Amianto, 7 Regioni senza piano. La Sicilia ancora all’anno zero - QdS

Amianto, 7 Regioni senza piano. La Sicilia ancora all’anno zero

Rosario Battiato

Amianto, 7 Regioni senza piano. La Sicilia ancora all’anno zero

venerdì 29 Aprile 2011

Ieri la giornata mondiale delle vittime delle fibre di asbesto. L’Isola sconta pericolosi ritardi. A 19 anni dalla messa al bando, la Regione non ha dato corso allo smaltimento

PALERMO – Ieri è stata la giornata mondiale vittime dell’amianto. Un momento per fare il punto della situazione sull’Italia e sulla Sicilia alla luce dell’applicazione della normativa nazionale che ha bandito l’amianto da oltre due decenni.
Secondo i dati di Legambiente, solo 13 regioni hanno approvato un Piano regionale per la bonifica, ma i problemi derivano anche dall’applicazione. In Sicilia lo scorso gennaio si è insediata l’ennesima commissione amianto per provare a dare una svolta alle problematiche connesse allo smaltimento del pericoloso minerale che provoca le patologie amianto-correlate come l’asbestosi, il mesotelioma ed il carcinoma polmonare. Per diversi aspetti l’Isola si trova ancora all’anno zero.
La giornata mondiale dell’amianto è servita anche per capire le criticità ancora presenti nel sistema isolano di censimento e raccolta dell’amianto. L’amianto è fuorilegge nel nostro paese dal 1992, grazie alla legge n. 257, e da allora sono state molteplici le voci che hanno richiesto un pronto intervento sul territorio per la bonifica presso i privati e gli altri siti. Nel primo caso la situazione è ancora praticamente bloccata, mentre nel secondo caso si tratta di aggiornare i censimenti già fatti e di approntare una mappatura degli altri.
Restano ancora sul piatto proprio i problemi derivanti dai costi dello smaltimento che spesso frenano i cittadini: mediamente per un contenitore di 500 litri bisogna sborsare 1.500 euro perché ci vuole un progetto con affidamento ad una ditta autorizzata. Ed in molti casi la soluzione casalinga, cioè rompere o tagliare il minerale direttamente in casa, si rivela un’operazione fatale perché contemporaneamente rende insalubre l’ambiente di casa e quello pubblico.
Infatti l’eternit diventa pericoloso se è in cattivo stato di conservazione, usurato o rotto. L’Istituto superiore per la prevenzione (Ispesl) stima che l’amianto provochi mediamente 4000 decessi all’anno. Negli anni d’oro della diffusione dell’amianto l’Italia ha potuto vantare diversi record: secondo Paese produttore europeo e tra i principali consumatori. Adesso il Belpaese deve piangere il pesante lascito di quel periodo: secondo le stime del Cnr e di Ispesl ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto sparse per il territorio nazionale e un miliardo circa di metri quadri di coperture in eternit sui tetti.
Anche in Sicilia si continua a morire. Dal 1998 esiste il registro regionale dei mesoteliomi per monitorare l’evoluzione del tumore in Sicilia, che è particolarmente legato all’esposizione all’amianto. Nell’ultimo decennio (1998-2009), secondo i dati del Registro, su 346 interviste eseguite ai pazienti che hanno contratto il tumore 87 sono classificabili come esposizione lavorativa certa, 95 come esposizione lavorativa probabile/possibile, 137 come esposizione non definita, e 27 come altra esposizione.
 Le zone industriali sono chiaramente in prima linea: i picchi di presenza del mesotelioma si trovano nei Sin (Priolo, San Filippo del Mela, Gela, Palermo). Tra il 1998 e il 2009 ci sono stati 850 casi di mesotelioma definito in Sicilia e 30 ancora da definire, con Palermo (264 casi), Catania (152 casi) e Siracusa (135 casi) tra le province più colpite.
 

 
Legambiente: tagliati gli incentivi per riconvertire tetti e coperture
 
ROMA – Legambiente punta il dito contro il Governo che con un taglio generico agli incentivi ha limitato anche la possibilità di sostituire tetti e coperture in eternit usufruendo di un tasso agevolato. Proprio l’ultimo Conto Energia prevedeva un contributo economico per chi avesse investito nella sostituzione dei tetti in eternit con panelli solari fotovoltaici. Il vantaggio consisteva in un aumento del 10% delle tariffe incentivanti. Poi è arrivato lo stop del governo. “Gli incentivi al solare – ha spiegato Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente – sono forse la prima speranza per liberarci dalle coperture in eternit in pochi anni”. L’associazione del cigno, pertanto, ha proseguito Poggio, “ha lanciato con la società AzzeroCO2 la campagna Eternit free. Ci proponiamo di salvare vite e di promuovere green economy, speriamo che il governo lo capisca e intervenga rapidamente per eliminare il tetto di potenza annuale per gli impianti installati sugli edifici e per introdurre un premio per la rimozione dell’eternit fisso e invariante accogliendo la proposta di Aper dei 5 eurocent/kWh”.

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