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Palermo – Un regolamento per intervenire contro il dramma dei senzacasa

Luca Insalaco

Palermo – Un regolamento per intervenire contro il dramma dei senzacasa

giovedì 19 Maggio 2011

Il Consiglio comunale ha varato il documento che fissa i criteri per le assegnazioni alle famiglie disagiate. Tutti gli occhi adesso sono puntati sulla Giunta, che non può più tergiversare

PALERMO – In città il diritto ad avere un tetto sotto il quale dormire e crescere i propri figli pare sempre più un optional. Un esercito di senzacasa bussa alle porte delle istituzioni senza ricevere alcuna risposta. Uno studio commissionato dal Comune individua in 18 mila il numero delle abitazioni di cui la città necessita per soddisfare la fame atavica da cui è afflitta.
Ma lo studio si basa su dati polverosi, contestati e lontani dall’ondata di crisi economica che non ha risparmiato nessuno. La lista di chi aspetta un tetto viaggia sulle diecimila unità ma il popolo dei senzacasa ha il volto storico degli inquilini, loro malgrado, di casa Guzzetta, via Brigata Aosta e delle lamiere di via Messina Montagne. Un esercito che spasima un segno dal Comune, si diceva. Nell’empasse generale, nei giorni scorsi il Consiglio comunale è riuscito a partorire il regolamento sulla casa, testo approvato all’unanimità.
 
“Il regolamento – spiega la consigliera di “Un’altra storia”, Antonella Monastra – stabilisce dei criteri significativi per la tutela delle famiglie dei senza casa, mettendole in cima alla graduatoria dell’emergenza abitativa quando realmente in condizioni che non possono essere assimilabili al vivere in una casa. In questo modo si raggiunge un punteggio elevato, utile all’assegnazione di un bene confiscato alla mafia, quando disponibile. Si tiene anche conto di altre situazioni specifiche, graduando il punteggio in relazione alla gravità della condizione. Per ciò che riguarda quei casi come le categorie ‘storiche’, adesso la palla deve necessariamente passare all’amministrazione attiva”. È all’esecutivo che ora guardano opposizione e senzacasa per uscire dall’emergenza: “Il sindaco e la Giunta – ammonisce la Monastra – devono avviare un tavolo tecnico anche con la Prefettura, per valutare quali provvedimenti porre in essere affinché questi cittadini, che vivono in condizioni di grande precarietà, ormai da più di dieci anni possano finalmente trovare una sistemazione vivibile”.
Incalza la Giunta anche Fabrizio Ferrandelli, capogruppo dell’Italia dei Valori a Sala delle Lapidi: “Adesso l’amministrazione non ha più alibi, che si smantelli immediatamente il campo containers di via Messina Montagne e si trovi una soluzione per via Brigata Aosta e per le famiglie di casa Guzzetta, da troppi anni mortificate e danneggiate da immensa crudeltà e incapacità amministrativa”.
 


Comune e Iacp. L’ipotesi è utilizzare  beni confiscati come soluzione tampone
 
PALERMO – L’Amministrazione comunale guarda agli immobili confiscati alla mafia per dare una risposta, seppur temporanea, ai tanti che versano in condizioni precarie. Per ristrutturare i locali punta ad una partnership con l’Iacp che si impegnerebbe a rimettere in sesto gli immobili a fronte di un canone minimo pagato dagli assegnatari. L’accordo tra il Comune e Istituto guidato da Marcello Gualdani ha suscitato le critiche della Cgil palermitana e della Fillea: “Per legge, l’Iacp non può ristrutturare e gestire immobili confiscati. Pensi, piuttosto, a garantire la regolare manutenzione degli alloggi popolari di sua proprietà” hanno detto Dino Paternostro e Mario Ridulfo che hanno poi giudicato “imbarazzante” la risposta del Comune, “che dispone dei 700 operai edili del Coime, ma non riesce a fare nessuna manutenzione. L’emergenza abitativa – hanno aggiunto – è drammatica e l’Amministrazione comunale non può improvvisare, duettando con l’Iacp”.

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