Ddl Appalti, fallito il primo tentativo - QdS

Ddl Appalti, fallito il primo tentativo

Marina Pupella

Ddl Appalti, fallito il primo tentativo

martedì 03 Maggio 2011

L’emendamento della riforma, presentato dall’assessore regionale alle Infrastrutture, è stato stralciato dalla Finanziaria. Russo: “Strumento contro la criminalità organizzata”. Leontini (Pdl): “Insolito testo proposto di notte”

PALERMO – Si infrange, almeno per il momento, il “sogno infantile” dell’assessore Pier Carmelo Russo di “una Sicilia che diventa Italia”. Il suo emendamento di riforma degli appalti, sottoscritto da tutte le associazioni di categoria, è infatti naufragato all’Ars, dove ha incontrato l’ostruzionismo dell’opposizione, che non ha digerito il fatto di veder approdare direttamente a Sala d’Ercole “una riforma così importante senza che seguisse il tradizionale iter parlamentare”.
Così il capogruppo Pdl a Palazzo dei Normanni Innocenzo Leontini spiega perché la legge che rivoluziona il settore degli appalti nell’Isola non è stata votata: “Le ragioni sono innanzi tutto di metodo. Inserire una riforma degli appalti in finanziaria avrebbe creato un precedente storico, non è mai accaduto in 60 anni. In più ci è apparso quanto meno insolito il fatto che il provvedimento di Russo, che ci è stato sottoposto a notte inoltrata, non sia passato prima per la commissione Lavori pubblici.
 
Noi non abbiamo nessuna pregiudiziale nei confronti di una legge che vada a favore delle piccole e medie imprese. Ed è per questo- assicura Leontini- che il 9 maggio prossimo comincerà, per impegno formalmente assunto dal presidente Mancuso, l’esame della riforma. La Finanziaria non è un treno merci, in passato è stata appesantita da leggi e leggine che non servivano a nulla. Limitiamoci- conclude- ad un documento rigoroso e di sostegno alle attività produttive”.
L’accantonamento della riforma non è affatto piaciuta al titolare delle Infrastrutture, che ha minacciato le dimissioni: “A differenza di altre riforme, pure importanti che erano state proposte- ha detto Russo- quella sugli appalti era l’unica che incideva su quello che, purtroppo, ancora oggi, è l’elemento di maggiore ostacolo a qualsiasi progresso della nostra Sicilia, vale a dire l’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici, il primo per numero di occupati e valore economico.
 
La proposta di legge sugli appalti, oltre a recepire il Codice dei contratti, conteneva infatti misure volte a impedire l’eccesso di ribasso che altro non significa se non progetti sbagliati e opere incompiute; sabbia al posto del cemento; lavoro in nero e sicurezza azzerata nei cantieri; riciclaggio di cosa nostra. Chi, fra le opposizioni – conclude l’assessore – ha posto quale condizione per la prosecuzione dei lavori di esame della finanziaria che la riforma degli appalti fosse accantonata è, per dabbenaggine o per scelta, garante della prosecuzione di un sistema malato. Ed è veramente orribile che sia stato fatto alla vigilia del mese in cui si commemora l’eccidio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e nel giorno in cui si ricorda Pio La Torre”.
Ancor più critico sulle scelte dell’Ars, Mario Filippello, segretario regionale della Cna, che ha espresso la sua contrarietà verso una decisione “irresponsabile e vergognosa”.
Secondo il segretario “l’Ars non ha tenuto in nessun conto le ragioni delle imprese. Non hanno avuto il tempo di esaminare il testo? Ma per sostenere la famigerata Tabella H e finanziare l’impiego di forestali il tempo ed il modo l’hanno trovato. Hanno avuto sei mesi a disposizione, eppure non sono riusciti a discutere ed approvare il credito agevolato per le imprese, i soldi per i confidi, il Piano straordinario per il lavoro ed in ultimo gli undici articoli relativi al sistema degli appalti. Che invece, altre regioni a Statuto speciale, come il Trentino, hanno approvato con delibera di giunta”. Per Franco Tarantino, segretario generale della Fillea-Cgil siciliana, “la bocciatura è un fatto grave, perché riguarda un testo che era stato concordato con tutti i soggetti interessati, con i rappresentanti dei lavoratori e delle imprese”.

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