PALERMO – Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Sicurezza sul lavoro di Vega Engineering nel primo trimestre 2011 si sono avuti ben 114 decessi sui luoghi di lavoro. Le vittime dei primi tre mesi di quest’anno sono ventitre in più rispetto al primo trimestre 2010 e nel solo mese di marzo sono state trentuno le morti bianche registrate in Italia.
In questa classifica la Sicilia occupa il 4° posto con undici vittime, preceduta da Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte rispettivamente con sedici, quindici e quattordici vittime. Seguono Campania e Veneto con nove e sette vittime. L’unica regione che in questo periodo non è stata toccata dal dramma è il Molise. I dati confermano, nonostante l’attenzione rivolta al settore della formazione sui luoghi di lavoro, un aumento delle vittime, tanto è vero che dalle novantuno vittime del primo trimestre 2010 si è passati alle attuali centoquattordici nello stesso periodo. A ciò si aggiunga, che secondo gli esperti dell’Osservatorio Vega il Sud detiene la maglia nera per numero di morti bianche rispetto alla popolazione occupata: si registra infatti un indice pari a 6,1 contro il 5,4 del Nord-Ovest, 5,3 delle Isole e 4,3 del Centro.
L’area maggiormente virtuosa in tal senso risulta essere il Nord-Est con un indice pari a 3,9. Quanto alle Province Milano è quella maggiormente colpita dall’emergenza (otto vittime), seguita da Torino (sei), Catania, Napoli e Bologna (quattro), Messina, Savona, Teramo, Bolzano, Cuneo e Roma (tre).
Analizzando nel dettaglio i settori di attività troviamo l’agricoltura al primo posto con il 35,1% delle morti bianche registrate nel primo trimestre, seguita dal settore delle costruzioni con il 21,9%. Una buona notizia giunge dalla Sicilia dove nei cantieri edili si è registrato un netto calo degli infortuni del -7,09% confrontando i dati Inail 2010 (4.009) rispetto al 2009 (4.412). Capofila Enna con -23.33%, seguita da Trapani -21,94%, Siracusa -15,68%, Ragusa -13.95%, Caltanissetta -8%, Messina -4.54%, Catania -3,21%, Palermo -0,35%. Solo ad Agrigento si è registrato un aumento del 7,10%. Si badi che il fenomeno degli infortuni sul lavoro in Sicilia rappresenta il 4,34% di quello nazionale ed il maggior numero si registra nel settore dell’industria e dei servizi. Mentre a distanza si trovano le percentuali delle vittime del lavoro rilevate nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e nelle attività artigianali (12,3 per cento), nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni (5,3 per cento), nei servizi (4,4 per cento), nello smaltimento rifiuti e nella produzione, distribuzione, manutenzione di energia elettrica, acqua e gas (3,5 per cento). E ancora, il 2,6 per cento dei decessi è stato registrato nello smaltimento dei rifiuti.
Secondo l’Osservatorio Vega la caduta dall’alto è la prima causa di morte (28,1% del totale delle morti bianche). Difatti se la caduta dall’alto tra gennaio e marzo 2010 aveva provocato la morte di ventotto lavoratori, quest’anno le vittime sono già trentadue.
Secondo il Direttore dell’Inail Sicilia, Giovanni Asaro “la sicurezza nei cantieri edili è uno dei temi più caldi per chi si occupa di sicurezza sul lavoro; anche se negli ultimi anni, infatti, si è potuto registrate un certo miglioramento nell’andamento infortunistico in questo settore, l’edilizia resta sempre il settore maggiormente a rischio: le condizioni operative proprie dei cantieri e la durata delle attività svolte in essi rendono difficile l’aggiornamento della valutazione dei rischi e la conseguente adozione delle misure di prevenzione”.
In questa direzione si muove l’ iniziativa intrapresa ad Agrigento dove è stata siglata una convenzione tra la Provincia regionale e il Comitato paritetico prevenzione infortuni.
Tra le novità introdotte, l’utilizzo di una quota percentuale delle somme corrispondenti ai ribassi d’asta offerte dalle imprese (in fase di aggiudicazione per opere appaltati da Enti pubblici in Sicilia), per la prevenzione e la sicurezza dei cantieri.
L’approfondimento. Dai 40 ai 49 anni l’incidenza più alta di morti
La fascia d’età più a rischio è quella che va dai 40 ai 49 anni con 29 vittime (25,7 per cento del totale), seguita da quella compresa tra i 30 e i 39 (23 vittime) e tra i 50 e i 59 anni e tra i 60 e i 69 (18 morti). Significativo anche il dato che riguarda gli ultrasettantenni (15 decessi). Nell’elaborazione dei giorni della settimana in cui si perde la vita è il martedì a diventare il giorno più nero con il 21,9 per cento degli eventi mortali, seguito dal mercoledì (19,3 per cento). Purtroppo l’epigrafe del lavoro non conosce pausa neppure nel fine settimana perché tra venerdì, sabato e domenica viene accertato il quasi il 30 per cento delle tragedie. Si è molto parlato in Sicilia della necessità anche di rafforzare i controlli per evitare queste stragi. La Regione ha poche unità di ispettori che tra l’altro lavorano con numerose difficoltà logistiche e di attrezzatura. Alla fine dello scorso anno il governo nazionale ha anche mandato altri ispettori per contrastare soprattutto l’impiego di lavoro nei in agricoltura. Evidentemente, considerato che sia il sommerso che le morti bianche non accennano ad attenuarsi come fenomeni, tutta questa manovra è servita a ben poco.
Michele Giuliano