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Palermo – I lavoratori Ato ancora part-time nonostante le regole contrattuali

Claudio Di Gesu

Palermo – I lavoratori Ato ancora part-time nonostante le regole contrattuali

venerdì 22 Luglio 2011

Il 95% degli impiegati è a tempo parziale, la percentuale massima prevista dal contratto è 18%. La regolarizzazione consentirebbe di migliorare e aumentare i controlli e i servizi

PALERMO – Sono stati definiti per lungo tempo dalla nomenclatura giornalistica, forse senza un reale approfondimento, “conta tombini”. Parliamo di un gruppo di lavoratori ex Asu (complessivamente 74) diplomati e laureati che hanno alle spalle qualifiche e corsi di specializzazione di tutto rispetto.
Stabilizzati nel 2005 all’interno della Società d’ambito Palermo Ambiente, Ato Pa 3, dopo ben sette anni di precariato, vissuto lavorativamente presso le aziende Amia e Amap, che li ospitavano, anche con importanti, spesso non riconosciuti, carichi di lavoro. Vennero alla ribalta perché additati per essere pagati solamente per contare i tombini della città.
Questo prologo è necessario per comprendere cosa in realtà accadeva in quel lontano 2005 ma ancor di più oggi, con immutate condizioni contrattuali (part time 32/36 ore settimanali) per gli stessi lavoratori di allora, ma con attuali carichi di lavoro colmi di rilevanza sociale.
Torniamo un attimo indietro nel tempo per visualizzare questa tanto bistrattata attività. Innanzitutto non si trattava di tombini ma di caditoie che, non erano contate ma censite sia nella quantità sia nella qualità e soprattutto con l’obiettivo, assolutamente non secondario e raggiunto, della costruzione di una mappa tridimensionalizzata della loro localizzazione in tutto il territorio cittadino.
Questo lavoro preliminare ha condotto, oltre che alla totale conoscenza della loro dislocazione aggiornata, anche alla possibilità di controllo mirato del lavoro di pulizia e manutenzione ordinaria e straordinaria che oggi è svolto dall’Amia Essemme.
Fin qui il passato; oggi invece la società d’ambito, attraverso un contratto di servizio con il Comune di Palermo, ottenuto dopo contrasti anche forti, nei confronti dell’amministrazione comunale, monitorizza e controlla i servizi resi da Amia. Inoltre, da un paio di mesi, ha raccolto il testimone del progetto Palermo Differenzia ed è stata promotore, insieme all’assessorato all’Ambiente del Comune di Palermo, di un’iniziativa, in collaborazione con la società Ecologica Italiana, per la raccolta degli oli vegetali esausti di provenienza domestica.
Tra qualche giorno la società, a totale partecipazione del Comune, con il suo personale che è sempre con contratto part time, verificherà e farà il rendiconto della pulitura dei litorali e delle discariche eseguite da ex Pip.
Fortunatamente, per questo progetto, si è riusciti a ottenere un contributo per il lavoro reso in eccedenza, per non più di quattro ore settimanali, dalla Regione Siciliana. Per non parlare anche delle attività tecnico – specifiche che hanno consentito l’aggiudicarsi di finanziamenti per circa 12 milioni di euro che si riferiscono a mezzi e attrezzature per la raccolta differenziata, concessi a titolo gratuito all’Amia Spa.
Ci chiediamo a questo punto come mai il Comune, unico socio azionista della società, non normalizza il contratto di questi lavoratori, ottenendo così anche una razionalizzazione e un miglioramento stesso dei servizi resi per i vari controlli. Il contratto nazionale (Fise) prevede che la percentuale massima di personale a tempo parziale (art. 10) non può superare il 18 percento, quando in realtà nella Palermo Ambiente ben il 95 per cento dei lavoratori è part time.
“Questa difformità rispetto alle previsioni contrattuali – ha affermato Marco Ciralli legale rappresentante della Società – è stata da lungo tempo oggetto di sollecitazioni da parte dell’Ato Pa3 nei confronti del Comune di Palermo. Non solo a tutela del personale dipendente – ha proseguito Ciralli – ma anche per una più organica e funzionale riorganizzazione dei servizi che consentirebbero di estendere il controllo sul territorio anche nelle fasce notturne del servizio di raccolta, migliorandone altresì i risultati in termini di efficienza ed efficacia nei confronti della collettività. Un’anomalia tutta palermitana. Da un lato si richiedono servizi sempre più attenti, dall’altro non si vuole (o forse non si può?) rispettare il contratto di lavoro”.

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