari 3.374 strutture, che riguarda in modo particolare le residenze sanitarie assistenziali Rsa, che assistono in particolare anziani non autosufficienti, e le residenze assistenziali Ra (Case di riposo in senso stretto, comunità alloggio), che ospitano in genere anziani autosufficienti e non autosufficienti di grado lieve. Con una ricognizione diretta attraverso il sito delle Pagine Gialle, con chiave di ricerca “Case di riposo”, sono state individuate 6.389 strutture (al 28 febbraio 2011), alle quali occorre aggiungerne ulteriori 326 che provengono dagli elenchi delle Camere di commercio e da altre fonti collegate ad associazioni del Terzo settore. Il totale è di 6.715 strutture residenziali.
Tenuto conto che nella voce “Casa di riposo” trovano ospitalità non solo le residenze assistenziali ma anche le Rsa, la prima tipologia di strutture (Ra) è stata isolata e quantificata in circa 3.750 unità. La ricerca è stata focalizzata in particolare su questo tipo di strutture, le Case di riposo in senso stretto, dove negli ultimi anni sono stati registrati irregolarità e fenomeni di disagio sociale.

Nel 2010, secondo stime dell’Auser, 23 anziani ogni 1.000 hanno vissuto in un presidio socio-assistenziale (Casa di riposo privata); erano 20 ogni 1.000 nel 2006. Considerando anche le residenze socio-sanitarie (Rsa) e gli altri presìdi, abbiamo 32 anziani in istituto ogni 1.000 nel 2010. Valori che crescono fino a 84 anziani su 1.000 in Friuli Venezia Giulia, mentre in Sicilia, che risulta essere la regione con il più alto tasso di diffusione di strutture socio-assistenziali, gli ospiti non superano le 11 unità ogni 1.000 abitanti over65.

Il funzionamento e l’adeguatezza delle case di riposo
In base alle indagini svolte dal Nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas) dei carabinieri, il 27,5% degli 863 controlli effettuati  nel 2010 presso le strutture residenziali per anziani ha rilevato irregolarità. Erano 283 i casi di strutture non in regola con 371 infrazioni rilevate. Fra le infrazioni maggiormente riscontrate: autorizzazioni mancanti, strutture non adeguate, numero di anziani ospitati superiore rispetto a quanto possibile, mancanza di adeguate condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza, attività infermieristiche esercitate in modo abusivo.

I casi si concentrano per lo più al Sud, 39,5% del totale, seguito dal Nord con il 31,8% e dal Centro con il 29%. Nel 64% dei casi esaminati, è stato, inoltre, rilevato esplicito riferimento alla presenza, nelle strutture residenziali pubbliche e private, di personale non qualificato e senza i necessari requisiti. Più in generale, comunque, emergono forti carenze nell’assistenza agli utenti e pazienti. In circa il 34% delle “case di riposo” oggetto di indagine venivano inoltre somministrati farmaci scaduti.
Infine, gli anziani sono stati trovati in condizioni di malnutrizione e/o fisiche e psicologiche non buone in circa il 46% delle situazioni rilevate, mentre il numero di ospiti risultava superiore a quello autorizzato, o comunque non idoneo alle caratteristiche dei locali, nel 20,3% dei casi. Per spiegare i fenomeni rilevati, non sempre la variabile territoriale può essere chiamata in causa.
 
Infatti, l’abusivismo e le irregolarità nelle autorizzazioni necessarie all’esercizio delle attività, risultano essere la tipologia più frequente di infrazione, dal 94% del Nord – Ovest fino al 96,5% del Sud. Le carenze di  requisiti igienico-sanitari vengono rilevate in quasi l’88% degli abusi rilevati al Sud, mentre nel Nord-Ovest il fenomeno si rileva  nel 78% delle notizie. Ben 104 sono, inoltre, i casi di inadeguatezza delle infrastrutture rilevati nelle regioni del Sud, pari al 92% degli interventi complessivamente analizzati e riguardanti la medesima area geografica; tale percentuale, sebbene più contenuta, risulta particolarmente significativa anche nel Nord (85,7%).
 


Focus. In Sicilia disponibili 2.500 posti letto
 
CATANIA – In Sicilia, secondo il rapporto Auser, ad agosto 2010, è stata presentata la bozza del Piano sanitario regionale 2011-2013 (Piano della Salute 2011-2013). Con il Decreto assessoriale n. 1325/10 del 24 maggio 2010 integrato dal DA 1544/10, nel definire la tipologia assistenziale delle Residenze sanitarie assistite (Rsa), è stata prevista la programmazione complessiva di 2.500 posti in Rsa, nel triennio 2010-12 per i ricoveri di durata non superiore ai 12 mesi.
Considerato il numero di posti già attivi, sono stati individuati i tempi e i modi per il completamento, in relazione al riordino della rete ospedaliera secondo quanto previsto dalla L.R. n.5/09 e dai relativi atti di programmazione. I posti letto attivati erano 952, quelli da attivare 1.548. In Sicilia sono state rilevate circa 900 residenze per anziani, di cui 810 da elenchi telefonici.
 


