L’infanzia “negata” dei figli delle mamme detenute - QdS

L’infanzia “negata” dei figli delle mamme detenute

Elisa Latella

L’infanzia “negata” dei figli delle mamme detenute

venerdì 08 Luglio 2011

Pubblicata l’8° edizione dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni di detenzione e sull’esecuzione penale. Dai zero ai tre anni bimbi in prigione col genitore: in Italia sono sessanta

PALERMO – Infanzie negate negli scatti fotografici della recente mostra “Che ci faccio io qui?” di Marcello Bonfanti, Francesco Cocco, Luigi Gariglio, Mikhael Subotzky e Riccardo Venturi. Le immagini mostrano i bambini nati nelle carceri di Roma, Avellino, Milano, Torino e Venezia. Sì perché in Italia, se la mamma deve stare in carcere e il bambino ha da 0 a tre anni, il bambino deve stare con la mamma. Cioè in carcere. Un assurdo tutto italiano. Sono poco meno di sessanta “ i bambini detenuti” nell’Italia del 2011. Che è anche l’Italia delle carceri sovraffollate, in cui si sta in sei in celle per due, in cui non basta il cibo, non è sufficiente la carta igienica. E in Sicilia?  L’Associazione Antigone,  per i diritti e le garanzie nel sistema penale, ha redatto l’ottava edizione dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni di detenzione e sull’esecuzione penale “entrando nelle carceri italiane, osservando celle, sezioni, spazi aperti, facendo domande, raccogliendo dati”. 
Ha pubblicato un rapporto on line in base alle visite portate avanti nel corso degli anni, che si compone di schede redatte per ogni singolo istituto, che vengono aggiornate perché “nessun luogo pubblico deve mai rimanere oscuro, e tanto meno il carcere”. E, attraverso queste visite, ha raccontato anche queste storie, di donne e bambini reclusi. I dati del 2010 riguardano le carceri minorili di Palermo, Acireale e Catania, ma dal rapporto non emergono sezioni femminili, né asili nido in queste strutture. L’associazione da diversi anni però fa il giro delle carceri italiane e siciliane. In Sicilia ci sono diciannove case circondariali: ad Agrigento, a Catania Bicocca e Catania piazza Lanza, a Caltanissetta, a Castelvetrano, ad Enna ed ad  Enna Piazza Armerina, a Messina, Messina,  Marsala,  Mistretta, Nicosia,  Noto, Pagliarelli,  Palermo Ucciardone,  San Cataldo, Sciacca, Siracusa, Termini Imerese, Trapani. Alcune sono solo per detenuti maschi, non hanno un reparto femminile. Ad Agrigento i detenuti presenti sono 350, di cui 22 donne (senza bambini). 
 
Nella casa circondariale di Catania di Piazza Lanza, a fronte di una capienza regolamentare di 155 detenuti, nel carcere il 12 ottobre 2010 se ne trovavano 554. Di questi, 336 in attesa di giudizio, 114 appellanti e 30 ricorrenti, 74 i definitivi con pena sotto i 5 anni o con incombenze processuali. Dei presenti 485 sono gli uomini, di cui 45 stranieri, e 22 le donne, di cui 4 straniere. La struttura non è dotata di nido, nonostante tra il 2009 e il 2010 siano entrate 4 donne con bambini di età inferiore a 3 anni trasferite dopo circa una settimana. Ad Enna, a fronte di una capienza regolamentare 140 unità al momento della visita  (dicembre 2005) ospitava 143 detenuti, di cui 13 donne.
A Messina ci sono 240 detenuti, di cui 37 donne al 31 dicembre 2004;  152 definitivi, di cui 52 donne; 88 in attesa di giudizio, di cui 12 donne.
Nella casa di Palermo Pagliarelli c’erano 1042 presenze , di cui 6 donne, a fronte di una capienza regolamentare 888: 369 in attesa di giudizio, di cui 5 donne; 673 definitivi, tra cui una sola donna. A Trapani i detenuti presenti sono 168, a cui si aggiungono 2 soggetti semi- liberi, dei quali 15 donne e 10 stranieri.
 


Icam. Istituto a Custodia Attenuata per Madri
 
Per il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia un tentativo di risolvere il problema dei bambini in carcere è stato costituito dalla sperimentazione di un tipo di istituto a custodia attenuata per madri (Icam), il cui modello organizzativo ricalca quello della custodia attenuata per tossicodipendenti (previsto nel dpr 309/90, art. 95), con esclusione, ovviamente, dell’aspetto terapeutico.
Il primo Icam è stato inaugurato a Milano nel dicembre 2006, grazie ad un accordo tra Ministero della Giustizia, Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano. Nei primi due anni di attività l’istituto a custodia attenuata ha ospitato 87 bambini.
L’istituto dipende dalla Direzione della casa circondariale di S. Vittore ed è ospitato in uno stabile di 420 metri quadri di proprietà della Provincia di Milano. L’ambiente è  accogliente e confortevole e lo spazio dedicato alle attività ludiche con i bambini è stato organizzato seguendo i suggerimenti del modello degli asili nido del Comune di Milano.
L’obiettivo è evitare che i bambini figli di detenute  debbano ricordare i loro primissimi anni di vita  con la mamma in carcere.

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