Lombardo indagato, avanza Forza del Sud - QdS

Lombardo indagato, avanza Forza del Sud

Raffaella Pessina

Lombardo indagato, avanza Forza del Sud

martedì 12 Aprile 2011

Le due settimane limite per approvare il Bilancio si aprono col nodo giudiziario. La Giunta ha “preso atto” del provvedimento sul governatore

PALERMO – Riprendono questo pomeriggio i lavori a Palazzo dei Normanni dell’Assemblea regionale siciliana. Finalmente all’ordine del giorno vi sono i documenti finanziari, la cui discussione era già stata richiesta già da tempo dai banchi dell’opposizione. Ci si attende battaglia in Aula questa settimana perchè si tratta ormai di approvare dei documenti sul filo del rasoio, per i tempi ristretti in cui l’Ars si ritrova.
E soprattutto al primo punto all’ordine del giorno vi è la mozione di censura del Pdl nei confronti dell’assessore all’Economia Gaetano Armao, in merito ai lavori affidati alla Sicilia e Servizi, la partecipata della Regione che si occupa degli accessi informatici degli assessorati.
Intanto si muove celermente in tutta l’Isola il movimento arancione con il suo leader Gianfranco Miccichè, in vista delle prossime elezioni regionali. Domenica scorsa a Catania si è tenuta la convention del partito durante la quale Miccichè ha dichiarato: “Ci hanno attribuito un 20% di consensi in Sicilia e questo significa – ha detto – che potenzialmente Forza del Sud a livello nazionale, solo con i voti della Sicilia , porterebbe un risultato pari al 2%. Aggiungendo poi i voti delle altre 8 regioni in cui siamo presenti – ha proseguito Miccichè – potremmo aspirare ad avere una componente parlamentare in grado di determinare le scelte del Governo”. Miccichè nel suo intervento ha anche criticato il Governo Lombardo che ha definito “il peggiore che potessimo immaginare, frutto di un vergognoso ribaltone il cui unico risultato è stato quello di non aver raggiunto alcun risultato”.
Intanto in merito alle vicende giudiziarie che riguardano il governatore della Sicilia Lombardo gli assessori hanno emesso unitariamente un comunicato nel quale “prendono atto di un provvedimento della magistratura che lo riguarda” astenendosi doverosamente da alcun commento. “Nutrono altresì – prosegue il comunicato –  piena fiducia che lo stesso provvedimento favorisca l’emergere di una verità processuale, finora subdolamente, da alcuni mezzi di comunicazione, data addirittura per scontata, anticipata senza riscontri, lasciata trasparire a ogni piè sospinto”.
È quasi sicuro che, tornando ai lavori dell’Aula, la mozione di censura impegnerà almeno una seduta d’Aula, ed i giorni per approvare bilancio e finanziaria ormai sono diventati veramente pochi. Dato che infatti gli strumenti di programmazione economico finanziaria vanno approvati entro la fine del mese, quindi entro il 30 aprile, e se è vero che l’Aula si svolge nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì, questo significa che alla fine del mese vi saranno solo 8 giorni di tempo, non considerando la giornata di oggi.
E a parte la questione finanziaria in Siclia si discute di federalismo. In particolare a tuonare contro l’applicazione di questo federalismo è stato proprio l’assessore all’Economia Armao.
“Siamo all’anno zero sulla perequazione finale e infrastrutturale. Il federalismo in Sicilia non potrà essere a costo zero, lo Stato ci deve dare le risorse riviste dagli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto, che sono risorse comunque dovute. Aumenteranno vertiginosamente le tasse. Si rischia di generare una corsa alla tassazione da parte di enti locali e regioni che non ricevono risorse adeguate per fare fronte alle proprie spese. La Sicilia soffre un divario del 40 per cento – prosegue Armao – rispetto a media nazionale di redditi cittadini e della dotazione di infrastrutture. Se applichiamo il federalismo senza le compensazioni (perequazione fiscale e infrastrutturale) i siciliani saranno sottoposti al livello di tassazione più alto d’Italia ed al livello più basso di servizi, mentre infrastrutture necessarie a competere con altre regioni non si realizzeranno mai”.
Il prodotto interno lordo è calato di dieci punti, siamo passati dal 77 per cento (rispetto al dato nazionale, pari a 100) al 66 per cento. Siamo in coda fra le 266 regioni dell’Unione Europea”.

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