Intervista al presidente nazionale dell’associazione Auser, Michele Mangano
 
CATANIA- “Le case di riposo scoperte al Nord come al Sud, con anziani costretti a subire maltrattamenti ed umiliazioni di ogni sorta, strutture aperte e mai autorizzate, deficit assistenziali e quant’altro, perché soli, non autosufficienti e indifesi, sono lo specchio di una realtà orribile che certo non fa onore ad un paese civile ma che purtroppo non ha dato seguito alla reazione indignata delle istituzioni e  della politica. è una realtà diffusa ma sommersa, come la nostra ricerca ha messo in evidenza”. Michele Mangano è il presidente nazionale Auser, l’associazione che ha diffuso i dati di una prima, vera ricerca sul fenomeno delle case di riposo.
“Gli anziani ospiti nelle case di riposo non sono cittadini di serie B, ed hanno il diritto ad essere tutelati e curati al meglio – spiega Mangano (dalle origini palermitane, ndr) -. La mancanza di una adeguata assistenza igienico-sanitaria può infatti portare gli anziani ricoverati  verso una lenta e inesorabile vita vegetativa e al deterioramento delle capacità motorie e cognitive. Per questo, vogliamo richiamare l’attenzione sulla necessità che controlli e verifiche sistematici e continuativi nel tempo e sull’intero territorio vengano effettuati anche nelle Rsa e nelle Case di riposo private. Perché anche gli anziani, soprattutto coloro non autosufficienti, e gli anziani soli, abbiano garanzia di cura e assistenza adeguata e professionale. Perché anche la loro dignità venga rispettata sempre. Perché la “malasanità” non si sommi alla “malassistenza”. Richiamiamo  le autorità e le istituzioni – prosegue Mangano – a vigilare sempre affinché le norme e le leggi che regolano l’apertura e la gestione delle Rsa e delle  Case di riposo siano applicate e rispettate con rigore. Esistono precise norme di accreditamento che fissano in modo preciso requisiti, standard di sicurezza, rapporto fra anziani ricoverati e operatori; norme che devono essere rispettate, da tutti. Chiediamo inoltre che nei criteri di accreditamento, venga inserita la possibilità per le associazioni di volontariato di poter accedere nelle Case di riposo per svolgere attività di socializzazione e intrattenimento. Il volontariato può fare molto, essere un occhio attento e vigile all’interno delle strutture in cui opera. Il problema è che oggi in molte strutture private, ci è negato l’accesso”.
Oltre al pretendere il rispetto di norme e regole – afferma infine – il nostro Paese deve puntare ad implementare l’assistenza domiciliare integrata. Invecchiare a casa propria costa meno e diminuisce in modo esponenziale la richiesta di ricoveri”.
 

 
Ma all’albo regionale risultano solo 173 strutture
 
CATANIA – Agli uffici preposti dell’assessorato alla Famiglia della Regione siciliana abbiamo posto alcune domande.
Esiste un censimento a livello regionale delle case di riposo?
“Abbiamo i dati delle case di riposo per anziani iscritte all’Albo regionale degli enti socio-assistenziali ex art. 26 della Legge regionale 22/86. Attualmente sono iscritte all’Albo regionale 173 Case di riposo con una ricettività di 7.840 posti letto”
Qual è la legge regionale?
“Sì. È la Legge regionale 9 maggio 1986, n. 22 – Riordino dei servizi e delle attività socio-assistenziali in Sicilia. Si tratta della legge quadro siciliana dei servizi socio-assistenziali. A questa legge vanno aggiunti altri provvedimenti normativi attuativi (Decreti del Presidente della Regione siciliana).”
Ci sono delle leggi recenti?
“No. Esistono provvedimenti normativi attuativi (Decreti del Presidente della Regione siciliana) della Legge regionale 9 maggio 1986, n. 22 – Riordino dei servizi e delle attività socio-assistenziali in Sicilia”.
Queste strutture ricevono dei contributi pubblici?
“Queste strutture (iscritte all’Albo regionale) sono convenzionate con i Comuni che pagano o integrano le rette di ricovero degli anziani ospitati. Altre forme di finanziamento non sono previste”.
In quale capitolo di bilancio  sono inserite?
“Non è previsto un capitolo di bilancio regionale ad hoc per le Case di riposo per anziani.”

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