Acquisti verdi, Sicilia in ritardo - QdS

Acquisti verdi, Sicilia in ritardo

Luca Insalaco

Acquisti verdi, Sicilia in ritardo

sabato 23 Aprile 2011

Soltanto 54 uffici della Pubblica amministrazione dell’Isola adottano i criteri ambientali delle procedure. Dalla maggior parte degli uffici regionali a 363 Comuni, all’appello mancano in tanti

PALERMO – Green pubblic procurement, ovvero Acquisti pubblici verdi.
La Commissione europea ha delineato la via degli acquisti verdi nell’ambito delle strategie per il consumo e la produzione sostenibili ed ha indicato agli Stati membri il target di diffusione del 50% da raggiungere entro il 2020. Un nastro da tagliare attraverso l’adozione di criteri ambientali comuni nelle procedure d’acquisto per i beni ed i servizi individuati come prioritari.
L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale dei beni e servizi utilizzati dalla Pubblica amministrazione e quindi degli acquisti che da soli rappresentano il 17% del Prodotto interno lordo. Il nostro Paese ha recepito le direttive comunitarie in materia con il D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 (“Codice dei contratti pubblici”), e con il Decreto Ministeriale 8 maggio 2003, n. 203, che prevede che “gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo”.
Disposizioni lontane dall’essere applicate, specie nella nostra regione.
Nel 2007, la Regione siciliana ha dato vita al Coordinamento Agende 21 Locali Sicilia, e tra i gruppi di lavoro ha attivato quello relativo agli acquisti verdi; dal novembre del 2009 promuove l’adozione del GPP attraverso la rete GPPinfoNET, un progetto LIFE+, The Green Public Procurement Information Network (La Rete Informativa sugli Acquisti Pubblici Verdi), che prevede l’animazione di reti regionali (Sicilia, Sardegna, Campania, e prima ancora Lazio, Lombardia e Liguria, con il coinvolgimento di tre regioni di Polonia, Spagna e Romania) sul modello del Gruppo di Lavoro nazionale acquisti verdi del Coordinamento agende 21 locali italiane.
L’obiettivo delle reti regionali – spiegano dal Coordinamento Agende 21 Locali Sicilia – è quello di diffondere le informazioni sul GPP e sulle buone pratiche, attraverso incontri, newsletter, sito web, con l’auspicio che possano essere sempre maggiori gli impegni da parte delle pubbliche amministrazioni nell’adottare e diffondere le pratiche di acquisti pubblici verdi.
La rete siciliana conta attualmente 54 aderenti tra i quali l’assessorato regionale Territorio e ambiente, l’Agenzia regionale protezione ambiente, le Province di Trapani, Messina, Agrigento e Ragusa, 27 comuni, 6 tra Parchi e riserve, 6 realtà che si occupano di formazione tra cui le Università di Palermo e Catania ed altre 11 realtà sensibili alla tematica. All’appello, tuttavia, mancano numerosi enti e di quelli che aderiscono non si ha certezza dei livelli raggiunti. Insomma, la nostra regione è, manco a dirlo, in ritardo rispetto ad altre regioni del Centro-Nord.
“Ad oggi – ammettono dal Coordinamento Agende 21 Locali Sicilia – non è possibile avere contezza di quante realtà abbiano realmente adottato il GPP perché non esiste un sistema di monitoraggio univoco a livello nazionale, di queste 54 realtà sappiamo che molte hanno redatto il nuovo regolamento acquisti e che ancora deve esserne deliberata l’adozione”.
Nel deserto di iniziative in materia di consumo sostenibile si segnalano alcuni bandi che contemplano l’adozione dei criteri ambientali minimi.
Al Comune di Palermo, ad esempio, un bando per fornitura di prodotti per la pulizia; quello di Gioiosa Marea, nel Messinese, ha adottato delle linee guida per il riutilizzo di materiali in edilizia e bandi per l’acquisto di carta ecologica (FSC) per ufficio, per l’acquisto di apparecchiature elettriche ed elettroniche con marchio Energy star ed ancora per l’acquisto di sacchi in materiale riciclato per la nettezza urbana.
C’è poi l’ente Parco Madonie che ha provveduto ad acquistare attrezzature informatiche con marchio Energy star, prive di imballaggi, in alluminio o plastica riciclato. Ed ancora, penne e matite in materbi/plastica riciclata e risme di carta riciclata.
“Anche l’Università di Catania – dicono dal Coordinamento – ha dimostrato interesse all’argomento redigendo un documento strategico propedeutico al piano strategico spostamenti casa-ufficio ed che ha avviato progetti di rilevante interesse in materia di energia e mobilità urbana”.
 

