I giovani imprenditori chiedono meno burocrazia e più efficienza - QdS

I giovani imprenditori chiedono meno burocrazia e più efficienza

Massimo Mobilia

I giovani imprenditori chiedono meno burocrazia e più efficienza

martedì 05 Luglio 2011

Venturi: non c’è personale adeguato per seguire le pratiche di pagamento. Ma lamentarsi non basta. A Taormina il meeting degli imprenditori under 40 siciliani per parlare di sviluppo

TAORMINA (ME) – “Cosa possiamo fare noi giovani per i giovani?” Se lo sono chiesti gli imprenditori siciliani under 40 riuniti al meeting “Giovani imprenditori in giovane Italia”,  svolto a Taormina,  e nato dal connubio tra la Confindustria regionale, comitato Giovani Imprenditori, e l’Aiop Sicilia, Associazione Ospedalità Privata. Le risposte sono state racchiuse nelle proposte che gli imprenditori hanno avanzato alle istituzioni, partendo da una profonda analisi sulle difficili condizioni in cui versa il mercato del lavoro siciliano.
Spesso a mettersi di traverso tra la volontà imprenditoriale di un giovane e l’avvio di una nuova attività produttiva ci pensano, non solo la criminalità privata, ma anche la cosiddetta “mala burocrazia” che, secondo Marcello Cacace, presidente dei giovani industriali di Palermo, “costa il 12% del Pil siciliano”. Per questo Confindustria ha lanciato già da tempo l’iniziativa “Addio burocrazia” (parafrasando la lotta al racket di Addio pizzo) attraverso sportelli territoriali per raccogliere le denunce dei casi di cattiva burocrazia. “Porteremo avanti con forza questo progetto – ha affermato il presidente di Confindustria Giovani Sicilia, Silvio Ontario – creando anche una sorta di agenzia di rating degli enti pubblici per dare merito a quei soggetti che operano bene nella Pa”.
L’attenzione dei giovani industriali si è rivolta soprattutto nei confronti della Regione siciliana. “Quello che chiediamo – ha detto Ontario – non sono rimborsi di missioni, contributi per eventi o l’apertura di altre Casa Sicilia in giro per il mondo, ma solo investimenti nel settore produttivo”. Accolta con favore poi la recente legge regionale sulla “semplificazione amministrativa”, che tende a snellire e modernizzare l’apparato burocratico ma, secondo gli industriali, se non muterà l’organizzazione degli uffici e non si darà sostegno alle imprese, servirà solo ad intasare i Tar di azioni legali contro gli inadempienti. Per evitare questo rischio, è stato proposto di estendere il principio del silenzio assenso nel maggior numero di casi possibili.
Anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, nel suo intervento, ha ammesso l’esistenza di un problema burocrazia alla Regione: “è necessaria una vera e propria rieducazione al lavoro dei dipendenti – ha detto – che restano saldamente ancorati al concetto del posto di lavoro intoccabile. Il personale deve invece lavorare per obiettivi. Guardando al mondo produttivo è sulle piccole imprese che bisogna puntare, facendo in modo che si coalizzino per avere più forza nella richiesta di finanziamenti”. Venturi ha ricordato anche che l’inefficienza degli uffici regionali sta bloccando 60 milioni di euro stanziati dall’assessorato Attività produttive per le piccole imprese commerciali ed artigianali: “Manca il personale per seguire le pratiche – ha detto – ma per spostare i dipendenti da un ufficio all’altro purtroppo ci si deve imbattere anche nella volontà politica ed in quella sindacale”. Strano, visto che la Regione siciliana, con oltre 20 mila dipendenti e 2.000 dirigenti, detiene il record di personale.
Tema caldo anche quello dei ritardi di pagamenti della Pa ai fornitori. “Le imprese rischiano il fallimento – ha ricordato Ontario – la Regione rispetti e faccia rispettare i termini di pagamento”. D’accordo  Venturi che ha ricordato come, per pagare in tempo, siano necessari dipendenti virtuosi che seguano le pratiche. “Se la Pa non ha i soldi per pagare i fornitori – ha aggiunto l’assessore – allora non faccia le gare d’appalto. So anche di alcuni Enti locali che pagano nell’ordine di arrivo dei decreti ingiuntivi: è assurdo e vergognoso”.
 

 
La ricetta del rilancio: puntare sui giovani talenti siciliani
 
TAORMINA (ME) – Dal meeting di Taormina non sono arrivate solo proposte e richieste alla Regione siciliana. I giovani imprenditori hanno guardato anche a loro stessi e al loro sistema produttivo, esortando i colleghi a non alimentare il potere dei burocrati con comportamenti scorretti. “Chiedere la cortesia al funzionario amico – dicono – accresce in quest’ultimo la consapevolezze di fare un lavoro non al servizio dei cittadini ma come esercizio di potere da cui trarre benefici. La responsabilità della “mala burocrazia” è anche nostra e possiamo cambiare le cose solo comportandoci in maniera corretta”. I giovani imprenditori siciliani hanno lanciato anche la proposta di valorizzare i talenti siciliani, istituendo mille borse di studio l’anno da assegnare ai migliori mille laureati dalle università siciliane. Così come si potrebbero offrire altrettante borse di studio ai giovani provenienti dall’estero per completare i loro studi in Sicilia. Programmi finanziabili con i fondi comunitari e con la partecipazione di capitale pubblico e privato che, secondo gli industriali, potrebbe contribuire a creare la futura classe dirigente o i futuri ambasciatori della Sicilia nel mondo.

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