Taglio 30% consulenti Regione. Non basta, occorre almeno il 70% - QdS

Taglio 30% consulenti Regione. Non basta, occorre almeno il 70%

Massimo Mobilia

Taglio 30% consulenti Regione. Non basta, occorre almeno il 70%

mercoledì 31 Agosto 2011

Applicare il modello Lombardia dove la Regione si avvale di 16 incarichi esterni contro 156 in Sicilia. Così si risparmierebbero 1,9 milioni anziché solamente 808 mila euro

PALERMO – Da domani alla Regione siciliana si dovrebbero contare almeno 47 incarichi di consulenza in meno rispetto ai 156 assegnati sin ora nel 2011, per un risparmio di oltre 808 mila euro sulla spesa totale pari a 2.684.503 euro. è quanto (almeno in teoria) dovrebbe accadere dando seguito ai provvedimenti presi dal governo regionale per il contenimento della spesa pubblica e dei costi della politica, previsti nella Circolare applicativa approvata da Palazzo d’Orleans lo scorso 5 agosto. Nel documento firmato dall’assessore per l’Economia, Gaetano Armao, si parla finalmente di ridurre esperti e consulenti, da sempre eccessivi per numero e costi rispetto al resto d’Italia come spesso denunciato dalle nostre inchieste.
Al Punto 4, la Circolare recita testualmente: “limitazione con decorrenza 1° settembre 2011 il numero dei consulenti del Presidente della Regione e degli Assessori regionali di cui all’articolo 51 della legge regionale 29 ottobre 1985, n. 41 in misura ridotta del 30 per cento”, così come al Punto 9 decreta: “riduzione, in generale, dei consulenti e/o esperti ai quali a qualsiasi titolo la Regione può fare ricorso, salvo se componenti di organi obbligatoriamente previsti per legge, del 30 per cento”. Tagli del 30% dunque che, secondo i nostri calcoli, dovrebbero portare gli incarichi conferiti nel 2011 da 156 a 109 per una spesa di circa 1 milione e 875 mila euro.
L’operazione rischia di rivelarsi però un doppio flop e vi spieghiamo perché. Innanzitutto ridurre i consulenti esterni significa stralciare decine di contratti già in essere, con atto motivato del relativo assessore (o dirigente), per il venir meno del rapporto fiduciario o per esigenze dell’amministrazione, ma con il rischio di provocare ricorsi e denunce. In secondo luogo, per gli incarichi di consulenza la Regione ha stanziato nel preventivo 2011 una somma pari a 1,6 milioni di euro entro cui, pur introducendo i tagli della Circolare, non si riuscirebbe comunque a rientrare. Anzi, il taglio del 30% andrebbe applicato alla spesa preventivata, portandola così ad 1 milione e 120 mila euro.
In sostanza, la Regione siciliana non solo da domani non potrà assegnare più alcuna consulenza, ma dovrebbe adottare un taglio di circa il 58% per rientrare nei limiti del bilancio. E tuttavia non sarebbe ancora sufficiente perché, volendo davvero risparmiare sui consulenti, la Sicilia potrebbe prendere come esempio la Regione Lombardia che per tutto il 2011 si accontenta di sole 16 consulenze al costo di 715.780 (cioè appena il 26% di quanto sta spendendo la Sicilia). Spendendo quanto i lombardi, la Sicilia guadagnerebbe 1 milione e 968 mila euro rispetto ai costi attuali. Altro che 30%, Armao e Lombardo dovrebbero mettere mano ad un taglio di circa il 74%.

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