Senza i conti in regola Regione bloccata - QdS

Senza i conti in regola Regione bloccata

Raffaella Pessina

Senza i conti in regola Regione bloccata

venerdì 24 Giugno 2011

Forum con Gaetano Armao, assessore all’Economia Regione siciliana

Come assessore all’Economia quali obiettivi si pone per aggiustare i conti in Sicilia?
“Il Po Fesr faceva acqua da tutte le parti. Concepito alla metà degli anni 2000 con una idea di parcellizzazione della spesa, ci siamo trovati ad attivare tardi un programma sbagliato; in più si è anche incrociata una crisi mondiale che ha avuto enormi riflessi in Sicilia ed è arrivato un effetto pesantissimo del blocco del trasferimento dei fondi statali. La spesa europea è una spesa aggiuntiva. Se vengono tolti i fondi nazionali, la spesa non può che paralizzarsi, e l’emblema di questa vicenda si chiama Interporto di Termini Imerese, sul quale, a gara già bandita, pende una spada di Damocle nel senso che laddove lo Stato non confermasse le risorse manderemo tutto a carte quarantotto. Al di là che non fare una struttura a Termini Imerese sarebbe una follia, ma noi perderemmo certamente 45 milioni di euro. Il vero tema è: l’impossibilità di utilizzare le risorse nazionali in termini di base per le addizionalità”.
Il Ministro Fitto ha detto di avere bloccato i Fas alla Sicilia perché il Governo regionale li voleva usare per la spesa corrente.
“È assolutamente falso. Noi abbiamo fatto quest’anno il bilancio che riporta la spesa corrente al 2001 cioè a circa 12 miliardi di spesa corrente. È il primo bilancio che corrisponde a quello approvato dalla Giunta. Di solito l’Assemblea lo modifica. È il primo passo di un risanamento importante, non perché siamo bravi e virtuosi, ma perché di soldi non ce n’è più, e sono del parere che anche le riforme si devono fare un po’ per virtù e un po’ per necessità. Per quanto riguarda invece gli investimenti abbiamo raddoppiato la cifra, siamo a 27 miliardi e mezzo".
Ma è confermato che contrarrete un mutuo di 954 milioni di euro?
“Certo. Noi ci indebitiamo ma per fare investimenti. Come faremo per il credito di imposta, che Fitto ci ha bloccato: 60 milioni di euro a valere sul Fas di quest’anno e 60 su quello del prossimo anno. Ed era già stato   preso l’accordo con l’Agenzia delle Entrate, mentre noi eravamo pronti il 23 maggio a partire con questa operazione. Questo ha danneggiato gli imprenditori, che in previsione del credito di imposta avevano prenotato macchinari, perché il Par Fas era stato approvato e al quale si doveva dare attuazione. Non di meno è pronto un documento che dovrà passare per la commissione Bilancio che prevede, con a monte già un accordo con Eni, e con una trattativa con Bei, 150 milioni di attualizzazione delle royalties per i prossimi dieci anni. E questi soldi ci serviranno per attuare il credito di imposta mobilita importanti risorse. Lo Stato invece vuole portare avanti il credito di imposta per le assunzioni e vuole finanziarlo con il fondo Fas, ecco perché ci hanno bloccato i Fas. È una operazione di maquillage che serve a creare posti di lavoro fittizi, senza creare alcuna crescita economica sul territorio. Sulla perequazione infrastrutturale siamo in difficoltà, anche se abbiamo ottenuto che lo Stato riconoscesse l’applicazione dello Statuto, perché la prima versione del federalismo fiscale regionale prevedeva l’applicazione tout court alle regioni, incurante delle autonomie in modo totale. Cosa succede con la perequazione infrastrutturale: se tu non accompagni questo federalismo fiscale alla perequazione fiscale infrastrutturale, si spacca il Paese. Un’altra delle voci che girano è che il Par Fas dello scorso anno è stato speso solo al 50 per cento della dotazione. Ma se le agenzie dello Stato non progettano, non è che se viene progettata una strada, l’ufficio tecnico comunale la può affidare ad un privato, la deve fare l’Anas. L’Anas non progetta, ha tempi lunghissimi abbiamo contato circa 1 miliardo e circa 400 milioni di opere che sarebbero tutte da realizzare, ma che non ha fatto, tant’è che abbiamo allo studio un atto giudiziario con il quale chiediamo ad Anas il risarcimento dei danni, perché hanno determinato alla Sicilia, facendole disimpegnare le somme, un pregiudizio al di là del ritardo, nella predisposizione delle opere pubbliche".
 

