Rilanciare le attività di volontariato - QdS

Rilanciare le attività di volontariato

Francesco Sanfilippo

Rilanciare le attività di volontariato

sabato 30 Aprile 2011

Forum con Saverio Ciriminna, presidente Comitato regionale Croce Rossa Italiana

Quando è divenuto commissario del Comitato Croce Rossa?
“Sono divenuto commissario il 31 marzo del 2010 in un momento di crisi dell’ente che aveva rinunciato al suo ruolo di ente sussidiario dello Stato nel campo dell’assistenza sanitaria, dell’integrazione socio-sanitaria, dell’assistenza sociale e dell’aiuto alle fasce più deboli della popolazione. La missione affidata è di rilanciare l’immagine dell’ente dopo le note vicende del Servizio 118. La Croce Rossa è un ente pubblico, come stabilito dalla legge 97/2005, anche se si basa sul volontariato, e soggiace a tutte le leggi che regolano gli enti pubblici. I suoi volontari sono persone che hanno dedicato con entusiasmo la loro attività di volontariato, con sacrificio e con abnegazione, ai compiti che la Croce Rossa prevede”.
L’apporto del volontariato è stato un elemento decisivo per la Croce Rossa in Sicilia?
“L’attività del volontariato non è stata più decisiva, perché è stato distratto dall’attività del 118. Perciò, la gestione delle emergenze e di Protezione civile hanno catalizzato tutta l’attività della Croce Rossa, per cui solo il Comitato femminile ha mantenuto i compiti classici dell’ente. Oggi, si sta cercando di rilanciare l’immagine della Croce Rossa, seppur sia difficile, poiché nel frattempo gli spazi lasciati vuoti sono stati occupati dagli enti di volontariato, no profit o onlus. Inoltre, essendo un ente pubblico, da un lato non può accedere a benefici di cui hanno diritto le onlus e dall’altro non può ricevere finanziamenti come previsto per altri soggetti pubblici”.
Questa impossibilità a ricevere fondi è una situazione comune a tutte le regioni?
“Sì però, mentre nelle altre regioni la Croce Rossa ha mantenuto i suoi legami col terzo settore, in Sicilia tali rapporti non sono stati conservati come avrebbero dovuto. La Croce Rossa ha abbandonato quasi completamente un settore che costituiva l’attività più qualificante, insieme alla gestione delle emergenze e dei compiti di Protezione civile”.
Da questa situazione deriva la debolezza dell’ente?
“L’intero sistema è debole nel suo complesso, perché la Croce Rossa si è ritrovata i debiti della consociata Sise e ne ha risposto in solido perché è il suo unico socio. La Sise, del resto, ha lasciato passivi per 70 milioni di euro che saranno difficili da colmare in tempi brevi. Per questo motivo, sono state messe in atto delle azioni di rivalsa nei confronti della Regione che non vuole versare i contributi previsti per gli straordinari che pure sono stati documentati. Si aspetta che la Corte dei Conti e la magistratura ordinaria diano un giudizio su questa situazione. Del resto, i servizi richiesti dalla Regione sono stati svolti, per cui non si può non rilasciare i fondi per i diritti acquisiti. Se anche si realizza un intervento al mese in una qualsiasi postazione collocata sul territorio in qualunque momento, quell’intervento è previsto dagli accordi ed è obbligatorio. In fin dei conti, l’aumento indiscriminato delle spese è dipeso dalla creazione di 104 postazioni di ambulanze tra il 2005 e il 2006.
Nonostante che la proposta, scaturita dalla giunta regionale, di mettere in campo 64 autoambulanze già fosse considerata eccessiva dall’assessorato alla Salute, queste sono state incrementate fino a essere portate a 104. Eppure, il piano prevedeva una diminuzione del parco delle autoambulanze che avrebbero dovuto passare da 254 a 205. Di queste, 5 o 7 dovevano essere riservate alla rete anti-infarto, mentre altre 5 o 7 dovevano essere dedicate al trasporto medicale assistito. Queste ultime, però, non sono mai state attivate, mentre si è arrivati a 3100 dipendenti tra autisti e soccorritori e 250/300 amministrativi. Le autoambulanze erano, oltretutto, divise tra quelle di soccorso avanzato e quelle di trasporto, di cui le prime erano dotate di personale medico. Queste ultime, inoltre, avrebbero dovuto occuparsi del soccorso immediato ai pazienti affetti da gravi patologie, mentre le altre sarebbero servite per il trasporto dei semplici pazienti”.
 