 
Alla Regione gli acquisti non sono concentrati
 
PALERMO – A illustrarci il funzionamento della macchina burocratica regionale in materia di acquisti verdi è Sebastiano Lio, dirigente del Servizio VI (Provveditorato e servizi generali) del Dipartimento regionale della Funzione pubblica e del personale.
“Gli acquisti non sono concentrati, ogni dipartimento fa i propri – spiega Lio -. Si aspettano i risultati del coordinamento degli acquisti, istituito in forza della nuova normativa avviata il primo gennaio, grazie al quale si potranno avere informazioni centralizzate. Ovviamente, si tratta di un procedimento alquanto complesso che richiede tempo. Basti pensare che interesserà 600 uffici divisi per 28 dipartimenti. Il coordinamento degli acquisti sarà istituito presso il nostro dipartimento. Per ogni altro dipartimento dovremo avere un referente che faccia da collettore delle informazioni per gli acquisti. Avendo poi una mappa completa degli acquisti da fare, si dovrà valutare di volta in volta se sia più conveniente procedere ad acquisti centralizzati o meno, visto che non sempre – ad esempio per la carta – le economie di scala sono realizzabili”.
Oltre a fare da collante di tutti gli acquisti della macchina regionale, il dipartimento alle Autonomie locali è un esempio virtuoso in fatto di eco-compatibilità, ponendo ben al di sopra dell’asticella del 30% i propri acquisti rispettosi dell’ambiente: “Tramite Consip – sottolinea Lio – abbiamo provveduto all’acquisto di materiale per gli uffici giudiziari della Sicilia, quasi per intero rispettoso della normativa. Si trattava, soprattutto, di apparecchiature elettroniche, che possiedono ormai le apposite certificazioni verdi”.
Abbiamo cercato una dichiarazione dall’assessorato regionale all’Ambiente, capofila della rete isolana, ma senza successo.
 

 
Cremona, è qui il paradiso degli acquisti rispettosi della natura
 
PALERMO – Come detto, il faro a livello nazionale in materia di acquisti verdi è la provincia di Cremona. Il settore Ambiente e cultura si segnala con il 100% di acquisti rispettosi della natura. Stessa cosa per l’Economato in fatto di acquisto di carta. Inoltre – spiegano dall’ente lombardo – il settore ha utilizzato procedure di e-procurement che, oltre al risparmio economico, consentono anche un minor consumo di carta. Per quanto riguarda la manutenzione delle strade, poi, dal 2003 al 2010 sono stati realizzati con la tecnica del “riciclaggio a freddo in sito” (recupero del fresato, cantiere in loco e stesura del bitume tiepido) circa 235mila mq di pavimentazioni con un risparmio di circa 2,5 mln di euro rispetto al rifacimento completo delle pavimentazioni stradali con l’utilizzo della tecnica tradizionale. Nel settore edile, poi, vi è un ampio utilizzo delle risorse rinnovabili, con i 40Kw prodotti dagli istituti scolastici. Sono tutti i settori provinciali, in ogni caso, a segnalarsi in fatto di buone pratiche con l’acquisto di biciclette di alluminio riciclato o elettriche per i dipendenti, computer a marchio Energy star, servizio di pulizie con detergenti a basso impatto ambientale o la scelta della filiera corta per la scelta dei catering. Per il condirettore del Wwf Italia, Gaetano Benedetto, “la Pa deve comprendere che può rappresentare il vero e proprio motore per l’utilizzo e la definitiva affermazione sul mercato dei prodotti realizzati con materiale di riciclo”.
 


Le normative. Dalla direttiva Ue del 2006 al decreto 21/2011
 
PALERMO – Il nostro Paese ha recepito le direttive comunitarie con il D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 (“Codice dei contratti pubblici”). In particolare, l’art. 2 stabilisce la possibilità di “subordinare il principio di economicità, a criteri ispirati a esigenze sociali, alla tutela dell’ambiente e della salute e alla promozione dello sviluppo sostenibile”. L’Italia ha poi provveduto con il Decreto interministeriale dell’11 aprile 2008, n.135, ad adottare il Piano d’azione Nazionale GPP che prevede l’adozione di misure volte all’integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni competenti, individuando 11 categorie di prodotti e servizi. Dopo il D.M. del 12 novembre 2009, con il quale sono stati adottati i “criteri ambientali minimi” relativi all’acquisto di ammendanti – sulla G.U. del 19 marzo 2011, n.64, è stato pubblicato il decreto del ministro dell’Ambiente del 22 febbraio 2011, n.21, con il quale sono stati adottati i “criteri ambientali minimi” per l’acquisto, da parte delle Pa, di arredi per ufficio, prodotti tessili, apparati per l’illuminazione pubblica, eccetera.

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