Regia nazionale per il Sud - QdS

Regia nazionale per il Sud

Massimo Mobilia

Regia nazionale per il Sud

giovedì 21 Aprile 2011

Il ministro Tremonti in audizione alla commissione Finanze della Camera. “Se fondi Ue spesi male, si può togliere gestione alle Regioni”

ROMA – Una o più sessioni da dedicare esclusivamente al “complesso”  tema del Mezzogiorno. È il pensiero del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, esposto ieri in audizione alla Camera, dove ha spiegato che, se l’Europa ha interesse che il Continente cresca, allora bisogna dare attenzione all’area del Paese che cresce meno. Tremonti ha avuto modo di ribadire che, secondo la sua idea, la Cassa per il Mezzogiorno, “ha funzionato bene fino ad un certo punto, poi è andata degenerando. Per questo, quando ha riproposto la Cassa, “non voleva fare l’apologia della degenerazione, ma volevo dire che, se ben gestita, può funzionare bene”.
La ricetta da seguire per il Sud? Il Ministro non ha dubbi: “si deve riprendere l’idea di una regia nazionale e concentrarsi su alcuni grandi interventi”. Ad esempio ha detto, “i fondi europei devono andare alle Regioni ma non è detto che devono essere gestiti dalle Regioni. L’errore fatto per molto tempo è stato di mettere troppi soldi in un meccanismo dispersivo e il risultato è che le risorse non vengono spese”. Il messaggio quindi è chiaro, bisogna spendere quello che c’è a disposizione. Tremonti ha anche anticipato che nel prossimo decreto saranno previsti “i distretti turistici per lanciare le coste proprio a partire dal Mezzogiorno”.
Nel suo intervento davanti alla commissione Finanze della Camera, il Ministro ha parlato non solo del Sud, ma di tutto il Paese: “La miglior difesa è l’attacco – ha detto – Il problema dell’Italia non è difendere ma sviluppare”. A tal proposito, soffermandosi sul Dl “antiscalate”, ha dichiarato che non sarà modificato, ribadendo che si tratta di “una norma generale, non particolare, che c’era già lo scorso anno e che dovrebbe essere messa a regime nel software del milleproroghe”. Un messaggio poi, a favore delle imprese, gravate oggi, a suo dire da “controlli e ispezioni fiscali eccessivi, assolutamente incredibili. È intenzione del Governo interrompere tale oppressione”. Controlli che “hanno un costo”, fanno “perdere tempo” e a volte portano a “meccanismi di corruzione”. A parere di Tremonti potrebbe essere definita una proposta “equilibrata, un qualche tipo di concentrazione, salve esigenze di controllo erariale”.
L’occasione è stata utile al Ministro per ribadire ancora una volta che, con la crisi, “i debiti pubblici in tutto il mondo sono cresciuti ad una velocità enormemente superiore rispetto alla velocità di crescita del debito italiano, che a sua volta è aumentato perché abbiamo conservato i diritti dei cittadini”. Secondo Tremonti, infatti, la linea adottata dal Governo durante la crisi è stata quella più giusta: “Potevano sostenere i consumi facendo più spesa pubblica, ma si è visto che è servito a poco e non c’è stato bisogno di usare i soldi dei cittadini per salvare le banche”. Quindi una frecciata all’opposizione che ha contestato il Dpef da poco approvato, “il documento economico del Pd – ha detto – durerebbe dieci minuti all’esame di Eurostat perché contiene proclami. L’Europa vuole vedere i numeri”.

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