Scarso rendimento per gli Atenei isolani - QdS

Scarso rendimento per gli Atenei isolani

Liliana Rosano

Scarso rendimento per gli Atenei isolani

mercoledì 03 Agosto 2011

Secondo l’annuale classifica del Censis delle Università italiane, le siciliane sono sempre relegate in posizioni marginali. Risultati poco lusinghieri secondo i parametri di produttività, didattica e ricerca. L’eccellenza è a Bologna

PALERMO – Studenti siciliani neodiplomati alle prese con la scelta universitaria si trovano nel mare magnum dell’offerta didattica tra gli atenei italiani. E tra eccellenze e nuove facoltà, spunta l’annuale guida del Censis 2011-2012 sugli atenei italiani che dà i voti ai singoli atenei italiani secondo dei parametrici prestabiliti. 
Restano fuori dagli atenei considerati al top in Italia, le tre università siciliane di Palermo, Catania e Messina.  In vetta alla classifica, così come nel 2010, l’Università di Bologna “Alma Mater” considerato il miglior ateneo italiano. La Sicilia è fuori anche dalla classifica fatta per le singole facoltà. Infatti, nessuna facoltà siciliana è presente tra quelle che sono considerate le migliori sulla base dei parametri di produttività, didattica  e ricerca.
Tra gli undici mega atenei (tra cui Palermo e Catania) considerati tali perchè il numero di studenti iscritti è superiore a 60 , Catania si trova in ottava posizione, seguita da Palermo, guadagnando entrambe una posizione rispetto alla classifica del 2010. Mentre l’università di messina è terz’ultima nella classifica dei grandi atenei con oltre 20 mila iscritti. La classifica Censis conferma anche quest’anno un trend già conosciuto: quello delle piccole università come centri di eccellenza. Così, se si vuole studiare Medicina, la guida consiglia di scegliere Padova. I suoi docenti sono di altissimo livello, così come le aule, i computer in dotazione, la biblioteca e tutte le altre strutture (didattica, voto 109). La percentuale degli studenti che portano a termine il ciclo di studi nei tempi stabiliti è tra le prime in Italia (produttività, 100). Ha ottimi rapporti con università estere (relazioni internazionali, 96). Produce progetti di ricerca innovative. E così, dalla guida  si scopre che bisogna andare a Bologna per avere il top della facoltà di Psicologia, che prende il voto pieno, 110, per la didattica e la produttività..
A Ferrara invece si trova il gotha di Architettura (con un punteggio di 105,4 ha scavalcato in questa materia l’università di Sassari, fino all’anno scorso in cima alla classifica).
Per il corso di laurea in Economia, la tappa obbligata per chi vuole il massimo è ancora l’università di Padova, mentre è in calo quella di Trento, passata dal secondo al quinto posto nella graduatoria.
Per Farmacia, Trieste ha scalzato Bologna, finita al quarto posto. Giurisprudenza, una delle facoltà con più iscritti in Italia, ha la sua espressione massima nell’ateneo di Siena, ma da segnalare il gran passo in avanti fatto da quello di Udine, dal diciassettesimo al sesto posto in un anno.
Il salto di qualità dell’ateneo friulano non si registra soltanto nelle materie giuridiche. Udine primeggia nella classifica di Lettere e Filosofia (nel 2010 era settima), Lingue e Letterature straniere, Scienze della Formazione. Roma vince la “gara” tra facoltà di Scienze Motorie, Milano è la capitale morale di Ingegneria, con il Politecnico che ottiene un punteggio di 101,6, seguito poco più indietro da quello di Torino.
 

 
L’approfondimento. Tra gli atenei isolani, prima Catania poi Palermo e Messina
 
Non sempre, però, le migliori facoltà si trovano negli atenei più grandi. Il Censis li ha valutati sui parametri dei servizi offerti, delle borse di studio, delle strutture, della rete Internet e dei rapporti internazionali. Se è vero che Bologna (90,7 di punteggio) è in testa nella sezione “big”, quelli con più di 40 mila iscritti (Milano è sesta, la Sapienza di Roma settima), l’eccellenza si trova negli atenei medi come quello di Trento, che ha raccolto un punteggio medio di 101,4 grazie soprattutto al numero e alla consistenza delle borse di studio offerte agli iscritti e alla qualità ottima del collegamento a Internet di aule e laboratori. Catania ha un punteggio totale di 79,9 ottenendo il punteggio massimo (102) per il web e il minimo (69) per le strutture.
Palermo invece raggiunge un punteggio complessivo di 79,4 differenziato secondo le diverse voci: 81 per I servizi,66 per borse ed altri interventi,88 per le strutture, 86 per il sito web e infine 73 per l’internazionalizzazione.
L’ateneo peloritano, presente nella classifica Censis tra I grandi atenei, in questa edizione 2011 accumula un punteggio complessivo pari a 74,9. Dalla singola votazione per I parametri scelti, emerge che il fattore internazionalizzazione e’ abbastanza debole negli atenei siciliani, compreso quello di Messina a cui il Censis ha dato un punteggio di 67.

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