Sanità: Cup regionale entro il 2013 - QdS

Sanità: Cup regionale entro il 2013

Maria Francesca Fisichella

Sanità: Cup regionale entro il 2013

mercoledì 27 Luglio 2011

Lo prevede il Piano della salute 2011-13 e il Protocollo d’Intesa tra Regione e ministero della Pa e innovazione. Consente di limitare le prenotazioni incrociate e di pianificare meglio l’assistenza ai pazienti

PALERMO – La scorsa primavera è stato approvato con parere positivo unanime, da parte di tutti stakeholders del sistema salute e del partenariato sociale, il nuovo Piano della salute 2011-2013 della Regione siciliana (l’ultimo risaliva al 2000).Tra le sezioni in cui si articola il Piano vi è quella relativa a “Qualità, ricerca e sviluppo”, oggetto d’analisi in questa sede in quanto, tra i vari argomenti, affronta il tema sempre attuale relativo alle liste d’attesa.
Alla base del miglioramento della qualità dei servizi sta l’innovazione tecnologica. Tra le iniziative elencate dal Piano c’è il Cup (Centro unico di prenotazione), non del tutto nuovo agli utenti.
L’obiettivo è di realizzare un Centro Unico di Prenotazione regionale on line intra ed interaziendale, che sia anche strumento di monitoraggio delle liste di attesa, dell’appropriatezza prescrittiva e dei percorsi diagnostici.
Con il sistema Cup on line – si legge nel Piano – la Regione Siciliana dispone di un “sistema a supporto delle prenotazioni delle prestazioni che le Aziende Sanitarie possono condividere, in modo da poter: monitorare sia i tempi di attesa per l‘erogazione delle prestazioni in accordo con i criteri clinico diagnostici e di scorrimento temporale fissati nei livelli essenziali di assistenza; programmare l‘offerta sul territorio e governare la domanda nell’ottica di una maggiore efficacia ed efficienza dei processi di cura; limitare fenomeni gestionali anomali, quali la mortalità delle prenotazioni e le prenotazioni incrociate da parte degli utenti su agende di differenti strutture eroganti, in grado di determinare una pianificazione dei processi assistenziali non in linea con la domanda effettiva di prestazioni ambulatoriali; definire un modello comune organizzativo su base regionale e aziendale, in grado di recepire pienamente, per quanto attiene l’area assistenziale della specialistica ambulatoriale, le direttive della Legge Regionale 5 del 2009” (“Piano di contenimento e riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale 2007-2009” c.d. Piano di rientro).
La progettazione è stata già definita ed è in corso la sperimentazione presso alcune Aziende.
Il progetto rappresenta il completamento al sistema Cup regionale.
Ma il conseguimento degli obiettivi e dei benefici attesi deve prevedere la progettazione di servizi specialistici e consulenza organizzativa volti a garantire: “l’addestramento in aula degli operatori del Cup; il supporto sul campo, per il recupero dati, la definizione delle Agende, le verifiche di integrazione tecnologica; il monitoraggio dei piani d‘azione predisposti in fase di assessment per ogni azienda sanitaria del Ssr necessari a garantire un governo unitario su base aziendale dell‘intero ciclo di vita delle prenotazioni”.
Efficienza nell’utilizzazione delle risorse, monitoraggio dei tempi di attesa (domanda evasa, domanda inevasa, offerta, rispetto dei tempi previsti dalle normative vigenti) e trasparenza sono i benefici che deriveranno dal sistema, tenuto conto anche degli obblighi previsti dal Piano di rientro.
Del resto il processo di integrazione del Cup regionale, con l’obiettivo di consentire sia la prenotazione online sia l’ottimizzazione dei costi e dei tempi di attesa era sostenuto anche dalla firma, avvenuta lo scorso dicembre, del Protocollo d’intesa per la realizzazione di un programma di innovazione per l’azione amministrativa, sottoscritto dalla Regione e il ministero per la Pa e l’innovazione (attuazione al Piano e-Gov 2012). Dunque si tratta di un sistema supportato da più fronti.
 