 
Il processo di razionalizzazione delle partecipate è cominciato già dall’anno scorso

Esiste alla Regione un piano Aziendale?
“Abbiamo cominciato dal settore delle partecipazioni. Da 33 passeranno a 13 con una razionalizzazione dei consigli di amministrazione, abbiamo riorganizzato gli assessorati con la legge 19 del 2008 e abbiamo ridotto dall’anno scorso direttori generali, posizioni intermedie ed unità di base. Abbiamo realizzato per la prima volta una pianta organica, cosa che non esisteva completamente, come non c’era il piano di censimento degli immobili. Dietro il riordino delle società partecipate dalla Regione, ci sono problemi legati al fatto che su 120 milioni di cartolarizzazioni ne hanno consegnati solo 50, con un credito verso la Regione, e per questo ho avviato un’inchiesta. Per poter fare il censimento degli immobili abbiamo pagato 80 milioni di euro e per ogni cosa che andiamo a controllare si trovano irregolarità. Ad esempio il Cape, fatto con una persona che poi è stata arrestata e con il coinvolgimento della Banca d’Italia. Abbiamo cercato di operare non solo un riordino, ma un risanamento vero e proprio. Questo sistema delle società era un sistema di facili by pass alle regole della pubblica amministrazione, tant’è che in 10 anni sono proliferate queste società, occupando spazi delle imprese”.
Quale è il futuro della Sicilia?
“La Sicilia senza i conti in regola non va da nessuna parte e questa condizione è necessaria per avere credibilità negli interlocutori . Altrimenti il federalismo ci verrà propinato come una medicina amara e pericolosa”.
 

 
“Sul Federalismo, stiamo dialogando col Ministero”

Parliamo di federalismo.
“L’unico interlocutore che ho avuto in questi mesi è stato l’onorevole La Loggia, presidente della commissione sul Federalismo, che ci ha sostenuto in questa trattativa con lo Stato. Dopo lo Statuto, la partita più importante è la riscrittura delle norme finanziarie in collaborazione con il federalismo fiscale, perché, finalmente applicheremo gli artt. 36-37 e 38. L’attuazione del federalismo fiscale per la Sicilia, grazie anche ad un intervento della Corte Costituzionale che abbiamo attivato noi con un ricorso contro la legge sul federalismo, ci ha condotto ad una posizione in cui il federalismo deve essere negoziato con lo Stato, sulla base del federalismo applicato alle altre regioni. Prima abbiamo preteso spazio di autonomia e di diritto-dovere al negoziato, poi abbiamo avviato il negoziato. Per questo siamo in piena interlocuzione con il ministro Calderoli”.
Cosa pensa dell’alto numero di impiegati alla Regione?
Ho fatto l’assessore al personale, come assessore alla Presidenza ed ho presentato un disegno di legge sulla riorganizzazione del personale della Regione. Io credo che bisognerebbe tornare su quella riforma perché è necessario che questo percorso si faccia nell’ambito di un riordino più ampio. A Palermo vi sono gli assessorati vuoti perché i dipendenti sono sparsi su tutto il territorio e lavorano presso le condotte agrarie, gli uffici dell’ispettorato del lavoro e così si è creato il paradosso che l’assessorato alle infrastrutture non ha personale. Le soluzioni possibili erano o quella di riportare tutti i dipendenti a Palermo, ma avrebbe creato troppi problemi, o quella della digitalizzazione del lavoro che è la vera soluzione a questi problemi”.
 


Curriculum
 
Gaetano Armao è nato a Palermo il 14 gennaio 1962. Laureato in giurisprudenza nel 1985 ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di procuratore legale presso la Corte di Appello di Palermo nel 1988 e nel 2000 al patrocinio presso le giurisdizioni superiori e la suprema Corte di Cassazione. Dal 2005 al 2008 è stato consulente della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno mafioso nel settore degli appalti. Assessore regionale alla Presidenza nel 2008 e ai Beni culturali ed identità siciliana nel 2010, attualmente è assessore all’Economia.

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