 
Trasporto degli organi, assistenza agli immigrati e raccolta del sangue tra i progetti più importanti
 
Con quanto personale sono realizzati questi progetti?
“Questi progetti sono realizzati con l’apporto dei volontari che gratuitamente svolgono i compiti assegnati. Chi fa volontario, deve dedicare almeno 120/150 ore l’anno”.
Quanti volontari operano in Sicilia?
“In Sicilia operano 4.500 volontari”.
Sono sufficienti per svolgere i compiti prefissi?
“Dipende dal numero dei volontari disponibili. Più ce ne sono, più progetti possono essere mandati avanti. L’unico contributo, ricevuto dai comitati della Croce Rossa, è il rimborso delle spese sostenute e documentate, senza alcun emolumento in più”.
La Croce rossa, oltre ai progetti già ricordati, ha in corso d’opera altri progetti?
“Uno dei compiti importanti è il trasporto degli organi per conto dell’Ismett, grazie ad una convenzione di lunga data col Centro regionale trapianti. Inoltre, sono gestiti dalla Croce Rossa i centri di assistenza dei campi estivi per i lavoratori immigrati che fanno la raccolta dei prodotti agricoli. In questo momento, uno di questi campi è aperto a Sovarino. Infine, si sta cercando di rilanciare la raccolta del sangue, puntando sulla feresi che permette la selezione del sangue, pur senza ricevere contributi. A questo proposito, esistono due convenzioni in atto, una con l’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, l’altra con l’ospedale Papardo di Messina. Infine, è previsto un progetto di assistenza alle isole minori, già iniziato nelle isole Eolie, dove si rafforzerà l’assistenza sanitaria attraverso il concorso dei volontari formati in loco”.
 

 
Sport e qualità della vita accordo col Coni regionale
 
Come funziona il servizio delle autoambulanze?
“Oggi, il servizio delle autoambulanze ha 245 mezzi distribuiti sul territorio, ma non è stato attivato alcun supporto medicalmente assistito com’era previsto inizialmente”.
Quali progetti sta portando avanti il Comitato regionale Croce Rossa?
“Il Comitato sta portando avanti un accordo regionale col Coni con il quale è stato definito l’accordo, giacché questo ente ha la stessa struttura della Croce Rossa che è suddivisa in un comitato centrale, in uno regionale e in organizzazioni provinciali e locali. Entrambe hanno una categoria di soci, definiti pionieri, che copre le medesime fasce di età e si è impegnati insieme per rilanciare il progetto ‘la qualità della vita’. Con la collaborazione del Coni, si realizzerà un progetto di prevenzione dell’arresto cardiaco per istruire sia il personale sia i medici del Coni sull’uso dei defibrillatori e si pensa di compiere insieme la raccolta del sangue. Quest’ultima implica una buona qualità della vita e, soprattutto, il non uso di droghe e alcool, che sono i capisaldi su cui si basa l’attività sportiva”.
Avete già un protocollo d’intesa pronto?
“C’è un protocollo d’intesa definito col presidente del Coni, Massimo Costa, che sarà firmato a breve dopo Pasqua nella Sala gialla, e si tratta del primo accordo di questo tipo in Italia”.
Altri progetti in corso?
“Da molti anni, la Croce Rossa ha una convenzione per l’assistenza allo stadio e si sta tentando di attivare uno sportello unico per i disabili col ministero degli Interni. Con quest’ultimo, l’ente sta partecipando al progetto ‘Presidium 6’ che riguarda il monitoraggio dei metodi per l’assistenza sanitaria erogata agli immigrati sul territorio”.
 

 
Curriculum
 
Saverio Ciriminna, nato nel 1944, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Palermo nel 1969. Specializzato in Igiene e Medicina preventiva nel 1971 e in Geriatria nel 1974, ha ottenuto l’idoneità nazionale a direttore sanitario ospedaliero nel 1986. Entrato all’assessorato regionale alla Sanità come Ispettore sanitario nel 1977, è stato coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico regionale dal 1981 al 1983. È stato Commissario straordinario dell’Asp 9 di Trapani e Direttore regionale sanitario dell’Ispettorato regionale.

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