 
Il Piano regionale della Salute si articola in 4 sezioni. L’ultima è dedicata a “Qualità, ricerca e sviluppo”
 
Il nuovo Piano della salute 2011-2013 della Regione siciliana, firmato lo scorso 24 marzo 2011, traccia il percorso a cui deve mirare l’azione dell’assessorato regionale alla Salute e delle Aziende sanitarie, sottolineando la centralità dell’utente.
Sono quattro le parti in cui si articola il Piano, ovvero: la prima, “Analisi di contesto” dove attraverso l’approfondimento del tema si cerca di individuare il fabbisogno della salute sul territorio; la seconda sezione, “La risposta di salute in Sicilia”, vede quale filo conduttore la prevenzione, la terza sezione, “Aree prioritarie di intervento”, tratta il tema relativo alla salute della donna e del bambino, all’area oncologica, cardiologica, delle neuroscienze, della gestione del politraumatizzato, dell’area dei trapianti e del Piano sangue, ed ancora dell’area della salute mentale e delle dipendenze. La quarta sezione, “Qualità, ricerca e sviluppo”, affronta temi quali il miglioramento della qualità dei servizi, il governo clinico e la sicurezza dei pazienti, la formazione degli operatori, la comunicazione/consenso informato, la ricerca e la programmazione degli investimenti, senza dimenticare le strategie di monitoraggio e valutazione delle azioni inerenti l’attuazione del Piano.
 

 
La riforma (l.r. 5/09) prevede la riconversione del personale
 
La formazione degli operatori è un altro degli argomenti affrontati nella quarta sezione del Piano della salute, dalla cui analisi emerge che la riorganizzazione è una delle parole chiave in questo momento per il Ssr, disposta tra l’altro dalla L.r. 5/2009, che prevede creazione di nuovi ruoli o riconversione e riqualificazione professionale e quindi aumento di responsabilità, cambio di funzioni, modifica delle procedure di lavoro a seguito degli accorpamenti tra servizi e Aziende.
Per appurare i bisogni le aziende sanitarie si avvarranno di una rilevazione periodica delle esigenze formative emergenti, predisponendo il piano di formazione aziendale, in base all‘analisi dei risultati e in rapporto agli obiettivi regionali contenuti nel Piano.
Dunque genericità non sembra far rima con formazione. A ciò si aggiunge la necessità di formare adeguatamente il management strategico, cui è affidato il compito di realizzare gli obiettivi della riforma e i nuovi modelli organizzativi, di ripianificare i servizi e riqualificare le risorse umane e di razionalizzazione della spesa.
Dunque le Aziende, gli Enti di ricerca e Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, l’Izs, le Università, gli Ordini ed i Collegi professionali, il Cefpas e la Regione sono attori di primo piano accanto alle Unità operative di Formazione delle aziende sanitarie che devono coinvolgere in maniera integrata tutti i profili professionali presenti nelle aziende. Tra le funzioni cui assolve tale unità si annoveri: l’analisi dei fabbisogni formativi, l’ elaborazione del Piano Formativo Aziendale, il monitoraggio e la valutazione degli obiettivi formativi, la gestione del budget. Ma non solo.
Come si legge nel Piano, vengono citati quali principali obiettivi formativi di interesse strategico sulla base degli ambiti e delle aree di sviluppo del Ssr definiti con la l.r.  5/2009 di riordino e col Piano Sanitario Regionale, tra gli altri: “favorire l‘adozione di criteri di appropriatezza nella rifunzionalizzazione dei servizi e nel trasferimento dell‘offerta sanitaria dall‘ospedale al territorio, con riguardo alla complessità delle prestazioni erogate e in riferimento ai bisogni di salute; diffondere l‘utilizzo di strumenti e metodi finalizzati alla razionalizzazione della spesa ed all‘uso ottimale delle risorse; sviluppare le competenze degli operatori su tematiche trasversali organizzative e gestionali di raccordo tra servizi sanitari, amministrativi e tecnici”.

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