Tentiamo di aiutare i Comuni ad incassare - QdS

Tentiamo di aiutare i Comuni ad incassare

Gabriele Ruggieri

Tentiamo di aiutare i Comuni ad incassare

venerdì 05 Agosto 2011

Forum con Luciana Giammanco  dir. generale  dipartimento Autonomie locali

Il dipartimento Autonomie locali deve svolgere attività di controllo sui bilanci di previsione dei comuni. Come riuscite a monitorare la situazione?
“Noi curiamo più che altro che i bilanci degli enti vengano approvati, insieme a tutti gli atti propedeutici e connessi, come ad esempio i Prg, entro le tempistiche stabilite. Per quanto riguarda, invece, la bontà di questi è compito della Corte dei Conti occuparsene. In caso di inadempienza siamo molto zelanti nell’inviare i nostri commissari nei comuni che non presentano il bilancio entro i tempi previsti, per accelerare il processo di approvazione. Questo zelo non è certo finalizzato ad imporre un ulteriore costo ai comuni, anzi, diffondiamo circolari su circolari per metterli in guardia e tentare di fare in modo che la nomina del commissario non sia necessaria. Spesso, tuttavia, i ritardi non sono dovuti ad un’inadempienza del consiglio comunale, bensì dalla lentezza degli uffici di ragioneria o delle giunte, tant’è che addirittura capita che non vengono approvati i rendiconti, che sono il vero strumento finanziario fondamentale dell’ente locale”.
Quali metodi è meglio utilizzare per dialogare con i comuni?
“I comuni vanno accompagnati per mano, sia per far recepire loro le novità riguardanti le normative e gli ordinamenti, sia per fargli capire che vi sono tante di quelle risorse non considerate, che porterebbero molti introiti senza necessariamente gravare sul cittadino con ulteriori aumenti delle tasse. La difficoltà maggiore che incontriamo nel dialogare con questi enti non è tanto legata ad un discorso politico o tecnico, bensì di mentalità. La riforma del titolo quinto dell’amministrazione ha fatto sì che gli enti locali diventassero autonomie locali. Quest’autonomia probabilmente è stata raggiunta troppo velocemente e la mentalità non è ancora completamente formata ed aperta in merito”.
Quali sono i maggiori risultati conseguiti in questi anni e quali gli obiettivi che si prefigge l’ente?
“Siamo riusciti a portare avanti delle iniziative per dare un impulso a tutte quelle istruttorie importanti come ad esempio quelle relative alle variazioni territoriali che erano state, per un motivo o per un altro, arenate, spesso anche per più di un decennio, e portarle spesso a conclusione con decreti autorizzativi di referendum. Abbiamo anche ridato un’attenzione particolare alle autonomie locali dal punto di vista dell’accompagnamento alla comprensione dell’applicazione delle normative statali che da due anni a questa parte hanno apportato molti tagli, limitando e diminuendo, peraltro giustamente, indennità agli amministratori locali o l’abrogazione e la cancellazione di ruoli come il Difensore civico ed il Direttore generale dei comuni, in nome della riduzione dei costi amministrativi e della politica. Un altro punto sul quale lavoriamo molto è il sopperire alla frequente mancanza di capacità di riscossione di molte amministrazioni, tale capacità è quella che può oltremodo aiutare gli enti locali a superare questa fase di avvio di federalismo fiscale e municipale. Un esempio molto forte a questo proposito è quello dato dalle multinazionali che gestiscono i parchi eolici e fotovoltaici, che sono tenuti a pagare l’Ici al comune sul quale pongono le proprie installazioni, ma che non posseggono nemmeno questo capitolo di spesa nei loro bilanci di previsione relativi ad impianti siciliani, in quanto i comuni quasi mai la richiedono, cosa che non accade in Germania piuttosto che in Emilia Romagna. Ci stiamo prefiggendo, infatti, attraverso un monitoraggio, di aiutare le amministrazioni comunali ad ottenere, anche attraverso l’aiuto dell’Agenzia del Territorio, l’accatastazione di questi parchi eolici e fotovoltaici e far capire a questi comuni che piuttosto che, ad esempio, tartassare il cittadino con l’aumento di imposte come la Tarsu, possono andare a pescare fondi in altre sacche”.

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